Oramai è di dominio pubblico mondiale l’episodio della Enrica Lexie e dei Nuclei Militari di Protezione (NPM), impiegati nelle operazioni di contrasto alla pirateria, in cui l’Italia si trova coinvolta con tutto il proprio apparato istituzionale. L’imprimatur giuridico del contrasto alla pirateria ha la sua fonte normativa nel decreto legge 12 luglio 2011 , n. 107 che prevede con il suo articolo 5 le misure di contrasto che si esprime così: COMMA 1. Il Ministero della difesa, nell’ambito delle attività internazionali di contrasto alla pirateria al fine di garantire la libertà di navigazione del naviglio commerciale nazionale, può stipulare con l’armatoria privata italiana e con altri soggetti dotati di specifico potere di rappresentanza della citata categoria convenzioni per la protezione delle navi battenti bandiera italiana in transito negli spazi marittimi internazionali a rischio di pirateria individuati con decreto del Ministro delladifesa, sentiti il Ministro degli affari esteri e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, tenuto conto dei rapporti periodici dell’International Maritime Organization (IMO), mediante l’imbarco, a richiesta e con oneri a carico degli armatori, di Nuclei militari di protezione (NMP) della Marina, che può avvalersi anche di personale delle altre Forze armate, e del relativo armamento previsto per l’espletamento del servizio. COMMA 2. Il personale militare componente i nuclei di cui al comma 1 opera in conformità alle direttive e alle regole di ingaggio emanate dal Ministero della difesa. Al comandante di ciascun nucleo, al quale fa capo la responsabilità esclusiva dell’attività di contrasto militare alla pirateria, e al personale da esso dipendente sono attribuite le funzioni, rispettivamente, di ufficiale e di agente di polizia giudiziaria riguardo ai reati di cui agli articoli 1135 e 1136 del codice della navigazione e a quelli ad essi connessi ai sensi dell’articolo 12 delcodice di procedura penale. Abbiamo visto che le regole di ingaggio discendenti dal predetto articolo 5 sono state originate, con eccezionale pragmatismo improntato su soluzioni originali ed efficaci, con attente ed acute osservazioni ed indicazioni, dell’Ammiraglio PIROLI a cui è stato attribuito un encomio solenne con il foglio d’ordini della Marina Militare Italiana (FOM) numero 23 del 6 giugno 2012. Le regole di ingaggio oramai sappiamo che hanno avuto un processo di elaborazione di produzione secondo un meccanismo metodologico oramai consolidato presso tutti gli Stati Maggiori di Forza Armata e in particolare per la Marina ha visto il coinvolgimento dei seguenti 5 Ammiragli di squadra di seguito i MAGNIFICI CINQUE dell’INVISIBILE ARMADA: Ammiraglio CAMPREGHER nella qualità di Sottocapo di Stato Maggiore della Marina, diretto superiore di PIROLI con potere di avvallo di firma per la successiva visione al Capo di Stato Maggiore della Marina; Ammiraglio BRANCIFORTE nellaqualità di Capo di stato maggiore della Marina con pieni poteri di promulgazione ufficiale delle regole di ingaggio; Ammiraglio CALLINI consulente nominato “ad hoc” dal Capo di Stato Maggiore per l’esigenza del contrasto alla pirateria Ammiraglio BETTINI, sottocapo di stato maggiore della difesa il cui ruolo è di reggente ai sensi dell’articolo 92 del Decreto del Presidente della Repubblica numero 90 del 15 marzo 2010 così come è enunciato di seguito: COMMA 1. Lo Stato maggiore della difesa è retto da un Sottocapo di stato maggiore nominato con decreto del Ministro della difesa, su indicazione del Capo di stato maggiore della difesa, scelto tra gli ufficiali con grado di generale di corpo d’armata, ammiraglio di squadra o generale di squadra aerea in servizio permanente effettivo, appartenente a Forza armata diversa da quella del Capo di stato maggiore della difesa. COMMA 2. Lo Stato maggiore, ordinato di massima in reparti e uffici, e’ competente per la pianificazione,coordinamento e controllo nei vari settori di attività, ai reparti e uffici, il cui organico e’ stabilito su base di equilibrata rappresentatività delle Forze armate, sono preposti rispettivamente ufficiali generali o ammiragli e colonnelli o capitani di vascello delle Forze Armate. L’ammiraglio BETTINI aveva oltre alla veste sottocapo di stato maggiore