La Cava Vitiello, per fortuna, non sarà più una discarica dello Stato all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio. Finalmente una buona notizia per gli abitanti di Terzigno che hanno assistito alla consegna ufficiale dei terreni ai legittimi proprietari, scongiurando ogni uso diverso. Nel corso di una cerimonia, è stato consegnato il decreto che ufficializza il passaggio di Cava Vitiello ai legittimi proprietari. Lo Stato, in parole povere e semplici, rinuncia ad ogni pretesa su quell’area che era stata scelta dall’allora commissariato di Governo per l’emergenza rifiuti per ospitare, caso unico al mondo, la discarica più grande d’Europa all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio. La cosa che conta per la mia famiglia, afferma Adriano Vitiello, è l’essere riusciti a rimpossessarci di una nostra proprietà, ma è anche una vittoria di tutti quei cittadini che hanno lottato strenuamente al fine di evitare l’apertura di una nuova discarica. I cittadinidi Terzigno, ad onor del vero, si erano impegnati davvero molto per raggiungere l’obiettivo della chiusura della discarica,difendendo. a spada tratta, ambiente, salute, territorio, ma ora comincia una nuova e più difficile battaglia, per conquistare la bonifica di tutte quelle aree adibite a discarica, di cui non si parla più e che sono estremamente pericolose. A questo non è possibile rinviare ulteriormente l’opera di bonifica delle zone utilizzate come luoghi di discarica. La Cava Vitiello era finita sotto sequestro ed era stata requisita dal Commissario Straordinario di Governo per essere trasformata nella discarica più grande d’Europa. Una decisione che scatenò la sana e giusta ribellioni degli abitanti dei paesi del comprensorio vesuviano, in particolar modo dei cittadini di Terzigno e di Boscoreale. Amministratori locali, sindaci, comitati civici, associazioni, tra cui le combattive mamme vulcaniche diedero vita ad una grande mobilitazione di massa, con diverse proteste pacificheche si concentrano sulla rotonda di via Panoramica, divenuta in tutto il mondo, luogo simbolo della lotta contro le discariche. Sane e giuste proteste che a causa di teste calde, che nulla avevano a che fare con i pacifici manifestanti, sconfinarono in duri scontri con le forze dell’ordine, con scene di guerriglia urbana. Alla fine, la popolazione vesuviana salvò solo in parte l’ecosistema del Vesuvio, dovendo sottostare all’apertura della discarica di Cava Sari, chiuso lo scorso mese di maggio, dopo aver fagocitato i rifiuti dei 18 comuni della zona rossa. Con la restituzione di Cava Vitiello, da dove si estraeva la pietra lavica del Vesuvio, ai legittimi proprietari, dovrebbero essere finite le preoccupazioni per gli abitanti del comprensorio vesuviano. Giuseppe Parente
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