Non c’è solo il Pd allo sbando. Anche l’Università San Raffaele non scherza. Venerdì 19 , il giorno in cui Pierluigi Bersani annuncia le dimissioni, Francesco Profumo, il ministro dell’Istruzione, università e ricerca del governo Monti, decreta che l’emergenza dell’ateneo Vita-Salute, che fu fiore all’occhiello del vasto programma di don Luigi Verzé, venga affidata a un commissario fino all’inizio del nuovo anno accademico: Luigi Fiorentino, 52 anni, capo gabinetto del ministro. Le urgenze sono queste: rompere lo stallo tra l’Ospedale San Raffaele (la nuova gestione di Giuseppe Rotelli) e l’Università, dove fa resistenza da mesi la presidente Raffaella Voltolini, esponente delle Sigille, il cerchio magico del fondatore; avviare le iscrizioni al prossimo anno; procedere a modificare lo statuto per riequilibrare la governance, che a oggi favorisce le figure legate alla vecchia proprietà. Insomma, di salvare il nome di una istituzione avvitatasi inuna lotta di potere e una spirale di rancori (su cui i responsabili preferiscono mettere la sordina). Un deficit di trasparenza sconcertante, ma non poi troppo. Ricorda i tempi dei segreti e dell’excludendum, consustanziali al Verzé-pensiero. In senso tecnico non è un commissariamento. Il ruolo specificato nel decreto è: facilitatore. Ma il senso politico è quello. Per l’università, uno smacco non da poco. Talmente imbarazzante che ancora stamane il rettore Antonio Emilio Scala non ne aveva dato notizia ai suoi docenti e studenti, di Medicina, di Psicologia, di Filosofia. Lo stesso preside di Filosofia Michele Di Francesco (recentemente dimessosi per protesta dal consiglio di amministrazione) non era in grado di confermarlo. Il rettore, cercato da "L’Espresso", non ha risposto. La confusione è massima. Mercoledì 16 è circolato in Rete un appello della filosofa Roberta De Monticelli, firmato con altri colleghi, che deplorava il clima omertoso chiedendo al ministro un interventod’urgenza. Nel frattempo si sono dimessi autorevoli studiosi; è stato bruciato il nome di Massimo Cacciari; il Cun (Comitato universitario nazionale) ha bocciato l’ipotesi di una nuova Libera Università San Raffaele. Non solo. La vestale del verbo originario, la presidente Voltolini, fa sbarramento contro tutti. Ha rafforzato la presenza dell’Associazione Monte Tabor nel cda con due nuovi membri (don Virgilio Grandi e la Sigilla Giuseppina Rossi). La Monte Tabor continua a dominare la composizione del consiglio. Da mesi i docenti chiedono un riequilibrio dello statuto. Ma la proposta di una formula paritaria (quattro consiglieri dell’ospedale, quattro del Monte Tabor e un presidente indicato dal ministero) è stata rifiutata. Un clima velenoso. Chi accusa il proprietario Rotelli di invadenza; chi la Voltolini di ostinazione; chi singoli docenti di protagonismo (così i medici circa alcuni filosofi; ma anche i filosofi tra loro, come Roberto Mordacci contro la de Monticelli,antiberlusconiana di ferro che un tagliente Giuliano Ferrara ebbe a definire «una guardona scristianizzatrice» e «unfit to lead Italy». Chi ci va di mezzo sono i medici, gli assegnisti, gli studenti di Medicina, nonché i colleghi di Psicologia, che non sanno in quali strutture esercitarsi, dopo che l’Ospedale ha disdetto la convenzione con l’Università, ricavandone una diffida dalla presidente, in un ping pong snervante. Sullo sfondo, i 244 licenziamenti nel settore sanitario, blocchi, proteste, tensioni sindacali. Agitati anche gli studenti di filosofia, che saranno pure l’appendice umanistica, ma chiedono anche loro chiarezza e verità. E’ proprio il diritto dei ragazzi a studiare, e a un clima decente, il pensiero che ha portato il ministro Profumo, alquanto irritato, alla clamorosa decisione di commissariare. Pardon, facilitare. Enrico Arosio,l’espresso
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