della difesa anche i seguenti sei titoli di rango e non: UNO, Responsabile della Performance Organizzativa della Difesa, della Programmazione Strategica fino all’attuazione del controllo di gestione e alla contabilità economico-analitica; DUE, Datore di lavoro dello Stato Maggiore Difesa e responsabile della performance individuale della dirigenza del personale civile e della valutazione dei progetti del restante personale civile; TRE, Coordinatore del progetto di revisione dello Strumento militare approvato in Legge in data 11 dicembre 2012 e il provvedimento della Spending review delle Forze Armate; QUATTRO, VicePresidente del consiglio Superiore delle Forze Armate. CINQUE, Stimatissimo membro dell’OPUS DEI. Lo spirito dell’Opus Dei induce ciascuno a compiere le attività e i compiti del proprio stato, della propria missione nella Chiesa e nella società civile, con la maggior perfezione possibile, cercando di identificarsi con Cristo in mezzo al mondo, nella propria situazione e nella propria professione; SEI, L’ammiraglio BETTINI con questo curriculum, è uno che riesce a camminare sulle acque anziché limitarsi, come gli spetterebbe, a galleggiarvi. Il quinto uomo dell’INVISIBILE ARMADA è l’ammiraglio Luigi MARIO BINELLI MANTELLI nella qualità di CINCNAV (Comandante in Capo della Squadra Navale) ha posto in essere l’implementazione delle regole di ingaggio e si è avocato il comando operativo di tutti i Nuclei Militari di Protezione (NMP). Il meccanismo metodologico di elaborazione e di produzione delle regole di ingaggio di cui sopra (consolidato presso tutti gli Stati Maggiori) haseguito i dettami della tradizione con qualche piccola variante: l’ammiraglio Piroli introduce l’uso delle matricole alterne per i fucili AR 70/90 in dotazione ai marò da usarsi alternativamente nei giorni pari e nei giorni dispari. L’ammiraglio BETTINI applica una modifica migliorativa aggiungendo anche il turno festivo in ossequio allo spirito dell’Opus Dei che induce ciascuno a compiere le attività e i compiti del proprio stato, della propria missione nella Chiesa e nella società civile, con la maggior perfezione possibile, cercando di onorare Cristo in mezzo al mondo, nella propria situazione e nella propria professione. In tale ottica anche la matematica veniva tutelata. Sei erano i fucili AR 70/90 imbarcati di cui ne venivano usati due per volta: una coppia per i giorni pari, una coppia per i giorni dispari e una per i festivi. La coppia festiva, sempre su perentorio ordine di BETTINI, aveva avuto la benedizione del cappellano militare con la cerimonia solenne della letturadella preghiera del marinaio! Quello che è un poco sfuggito di mano è il processo di … mimetizzazione postuma delle regole di ingaggio visto che, forse in ossequio alla INVISIBILE ARMADA, sono come dire, “desaparecidas” ossia sparite. Dopo l’incidente della LEXIE lo stesso PIROLI è stato inviato in INDIA assieme ad un team di esperti ed ha eseguito i sopraluoghi sia sulla Enrica Lexie sia sul peschereccio a bordo del quale si trovavano Valentine Jelestie e Ajiesh Pinkper e steso un rapporto, riservato come dice in esclusiva il quotidiano La Repubblica. Dal rapporto dell’Ammiraglio PIROLI si evincono tentativi estremi di recupero di quanto specificato nelle regole di ingaggio (che tra l’altro aveva scritto Egli stesso) da poter esibire al mondo intero. Nella prima fase di recupero si narra che l’ammiraglio Piroli abbia ripreso, con adattamento dedicato, la celeberrima frase del grande Comandante Gregorio DE FALCO rivolta a Schettino approdato all’isola del Giglio “RISALITE ABORDO C...!” Poiché le regole di ingaggio hanno fatto le … indiane l’Ammiraglio PIROLI si è dovuto inventare un sintetico e veloce rapporto che si è rivelato di fatto una perforazione idrica (un buco nell’acqua)! Nella sintesi acuta PIROLI addossa tutte le colpe al comandante dell’Enrica Lexie il quale, secondo Lui, non ha attivate le misure passive previste e scrive: “Il comandante di N. Lexie ha messo in atto solo una parte delle azioni di difesa passiva raccomandate per evitare l’attacco di pirati. Si è limitato ad incrementare la velocità (di un nodo) senza manovrare per modificare la cinematica di avvicinamento, azionando i fischi e le sirene solo nella fase terminale dell’azione” Appena