Amica-Foggia, il milione di euro svanito Dal black-out MPS al cyber-attacco.
 











1 milione e 100 mila euro dissolti nell’etere dall’ “unico” conto corrente bancario del fallimento dell’ex Amica Spa: società di servizi  a totale partecipazione pubblica del Comune di Foggia, per decenni affidataria del servizio di gestione del ciclo integrato dei rifiuti.
Il servizio di home banking, aperto un anno fa presso il Monte dei Paschi di Siena, filiale di Foggia in corso Garibaldi, era stato autorizzato dal Tribunale di Foggia, e dal Giudice Delegato titolare del fallimento, Roberto Gentile, per agevolare lo svolgimento delle operazioni bancarie in entrata ed uscita.
“Fondi di liquidità, spiega  Luigi Treggiari, avvocato assegnato alla difesa della curatrice, Mirna Rabasco – destinati al pagamento di dipendenti, ex fornitori e creditori, per l’esercizio provvisorio durato tutto il 2012, e protrattosi fino ai primi di febbraio 2013.”
Ma come sono andati i fatti, e soprattutto quando ci si è accortidell’ammanco?
“Quando la curatrice ha cercato di accedere al conto online, in coincidenza delle date dei pagamenti di fine febbraio, il Direttore della filiale MPS comunicava un black-out e un problema del sistema, che stavano risolvendo.”
“Le criticità legate all’accesso al fondo sono durate dai 3 ai 4 giorni, fino a quando il 6 e 7 marzo sono state rilevate somme di molto inferiori alla liquidità disponibile presunta, e un residuo in conto di poco più di 200 mila euro.
Dalla consultazione via internet – precisa l’avvocato - sono stati evidenziati 6 trasferimenti di denaro il 4 e il 6 marzo tramite bonifico in banche estere a fiscalità avvantaggiata.” Secondo alcune indiscrezioni trapelate, si tratterebbe di rimesse fondi dirottati su conti Ciprioti e verso Isole Cayman.
“Riscontrata l’anomalia è partita l’immediata denuncia alla Squadra mobile, e alla Polizia postale di Foggia, oltre all’informativa diretta al Giudice Delegato, e al Comitato dei Creditori. E’ stato,inoltre, consegnato agli inquirenti l’hardware di studio perché fossero effettuate le necessarie verifiche. In seguito è stato autorizzato il trasferimento della somma residua presso la Banca Popolare Pugliese.”
“Vista la delicata vicenda Amica Spa – continua Treggiari – si è tentato di non divulgare la cosa, visto il segreto istruttorio in corso, e la fase ancora embrionale delle indagini. ”Fatti sui quali la Procura della Repubblica presso il tribunale di Foggia ha immediatamente aperto un fascicolo.                                                               Emergono nuovi, e interessanti particolari dalla fitta indagine scaturita, in seguito alla frode telematica da oltreun milione di euro. Soldi sottratti dal conto della curatela fallimentare dell’ex Amica Spa, aperto presso la  filiale “Via Garibaldi” del Monte dei Paschi di Siena di Foggia.
E’ stato sequestrato dalla Polizia Postale un secondo computer dalla sede dell’ex azienda di rifiuti, oltre a quello già consegnato in sede di denuncia da Mirna Rabasco, commercialista, e curatrice fallimentare, su autorizzazione del Giudice Delegato, Roberto Gentile.
Da accertamenti investigativi, il denaro sparito è finito in almeno cinque istituti di credito tra sedi offshore, e conti europei. Figurerebbero anche bonifici depositati su conti in Portogallo, oltre a quelli dirottati verso Cipro, Londra, Isole Seychelles, e Slovenia. Dettagli geolocali, e transnazionali, che si incrociano a margine della maxi inchiesta sui paradisi fiscali allestita dal Consorzio internazionale di giornalisti investigativi (Icij) di Washington, che ha diffuso il più grande progetto di giornalismo investigativorealizzato nei suoi 15 anni di storia: “Secrecy For Sale: Inside The Global Offshore Money Maze” (‘’Segretezza in vendita: nel labirinto dei capitali offshore’’).
Un’inchiesta, che ruota intorno a illustri attori, in un momento di loro profonda fragilità. Da una parte il “Monte dei Paschi di Siena”, travolto dallo scandalo derivati e da un presunto black-out informatico. Secondo gli investigatori si potrebbe parlare di un “buco nero”, che avrebbe generato un “vuoto” comunicativo tra l’Ufficio enti della filiale foggiana, e la Società Madre, aprendo un varco d’accesso alla miniera d’euro. Le tecniche utilizzate potrebbero spaziare dal “phishing”, con target l’acquisizione di dati sensibili, a mezzi, e virus più sofisticati come i “keylogger”,  in grado di intercettare tutto ciò che digita un utente sulla tastiera del computer.
Dall’altro lato una società di servizi pubblica fallita. L’ex Amica Spa, insieme ai suoi oltre 60 milioni di debiti, trascinata fino al crack daamministratori pubblici senza scrupoli già assicurati alla giustizia. Fino ad arrivare al cyber-crime, nella frode di 1 milione di euro degli oltre 22 stanziati dal Comune. Soldi derivanti della Tarsu, destinati al pagamento di dipendenti, ex fornitori e creditori. Personale, questo, assunto per l’esercizio provvisorio durato tutto il 2012, e protrattosi fino ai primi di febbraio 2013.
Un intricato, e impalpabile filone d’indagine partito, un mese fa quando, tra il 6, e 7 marzo la curatrice fallimentare, Mirna Rabasco – titolare del conto, a conoscenza di password, e dei dati di accesso insieme al funzionario di banca incaricato – aveva scoperto il furto informatico, denunciandolo immediatamente. Querela sopraggiunta agli inquirenti, l’11 marzo, sulla quale è stato aperto un fascicolo d’indagine a carico di ignoti coordinato dalla Procura della Repubblica di Bari, dal sostituto procuratore, Marcello Quercia.Ines Macchiarola,affaritaliani









   
 



 
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