Scandalo sanità, la linea dura del pm chieste sette condanne in abbreviato
 











On. A. Tedesco

È il primo troncone dell’inchiesta sulla gestione della sanità in Puglia ad approdare in un’aula di giustizia, con un processo giunto alle battute finali. Perché il procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno ha concluso la sua requisitoria, chiedendo sette condanne per altrettanti imputati che hanno chiesto e ottenuto di essere processati con il rito dell’abbreviato. Imprenditori, ex manager della sanità finiti per episodi e accuse diverse nell’inchiesta della procura di Bari che ha travolto l’ex assessore regionale alla Sanità ed parlamentare del Pd Alberto Tedesco.
Il pubblico ministero Bruno, davanti al gup Antonio Diella, ha invocato pene comprese tra i tre anni ed un anno e sei mesi. La condanna più alta è stata invocata per l’imprenditore Giovanni Leonardo Garofali di Bisceglie, finito ai domiciliari nel febbraio del 2011. Rischia tre anni. Per lui l’accusa è di concussione. Secondo l’accusa, avrebbe indotto un dirigente dell’Asl Bari arinnovare il contratto
con una società a lui riconducibile specializzata nell’assistenza e manutenzione degli ecografi in dotazione ad alcuni ospedali e avrebbe tentato di convincerlo ad acquistare, sempre dalla stessa società, un altro macchinario sulla base di una dichiarazione di "infungibilità". Al dirigente sarebbe stata ventilata la possibilità di essere stabilizzato nell’organico dell’Asl.
Una condanna a due anni e due mesi, invece, è stata invocata per Marco De Nicolò, all’epoca dei fatti direttore amministrativo dell’Arpa Puglia. Risponde di un caso di tentato abuso di ufficio, lo stesso capo di imputazione contestato ad Antonio Decaro, parlamentare del Pd e consigliere regionale (che sarà processato il 24 aprile dinanzi al gup Marco Galesi). De Nicolò, secondo la ricostruzione dell’accusa, avrebbe passato le tracce del concorso, bandito dall’Arpa, per l’assunzione di sei collaboratori. E due anni e due mesi è la pena invocata per Graziano Fiore, addetto alla cassaticket dell’Oncologico di Bari. Per lui l’accusa è di essersi appropriato degli incassi, per un valore complessivo di 6mila euro, del pagamento dei ticket. Condanne a un anno e 6 mesi e 200 euro di multa sono state chieste per Nicola Pansini e Luciano Lovecchio, rispettivamente ex direttore generale ed ex direttore amministrativo dell’Oncologico di Bari. Nel processo sono imputati per abuso di ufficio e omessa denuncia: non avrebbero infatti segnalato l’ammanco e quindi l’autore del furto.
Per Vincenzo De Filippis, all’epoca direttore sanitario dell’istituto Saverio De Bellis di Castellana Grotte, il procuratore aggiunto ha chiesto la condanna a un anno e otto mesi. Avrebbe di fatto contribuito a pilotare un concorso per un posto di bibliotecaria che doveva essere assegnato, con un bando su misura, ad una candidata indicata dall’ex assessore regionale Tedesco. Nel processo per abbrevviato l’unico imputato a rispondere anche del reato di associazione a delinquere è l’imprenditorePaolo Emilio Balestrazzi che, quindi, secondo l’accusa, avrebbe fatto parte dell’associazione, nella quale il principale referente era Tedesco. E Balestrazzi che rischia una condanna a due anni è anche l’unico imputato nei confronti del quale è stata ammessa la costituzione come parte civile della Regione Puglia. Il processo a Tedesco che ha scelto il rito ordinario comincerà il 6 maggio, mentre la sentenza di questo processo arriverà entro giugno. Gabriella De Matteis,repubblica









   
 



 
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