Il gip del Tribunale di Bari Annachiara Mastrorilli ha disposto il sequestro preventivo senza facoltà d’uso delle vasche di servizio e della discarica di Conversano, nel Barese, in contrada Martucci. Il sito era già stato sottoposto a sequestro probatorio nell’ottobre scorso con facoltà d’uso a una delle due vasche fino ad esaurimento. Nel fascicolo della Procura di Bari risultano indagate 11 persone, accusate di omissione di atti d’ufficio, falso, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata e violazioni del decreto legislativo 152/2006 sulla gestione dei rifiuti. I fatti contestati si riferiscono al periodo compreso tra il 2006, anno di realizzazione della discarica, e il dicembre 2012, ultima data di conferimento dei rifiuti. Le indagini dei Carabinieri del Noe e della Guardia Costiera, coordinate dal pm Baldo Pisani, avrebbero accertato "la strutturale inidoneità morfologica del sito", "il conferimento di tipologie di rifiuti nonautorizzati anche pericolosi", "la non corretta bio stabilizzazione del rifiuto", "la grave ed illecita situazione della vecchia discarica (contigua alla nuova) nella quale vi sono stati illeciti abbonamenti e dalla quale vi sono pericolose percolazioni ed emissioni gassose derivante da fermentazioni tossiche". Oltre agli amministratori della ’Lombardi Ecologia Srl’, Rocco e Paolo Lombardi, risultano indagati i tre membri della Commissione di collaudo della Regione Puglia, Francesco Bitetto, Antonio De Risi e Romano Donno; il direttore dei lavori Carmine Carella, il capo impianto Angelo Vito Antonio Procaccio, i responsabili del cantiere Giancarlo Florio e Enrico Tatò, l’amministratore del ’Progetto Gestione Bacino Bari 5’ Antonio Albanese e il direttore tecnico del ’Consorzio Gestioni Ambientali’, Saverio Misceo. Sono stati inoltre accertati dagli investigatori: "la fraudolenta realizzazione delle vasche di soccorso all’impianto realizzate senza il previsto strato di argilla"e "omessi controlli durante le procedure di collaudo nonché predisposizioni di campionatura ad hoc per ottenere risultati scientifici corrispondenti alla normativa". Le indagini, basate su operazioni di scavo, campionatura, analisi e su intercettazioni telefoniche, hanno inoltre accertato la presenza di rifiuti speciali come batterie d’auto, pneumatici, reti frangivento e altre materie plastiche, che evidenzia "come i siti - si legge nel provvedimento di sequestro - non siano stati utilizzati quali vasche di soccorso per il rifiuto biostabilizzato ma di fatto quale discarica abusiva".
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