Gli eurocrati impongono il gas di scisto all’Europa
 











Il presidente degli eurocrati impone l’avvio dell’estrazione dello shale gas in Europa a partire dalla fine dell’anno. Le tecniche di lavorazione per estrarre il gas di scisto sono molto dannose per la salute dell’uomo e provocano nel contempo un deciso inquinamento ambientale, ma agli eurocrati tutto questo non interessa. L’importante per loro è che prevalgano gli interessi del mondo atlantico su quelli europei e si rafforzi il fronte anti-russo per l’approvvigionamento energetico dell’Europa. È stato il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso  a sostenere l’utilizzo dello shale gas e a chiedere che l’Ue si prepari ad elaborare le regole per la produzione di gas di scisto, entro la fine del 2013. Una dichiarazione rilasciata nel corso di un dibattito con i deputati europei, Barroso ha detto che il quadro avrebbe permesso “l’estrazione sicura di shale gas in Europa”. E questo come può avvenire? Il presidente dell’esecutivocomunitario non si è pronunciato a riguardo pur sapendo i pericoli che nasconde questo tipo di estrazione, utilizzata da alcuni anni soprattutto negli Stati Uniti e in Canada, dove le major petrolifere hanno dato il via a questa tecnica di produzione del gas, estratto dalla roccia e dal bitume.
Ma torniamo a Barroso e al suo dibattito con gli eurodeputati dell’Assemblea di Strasburgo. Secondo il leader dei tecnocrati europei i prezzi dell’energia in Europa sono più elevati di oltre due volte i livelli raggiunti negli Stati Uniti, mentre le preoccupazioni – assolutamente presunte da parte dei maggiordomi di Washington annidati a Bruxelles – per i costi e la dipendenza energetica non sono rinviabili e vanno affrontate rapidamente a sostegno dei Paesi dell’Europa orientale e degli Stati baltici che dipendono dal colosso di Stato russo Gazprom. Dipendenza che si trasforma in scontro a causa del confronto serrato tra questi Stati e la Federazione russa per ragioni storiche ed economiche,ma che si radicalizzano a causa del filo-atlantismo all’ennesima potenza di questi Paesi membri dell’Unione europea, disposti però a tutto pur di difendere a spada tratta persino l’opposizione ad ogni rapporto energetico con Mosca e la militarizzazione dei loro territori da parte della Nato, con basi, missili, soldati e aerei forniti dall’Alleanza Atlantica in chiave esclusivamente antirussa. In più i rappresentati di questi governi si sono opposti strenuamente in passato utilizzando qualsiasi pretesto (come ad esempio i problemi ambientali che valgono soltanto nei confronti della Russia ma non attualmente per lo shale gas) pur di impedire a Mosca di intrattenere relazioni sul piano energetico con gli Stati dell’Europa centrale. Nel frattempo, la recente comparsa di vaste forniture di shale gas naturale negli Stati Uniti ha modificato radicalmente il panorama energetico. Ma non è detto che sia così per l’Europa, visto che la Polonia nonostante le eccellenti prospettive annunciate dallemajor Usa i costi per l’estrazione del gas di scisto sarebbe troppo elevato rispetto ai risultati ottenuti. Nel frattempo le compagnie statunitensi hanno deciso di spostarsi verso il Nord Europa, presso gli Stati baltici, accolti anche qui a braccia aperte ma il dubbio sui risultati resta lo stesso e verrà sfatato soltanto dopo una serie di prospezioni ed estrazioni per valutare eventuali costi e benefici.
La Commissione garantirà che “le regole del gioco saranno le stesse, fornendo rassicurazione al pubblico che la tutela dell’ambiente e della salute sono a posto”, ha sottolineato Barroso. Ma come potrà avvenire questo se è conosciuta la pericolosità di questo tipo di estrazione. Non dimenticando inoltre che i tecnocrati dell’esecutivo comunitario sono per la maggior parte legati a doppio filo con le multinazionali da cui provengono e non vorranno assolutamente opporsi alle major statunitensi o britanniche che si stabiliranno in Europa per adottare la tecnica della fratturazioneidraulica (“fracking”) per ottenere il gas. Naturalmente il presidente dell’esecutivo comunitario ha rigettato le accuse del portavoce del gruppo Verde all’Europarlamento, Rebecca Harms, che in una riunione dei leader europei ha visto un “cambiamento di paradigma” nella politica energetica dell’Unione nei confronti della sostenibilità ambientale e del cambiamento climatico.