rientrato in Patria l’ammiraglio PIROLI, nel suo “a plomb” di pragmatismo e originalità, che gli è valso un encomio solenne giusto foglio d’ordini della Marina Militare Italiana (FOM) numero 23 del 6 giugno 2012, ha tentato una ardita joint venture con RAI 3 per una variante allafamosa trasmissione rinominata all’uopo “Chi le ha viste?” Con lungimiranza da stratega dei mari ha voluto scrivere la sceneggiatura personalmente, (magari ci scappa un secondo encomio solenne o addirittura la promozione ad ammiraglio di squadra). Tuttavia nello scrivere la sceneggiatura ha commesso un lieve errore, ha usato lo stesso inchiostro in dotazione alla INVISIBILE ARMADA con cui erano state scritte le regole di ingaggio …… l’inchiostro simpatico! Tutto da rifare! Oramai PIROLI, prendendo atto di essere a corto di idee (se ne è accorto … finalmente!), sta andando a lezioni serali dalla reincarnazione di Oudini “el mejor mago del mundo” sperando che possa imparare a tirare fuori dal cilindro le oramai famose regole di ingaggio e sempre che il coniglio, inquilino del cilindro, nel frattempo non gliele abbia … trombate ripetutamente! Ma ora focalizziamo l’attenzione sul personaggio dei MAGNIFICI CINQUE dell’INVISIBILE ARMADA che possiede la qualifica di DirettoreSuperiore del Tiro (DTS) il guru delle scienze dell’artiglieria navale l’ammiraglio Cristiano BETTINI. Dopo studi classici ha frequentato il Corso Normale di Stato Maggiore dell’Accademia Navale. Unitamente ad una lunga esperienza professionale, in ruoli di staff e di comando di navi militari, ha maturato numerosi anni di esperienza diretta anche nel settore della formazione, prima quale docente e, successivamente, nel grado di Ammiraglio, negli incarichi di Comandante dell’Accademia Navale, Ispettore delle Scuole della Marina Militare e Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa. E’ laureato magistrale in Scienze navali e marittime ed in Scienze politiche. L’ammiraglio Cristiano BETTINI ha altresì pubblicato due libri: IL PRIMO intitolato PROCESSO DECISIONALE IN AMBIENTE COMPLESSO - sviluppare capacità adattive. Data di uscita: aprile 2013 Pagine: 256 Prezzo: 27 € edito da Laurus Robuffo La recensione recita: “l’accresciuta evidenza che la non linearità,imprevedibilità ed irreversibilità della maggior parte dei fenomeni emergenti nei sistemi aperti nei quali siamo immersi, sono aspetti di una più estesa nozione di instabilità, non investe solo la natura e l’ambiente ma l’economia, l’innovazione tecnologica, le dinamiche sociali, come la geopolitica e non ci consente di continuare ad usare solo modelli semplificati e strumenti analitici e previsionali tradizionali. Questo è ancor più valido in un settore, come quello della Difesa e Sicurezza, che per sua natura si muove in aree di crisi dove la prevedibilità è ancor più aleatoria per l’incidenza di un numero straordinariamente alto di fattori di rischio e di sensibilità a cambiamenti continui ed è necessario ragionare secondo logiche integrate ed adattive, tipiche della complessità. Partendo dalle prime organizzazioni navali delle flotte nella seconda metà del XVIII secolo, che cercavano di rispondere alla “fog of war”, tipica degli eventi bellici, l’Autore ripercorre la lungaevoluzione del comando & controllo in mare ed i sedimenti rinvenibili nella storia e nella dottrina, per poi esaminare i principali insegnamenti che ci vengono offerti dalla teoria dei sistemi dinamici e della complessità, con i quali far affrontare oggi con maggiore efficacia le problematiche emergenti ad Ufficiali e Funzionari, fin dai loro primi incarichi direttivi.” IL SECONDO intitolato La formazione etica - Guida per ufficiali e funzionari 208 pagine edizione 2013 di Laurus Robuffo prezzo di vendita euro 20,40 La recensione recita “Socrate si stupiva che ci fossero scuole che preparavano i cavalieri, i marinai, i soldati per l’esercizio del mestiere delle armi ma non ci fossero scuole che preparavano a diventare uomini. Questo volume è indirizzato a tutti gli educatori, Ufficiali, Funzionari e Docenti che contribuiscono alla formazione etica di giovani nei primi anni del loro percorso accademico e professionale nelle Forze Armate o nei Corpi armati dello Stato, perprepararli a diventare uomini e donne più consapevoli