Il Regno Unito apre a Nord Stream
 











La pipeline Nord Stream potrebbe portare gas russo fino in Gran Bretagna, qualora un accordo con la British Petroleum ne sancisse il via libera. Ipotesi questa che presto dovrebbe diventare realtà. Nei giorni scorsi il gigante di Stato russo Gazprom e l’olandese Gasunie hanno firmato una lettera d’intenti per verificare la potenziale estensione del Nord Stream, che porta il gas russo in Germania via Baltico, e poi da qui fino alla Gran Bretagna passando per i Paesi Bassi. La firma è arrivata nell’ambito di una serie di accordi siglati in occasione della visita del presidente russo Vladimr Putin (nella foto) in Olanda. Tra gli altri, anche un’intesa di massima tra Gazprom e il colosso del petrolio anglo-olandese Royal Dutch Shell per l’esplorazione della piattaforma continentale artica russa alla ricerca di idrocarburi.
Il progetto di estensione di Nord Stream potrebbe aprire a Gazprom un mercato, quello britannico, da cento miliardi di metri cubil’anno. “La questione chiave è la firma un contratto a lungo termine con i partner britannici per fornire gas al mercato britannico”, ha spiegato ai giornalisti il numero uno di Gazprom Alexei Miller (foto) dopo l’intesa siglata ad Amsterdam. Per l’Olanda, un’intesa a lungo termine con il colosso dell’energia russo potrebbe garantire flussi di gas dopo il 2025, quando il Paese prevede di diventare importatore netto di metano. Miller ha spiegato che con Gasunie il colosso russo ha discusso della possibilità di costruire una nuovo ramo di Nord Stream verso il Regno unito della capacità di 27,5 miliardi metri cubi, equivalente alla capacità di ciascuna delle due condotte attualmente in esercizio.
Nord Stream ha una capacità annuale di 55 miliardi di metri cubi, in grado di soddisfare il 10% della domanda europea di gas, ma in base alle regole antitrust imposte dai tecnocrati europei con il beneplacito dell’Occidente euro-atlantico, non può utilizzare il gasdotto alla massima capacità.Il gasdotto Nord Stream, che unisce Russia e Germania passando per il mar Baltico, potrebbe essere collegato alla Gran Bretagna grazie a una delle due condotte supplementari in fase di studio. L’annuncio è stato fatto dallo stesso Miller, indicando che anche la major petrolifera britannica Bp ha espresso interesse per il progetto. Il consorzio incaricato della costruzione di Nord Stream ha indicato l’ipotesi di costruire fino a due condotte supplementari per accrescere i volumi di gas destinati all’Unione europea. “La British Petroleum ha comunicato il suo interesse”, ha osservato qualche tempo fa Miller dopo una conferenza stampa a margine dell’assemblea generale del gruppo. Ma ha subito chiarito che al momento non c’è alcun accordo. Tuttavia, ha immediatamente precisato il presidente di Gazprom, “si può supporre che, per la condotta che va verso l’Europa continentale, gli azionisti resteranno gli stessi attuali, e per la quarta la composizione degli azionisti saràdifferente”.
Attualmente il consorzio Nord Stream riunisce Gazprom (51%), le tedesche Basf e E.On (15,5% ciascuna), l’olandese Gasunie e la francese Gdf Suez (ciascuna 9%). Nord Stream è lungo circa 1.220 km e ha cominciato a rifornire l’Europa di gas russo a novembre 2011. A metà aprile il consorzio ha annunciato che la seconda condotta del gasdotto, parallela alla prima, è stata realizzata e questo raddoppierà la capacità di trasporto, arrivata a 55 miliardi di metri cubi annui. Gazprom, in consorzio con l’olandese Gasunie, la tedesca Wintershall e le francesi E.ON e GDF, ha costruito una condotta che dalla costa russa di Vyborg passando sotto il Mar Baltico raggiungono la costa tedesca presso Greifswald. Una volta sul suolo tedesco, approvvigionamenti di gas di Nord Stream divisi in due sistemi. La prima passa attraverso il sistema di gasdotti Opal che fornisce Germania orientale e collega la Slovacchia e la Repubblica ceca. L’altra condotta passa invece attraverso il sistema deigasdotti NEL situati nella Germania settentrionale e orientale.
Attualmente, le prime due condotte del Nord Stream hanno una capacità condivisa di 55 miliardi di metri cubi, anche se la pipeline eseguita solo 28 miliardi di metri cubi nel 2012, dal momento che la seconda fase era incompiuta. Nel 2012 le esportazioni sono state inoltre destinate principalmente al consumo tedesco.
Anche se lo scopo primario della pipeline è stato quello di collegare la Russia direttamente alla Germania, Mosca ha da tempo una serie di progetti da attualizzare per il sistema dei gasdotti. Con le condutture Nord Stream 1 e 2 sono state concepite altre due condotte: Nord Stream 3 e 4. Nord Stream 3 amplierebbe Nord Stream 1 e 2 sotto il Mar Baltico in direzione della Germania, mentre Nord Stream 4 collegherebbe le forniture russe alle le reti di esportazione olandese verso il Regno Unito.
Le esportazioni di gas naturale dai Paesi Bassi verso la Gran Bretagna attraverso la pipeline Balgzand-Bactoncon il gasdotto subacqueo Interconnector, in grado di portare ben 16 miliardi di metri cubi, e ancora via Belgio lungo la linea di interconnessione sottomarina Belgio-Regno Unito, dotata di una capacità di 25,5 miliardi di metri cubi. Gazprom ha precisato che in via preliminare vorrebbe esportare altri 40 miliardi di metri cubi lungo le condotte Nord Stream 3 e 4 dirette verso il Regno Unito, questione che la British Petroleum si è dichiarata interessata a discutere. Se completate, queste ulteriori condotte potrebbero trasportare grandi quantità di gas naturale russo verso l’Europa occidentale in un momento in cui le forniture regionali sono in declino e alcuni clienti dell’Europa centrale e della stessa Russia stanno diversificando il loro approvvigionamento. Insomma tutte le polemiche del passato sull’affidabilità russa nell’invio del gas stanno progressivamente tramontando se la stessa Gran Bretagna è pronta a firmare tramite la sua compagnia petrolifera Bp un memorandum d’intesacon Gazprom e i suoi affiliati nella realizzazione di un prolungamento della pipeline fino al Regno Unito.
Del resto l’invio di gas dalla Russia è il più conveniente per il Vecchio Continente, ad opporsi come al solito sono stati e lo sono ancora i tecnocrati alleati dell’Occidente euro-atlantico e alcuni Stati del Caucaso e dell’Asia centrale strettamente legati alle compagnie anglo-statunitensi che sognano un’Europa sempre più colonia degli Stati Uniti e dei suoi lacchè in giro per il mondo. Andrea Perrone









   
 



 
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