Parlamento e Governo: vietare gli Ogm
 











È tornato d’attualità il tema della coltivazione di organismi geneticamente modificati sul suolo italiano. Parlamento e Governo sono infatti orientati a rinnovare il divieto e, parallelamente, ad avviare un dialogo con l’Unione Europea.
Un momento di confronto in cui chiedere un cambio della normativa comunitaria. Nunzia De Girolamo, ministro delle Politiche agricole, ha sposato la causa di chi lotta per evitare che brevetti e sementi prodotte dalle grandi multinazionali del settore invadano l’agro nazionale. Un’involuzione che minerebbe le potenzialità del comparto, da sempre basato su tradizione e qualità della produzione. Una presa di posizione che l’ha esposta alle dure critiche di alcuni ambienti del centrodestra, da sempre vicini a chi sostiene la deregulation dei mercati in nome del credo liberista.
Il Dicastero controllato dalla deputata beneventana potrà contare anche sull’appoggio dell’Ambiente, Andrea Orlando ha spiegato di esserefavorevole ad un divieto o ad una forte limitazione dei prodotti Ogm. “Abbiamo avviato un tavolo con gli altri Ministeri interessati, le Politiche agricole e la Salute. Vogliamo fare un punto specifico tenendo conto delle nostre aspirazioni come Paese e anche sulla possibilità che il quadro normativo comunitario debba essere modificato”, ha spiegato il dirigente del Partito democratico durante un’audizione di fronte alla commissione Ambiente di Montecitorio. “In tutto ciò – ha spiegato il Ministro - le nostre aspirazioni spingono verso la limitazione o il divieto degli Ogm ma tutto va verificato nell’ambito del quadro comunitario”. Per Orlando, quindi, sarà “importante la collaborazione tra i Ministeri perché la posizione italiana diventi normativa europea e occorre una battaglia politica per le modificazioni alla normativa Ue”.
È intervenuto sul tema anche Saverio Romano, leader di “Cantiere popolare” ed ex ministro delle Politiche agricole. Il politico siciliano ha raccolto confavore la convergenze di tutti i Gruppi presenti al Senato, forze politiche decise a sostenere l’Esecutivo nella tenzone relativa all’ingegneria genetica. “Bene ha fatto il ministro De Girolamo a raccogliere le varie mozioni in un unico ordine del giorno dimostrando sensibilità politica nei confronti delle varie istanze avanzate, non ultima quella del sottoscritto”, ha spiegato in una nota Romano. “La nostra agricoltura non si addice agli Ogm - prosegue - e lo stesso vale per i nostri modelli produttivi che puntano su qualità, tipicità e tradizione; l’adozione della clausola di salvaguardia è quindi la giusta tutela per il comparto, per l’ambiente e per la salute, oltre che per un modello economico e sociale; ora occorre proseguire nel percorso intrapreso”.
Una recentissima sentenza della Corte di giustizia europea potrebbe però vanificare gli sforzi di Parlamento e Palazzo Chigi. La pronuncia riguarda la nota vicenda in cui è coinvolto Giorgio Fidenato, agricoltore friulanosostenitore degli Ogm, che nel 2011 aveva seminato mais geneticamente modificato in un terreno di sua proprietà. Fatto che era stato rivendicato su alcuni siti internet vicini ad ambienti liberisti. Per i giudici della Ue, “gli agricoltori italiani sono liberi di seminare mais Ogm. Nessuna autorizzazione alla semina di Ogm iscritti al catalogo comune europeo può essere infatti assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione”. “Ancora una volta la Corte di Giustizia ribadisce i principi che regolano le colture Ogm in Europa richiamando l’Italia al rispetto delle norme e restituendo agli agricoltori il diritto di accedere liberamente all’innovazione biotecnologica” ha commentato Duilio Campagnolo, presidente di Futuragra. “Se a qualcuno erano rimasti dubbi sulla legittimità di seminare Ogm in Italia adesso dovrà ricredersi”, ha proseguito Campagnolo. “Per troppo tempo ci è stato negato di produrre in modo più sano e più vantaggioso, questo tempo è ormai finito”, una presa diposizione in cui si fa intendere l’esistenza di un danno patito da ogni singolo coltivatore italiano di mais, un mancato guadagno stimabile in circa 450 euro per ogni ettaro seminato.
I sostenitori degli Ogm dovranno confrontarsi con il dissenso delle principali organizzazioni di categoria, Coldiretti in testa. Pretendere di lasciare il controllo dell’agricoltura globale ad un pugno di multinazionali è un progetto folle. La biodiversità è un valore aggiunto di tutti gli ecosistemi, seminare ovunque lo stesso seme è illogico e innaturale. Matteo Mascia









   
 



 
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