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Il governo a rischio di buca |
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La pax imposta dal Colle, comincia a mostrare delle crepe pericolose. La questione dell’ineleggibilità di Berlusconi rischia di rimettere tutto in discussione. Non che ce ne freghi qualcosa del governo Letta ma indubbiamente il problema è sempre legato all’eliminazione dell’avversario politico. E siccome sono 20 anni che va avanti questa sceneggiata, sarebbe anche ora di provare a guardare oltre. Invece la tentazione è forte. Due le vie da seguire: quella giudiziaria e quella parlamentare. Per il momento la magistratura, nonostante tutti i tentativi, non è ancora riuscita a fare un servigio che il Pd, Sel e altri partitini aspettano da quasi 20 anni: togliere di mezzo il Berlusca. Certo le inchieste a cascata di questi giorni potrebbero far pensare che il giorno fatidico sia arrivato, ma non è detto. Allora c’è anche un’altra strada: quella dell’ineleggibilità. La proposta era stata già avanzata da alcuni esponenti di primo piano del Pd e dellostesso M5S. Ora si torna di nuovo alla carica. “Secondo la legge italiana Silvio Berlusconi, in quanto concessionario, non è eleggibile. Ed è ridicolo che l’ineleggibilità colpisca Confalonieri e non lui”. Questa la frase del senatore piddino Zanda che rischia di far saltare il banco. Non per niente gli uomini del Cavaliere hanno subito aperto il fuoco di sbarramento, chiarendo che così si mette a rischio l’esistenza del governo. Ma veniamo alla lunga intervista di Zanda al giornale dei vescovi. Casus belli: l’elezione del Berlusca a senatore a vita. “In sessantasette anni di Repubblica non è mai stato nominato nessun senatore a vita che abbia condotto la propria vita come l’ha condotta Berlusconi. Non credo che debba aggiungere altro”. E qual è il metro di giudizio? Sicuramente come imprenditore ha fatto qualcosa, visto che le sue aziende danno lavoro e sono al primo posto come contribuenti fiscali. Magari come politico non è affatto apprezzabile. Però una cosa è certa: gli altrinon sono meglio. La verità è che gli antiberlusconiani non sanno come sbarazzarsi di questo personaggio. E così si affidano di volta in volta ora ai giudici, ora all’ineleggibilità. Tutto perché il Pdl ha riproposto un ddl sulla limitazione delle intercettazioni. La questione non può essere ridotta solo al mero fine di salvare il Cavaliere. Il problema è ben più grave. Troppi sono infatti gli sputtanamenti al fine della lotta politica. Quando si finisce per utilizzare le intercettazioni solo per danneggiare l’avversario politico vuol dire che la strada intrapresa è sbagliata. Ed è quello che sta succedendo da tanti anni. Non è possibile che ogni “rivelazione” riguardi solo il Berlusca mentre per gli altri c’è il riserbo assoluto delle Procure. Non è accettabile che tutto quello che fa il Cavaliere finisca sui giornali amici dei giudici, al solo fine di distruggerne l’immagine e toglierlo di mezzo politicamente. Se la stessa musica fosse suonata bipartisan, allora il discorso sarebbediverso. Invece non è così. Per questo motivo siamo contro le intercettazioni a senso unico. D’altronde la vita di certi giornali si basa proprio sul passaggio delle conversazioni calde. La cosa grave è che certe intercettazioni continuino ad uscire sempre e solo se riguardano certi personaggi, come se ci fosse un patto tra procure e centrosinistri che non ce la fanno a vincere attraverso il voto. “Le affermazioni del senatore Zanda riguardo fra l’altro all’ineleggibilità di Silvio Berlusconi e ai criteri di nomina dei senatori a vita sono altrettante mine sul terreno politico in cui agisce il governo Letta”, questo l’avviso della berlusconiana Bernini. Insomma, siamo alla solita ipocrisia. Il Pd è sempre tentato di affidare ai giudici e al Parlamento quello che non riesce a risolvere attraverso le urne. Carlo Tata
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