e motivati. Tuttavia il possesso dei valori fondamentali, necessari ad un esercizio responsabile della professione, non comporta un’automatica capacità di trasmetterli; la trasmissione dei valori etici è complessa, sofisticata, perché investe il colloquio tra generazioni e la parola e l’esempio sono ancora gli strumenti più efficaci, unitamente alla disciplina in senso lato. Gli argomenti contenuti in questo libro intendono contribuire a migliorare la conoscenza e rendere così più agevole la trasmissione degli elementi fondamentali che caratterizzano l’etica di chi opera al servizio delle Istituzioni”. Ah! Gaiardo (come diceva Socrate)! L’ammiraglio Cristiano BETTINI ha introdotto un elemento straordinariamente innovativo: il secolo legale! Infatti le sue pubblicazioni rappresentavano il “non plus ultra” nel 1913! Avevano profondamente ispirato le 9 spallate sull’Isonzo del Generale Luigi Cadorna che, dopo decine dimigliaia di morti e la ritirata di Caporetto e Cervignano, li ha passati per consegna al Generale Armando Diaz che li ha utilizzati come libri di barzellette per risollevare il morale della truppa prima dell’offensiva sul Piave! L’ammiraglio Cristiano BETTINI ha sintetizzato nei suoi libri e applicato nella vicenda dei marò l’essenza della filosofia di KANT in quelli che possiamo tranquillamente definire “I CINQUE PILASTRI DELLA FORMAZIONE ETICA NEL PROCESSO DECISIONALE IN AMBIENTE COMPLESSO” di seguito “ I CINQUE PRINCIPI ETICI DI BETTINI” Primo principio etico di BETTINI: “Tacere sugli ordini dati alla Lexie”. Come Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa aveva la possibilità di impedire il rientro dell’Enrica Lexie nel porto di Kochi ma non l’ha fatto. Chissà da chi è stato generato l’ordine idiota! Secondo principio etico di BETTINI: “Tacere sui pescatori uccisi”. Come Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa e come Direttore Superiore del Tiro aveva la possibilità eil dovere di vigilare senza negligenza alcuna sui settori di restrizioni al tiro onde non mettere eventuali estranei in sicurezza dal cosiddetto spiattellamento del proietto durante il fuoco dissuasivo. Il fuoco dissuasivo consiste in uno o più colpi di avvertimento sparati dal fuciliere con uno scostamento dalla linea di mira alfine di non colpire il dissuadendo bersaglio. Il fenomeno dello spiattellamento è accademicamente conosciuto e si traduce in direttive che danno dei settori, delimitati da un angolo sul piano orizzontale il cui vertice è nel tiratore e la cui bisettrice è la congiungente tiratore bersaglio contro cui si applica la dissuasione. Nelle restrizioni per i tiri di artiglieria il settore di interdizione al fuoco è di 30° gradi a cavallo del piano di tiro misurati sul piano orizzontale per tutto lo spazio sopra questo settore. Il che significa che in caso di fuoco dissuasivo in un settore angolare di 30° gradi (15° grado per lato) attorno al punto mirato inacqua doveva essere libero da qualsiasi persona o cosa che potesse essere accidentalmente colpita. Nei confronti del bersaglio da dissuadere si doveva applicare quindi il cosiddetto tiro scursorato. Questa forma di tiro trova applicazione operativa (oltre ovviamente nelle regole di ingaggio di contrasto alla pirateria) nei casi in cui una nave militare esercita il diritto di inseguimento e intima di fermarsi all’unità inseguita con un colpo di artiglieria. Tale colpo, secondo la normativa nazionale, può solo essere sparato con punteria ottica (quindi non punteria radar) e la linea di tiro deve fare un angolo, con la congiungente inseguitore – inseguito di almeno 5 millesimi di radiante. I millesimi di radiante vengono misurati con le piastrine diastimometriche che altro non sono che quel crocicchio con tacche graduate sui cannocchiali dei fucili di precisione. Nelle artiglierie navali le piastrine diastimometriche compaiono sulle ottiche delle apparecchiature per la direzionedel tiro (ADT). Nelle armi portatili le piastrine diastimometriche trovano solo applicazione sui cannocchiali integrati solidalmente con l’arma stessa. L’occhio umano è uno strumento precisissimo negli allineamenti (per esempio bersaglio – mirino - tacche di mira) ma non può assolutamente stimare la misura di angoli ossia non riesce a definire un angolo tra la