Infrastrutture. Nessuno svasamento delle dighe sarde
 











La Sardegna potrà contare sulle sue dighe e sulle sue riserve idriche. Almeno per il momento, il ministero delle Infrastrutture non applicherà un suo decreto che avrebbe imposto lo svuotamento degli invasi per svolgere dei rilievi e dei calcoli in merito alla sicurezza sismica di sbarramenti, paratie, condotte ed altre pertinenze degli impianti.
Un esercizio in grado di apparire inutile, la scienza geologica è unanime nell’affermare la non sismicità dell’Isola. Il territorio non è stato mai sottoposto alla “microzonazione sismica”, Regione, Stato ed Enti locali hanno ritenuto per anni di non dover finanziare un simile studio. A sollevare il problema relativo all’illogicità del regolamento è stata un’interpellanza presentata da due deputati sardi del Movimento 5 Stelle, Paola Pinna e Nicola Bianchi. “Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha avviato una verifica per le dighe ubicate nelle zone a maggiore sismicità del territorioitaliano i cui risultati saranno portati a conoscenza sia dei Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sia delle istituzioni interessate, per verificare in via definitiva l’applicabilità della norma e l’eventuale necessità di modifiche e integrazioni in relazione alla sicurezza”, ha spiegato a Montecitorio il sottosegretario Erasmo D’Angelis. “Per la Regione Sardegna - continua - considerando le condizioni di bassa pericolosità del territorio che si traducono in valori di accelerazione orizzontale massima molto bassi, al momento non ci sono provvedimenti limitativi della risorsa idrica e quindi non è prevista alcuna azione di svuotamento degli invasi e nessun rischio di crisi idrica dovuta a tali manovre”.
Paola Pinna, rispondendo all’intervento del governo, si è augurata che il caso sardo venga amministrato tenendo sempre a mente le particolarità geologiche del territorio. Considerare il territorio come soggetto a sismi sarebbe in grado di invalidare l’intera istruttoriaamministrativa, fase del procedimento in cui si deve rispettare anche un certo rigore scientifico. Questo non significa rinunciare al miglioramento della sicurezza degli invasi, anzi, i pentastellati hanno chiesto che si prosegua sulla strada dell’adeguamento alle normative dell’Unione Europea. Matteo Mascia









   
 



 
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