“La Commissione si erge orgogliosamente al di sopra di tutto ciò che riguarda le politiche in materia di cambiamenti climatici ... non dobbiamo rinunciare al nostro ruolo di leadership relativo al cambiamento climatico”, ha osservato Barroso. Una contraddizione in termini quella del presidente della Commissione Ue visto che fa di tutto per sostenere l’estrazione del gas di scisto utilizzando tecniche dannose per la vita stessa della flora e della fauna terrestre. Non contento di quanto affermato il leader della Commissione di Bruxelles ha aggiunto che “se c’è una rivoluzione shale gas negli Stati Uniti, dovremmoavere una rivoluzione dell’efficienza energetica anche nell’Unione europea”. E quindi – aggiungiamo noi – sopportare anche tutti i danni provocati per la salute e l’ambiente da questo metodo di estrazione del gas.
Il boom del gas di scisto negli Stati Uniti sta fornendo un aumento annuo dello 0,5 per cento della produzione economica totale e circa 3 milioni di nuovi posti di lavoro. Lo American Natural Gas Alliance ha stimato che gli Usa avranno una fornitura per 200 anni di gas naturale recuperabile.
Tuttavia, desta molte preoccupazioni l’impatto ambientale della fratturazione idraulica, noto come “fracking”, che viene utilizzato per estrarre il gas. Il cosiddetto “fracking” comporta una fratturazione idraulica piuttosto violenta di alcuni strati di roccia con una miscela di acqua e di prodotti chimici, molti dei quali particolarmente cancerogeni, attraverso un pozzo a canna che giunge fino a centinaia di metri sottoterra. Il processo, che utilizza in genere tra i 4 e 5 milionidi litri di acqua per pozzetto, permette al gas naturale di fuoriuscire dalla roccia. Circa il 35 per cento dell’acqua utilizzata con questa tecnica di estrazione però torna in superficie. Per questo Kent Mori, professore alla Duquesne University della Pennsylvania, ha sottolineato che “l’unico grande problema dell’utilizzo della fratturazione idraulica è l’uso di materiali cancerogeni” che poi si disperdono nell’ambiente durante e dopo l’estrazione del gas.
In Europa gli Stati membri più influenti economicamente e politicamente dell’Unione, come Francia e  Germania guidano tutto un gruppo di Paesi Ue che hanno firmato una moratoria sull’utilizzo del “fracking”, gli altri Stati membri in particolare quelli dell’Europa centro-orientale e i Paesi Baltici al contrario si stanno preparando per iniziare a forare il terreno con questa tecnica in maniera molto rapida.
Anche il Regno Unito da parte sua ha manifestato di recente l’intenzione di avviare i lavori di perforazione nelnord-ovest dell’Inghilterra, mentre Polonia e Romania hanno i giacimenti di gas di scisto più accessibili. Ma da Varsavia le compagnie petrolifere americane dopo aver effettuato tutta una serie di prospezioni hanno rilevato che la spese era troppo elevata rispetto ai risultati: il gas di scisto era molto meno di quello che si era prospettato all’inizio dei lavori e quindi poco conveniente da sfruttare per gli alti costi e i magri risultati. Per questo le major statunitensi si sono spostate più a Nord verso gli Stati baltici che le hanno accolte a braccia aperte nella speranza che questa volta le previsioni siano più realistiche.
Dal canto suo il commissario Ue per l’Azione climatica Connie Hedegaard si è dichiarata assolutamente contraria a sostenere questo tipo di estrazione del gas. Mentre il commissario Ue all’Energia Günther Oettinger ha espresso il suo forte sostegno alla strategia dettata da Washington e imposta da Bruxelles ai popoli europei, per cui Anne Glover, consiglierescientifico del presidente della Commissione Ue, è stata perentoria avviando il processo per l’estrazione dello shale gas in tutta l’Unione europea già nel marzo scorso. Ma gli unici risultati sicuri dovrebbero essere inquinamento ambientale, danni alla salute dell’uomo, costi troppo elevati e una irrisoria produzione di gas estratto dalle rocce rispetto al danaro investito. Andrea Perrone










   
 



 
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