linea di tiro e la congiungente tiratore – bersaglio da dissuadere. L’ammiraglio BETTINI, forse distratto dalle enormità che stava scrivendo, non ha minimamente considerato l’assenza di ottiche diastimometriche che potessero “sguardare” opportunamente il fuoco negli AR 70/90 in dotazione ai fucilieri. Come aggravante non ha nemmeno verificato, forse perché sempre distratto dai non-sensi che stava scrivendo, che i fucilieri degli NMP (Nuclei Militari di Protezione) avessero ricevuto nell’addestramento un minimo sentore delle finestre angolari di restrizione al tiro. L’ammiraglio BETTINI non ha inoltre verificato,forse perché sempre distratto dalle “cose” che stava scrivendo, che le restrizioni dovevano inoltre valutare la tipologia della cartuccia 5,56 × 45 mm che è attualmente la cartuccia standard per i fucili d’assalto e leggeri in dotazione alle truppe NATO di cui si illustrano le caratteristiche: La munizione 5,56 standard nei paesi nato prende il nome di SS-109, è dotata di palla in piombo incamiciata in rame, ha un peso di soli 62 grs (4 grammi), e un baricentro arretrato. Essa è ottimizzata per una gittata utile delle armi che nei moderni scontri a fuoco è inutile che superi i 400/500 metri. Ha massa ridotta ed è lanciato a velocità elevata da una forte carica di lancio (possiede più energia di una con massa maggiore ma lanciata a velocità inferiore da una carica più modesta). Modesto rinculo e rilevamento (spinta all’indietro e verso l’alto dell’arma come effetto dello sparo, data dalla controspinta del proiettile): questo consente maggiore precisione nel tiro anche per imeno addestrati, e possibilità di doppiare il colpo o di sparare a raffica centrando comunque il bersaglio. E’ sottile, quindi ha meno superficie interessata all’impatto, conseguentemente maggiore capacità di penetrazione (ma minore effetto shock, o stopping-power, richiesto invece per le cartucce usate dalla polizia). E’ piuttosto leggera: ciò significa meno peso da trasportare, e possibilità per il militare di portare con sé più munizioni. Il baricentro dell’ogiva è spostato verso la parte posteriore, il che rende la palla estremamente instabile e tendente al ribaltamento se incontra ostacoli, come ad esempio le ossa. Perciò tale tipo di munizione causa ferite estremamente laceranti, con emorragie quasi sempre mortali (80% delle volte) indipendentemente dal punto di penetrazione iniziale In sintesi la cartuccia 5,56 × 45 mm ha una instabilità particolare che porta ad eccesso sia in numero che in “anomalie angolari” di rimbalzi e causa, a seguito di ferite non mortali,delle lacerazioni che provocano una mortalità dell’80% per dissanguamento dei soggetti colpiti. Questo tipo di calibro oltre a non venire usato da nessuna forza di polizia nel mondo non viene impiegato, dalle Forze Speciali, nemmeno nei casi di combattimento in ambienti ristretti quali quelli urbani. Derivato dal calibro 223 REMINGTON e impiegato con l’M16 nella guerra del Vietnam aveva già messo in luce una nutrita casistica di serie storiche afferenti deviazioni e rimbalzi causati anche da canne di bambù oltre che i rilievi sui casi di dissanguamento. In episodi successivi raffiche sparate sull’ingresso di stanze chiuse In sostanza la negligenza dell’ammiraglio BETTINI, ha, come conseguenza, dato il colpo di grazia alla difesa dei nostri marò. Il colpo alla tempia al timoniere del St. Antony e il ferimento del secondo pescatore poi morto per emorragia fra atroci sofferenze, restano avvolti nelle nebbie. Tutto scusabile, dunque, se in funzione della distrazione e delmisticismo religioso. Terzo principio etico di BETTINI: “Ignorare il governo indiano” La distrazione dell’ammiraglio BETTINI, sempre riferita alle “cose” di cui sopra, ha fatto sì che nella fase di presunta inchiesta del Ministero della Difesa (presunta è un eufemismo in realtà era immaginaria, roba da INVISIBILE ARMADA) non si mettessero dei capisaldi di chiarezza sull’analisi dei fatti. Ciò ha creato una spirale escalatoria dell’opinione pubblica contro l’India facendola apparire come una popolazione terzomondista di barbari del diritto. Tale opinione sul governo indiano ha creato tutta quella escalation tra India e Italia sicuramente non conforme alla spending review ma piuttosto una spending e basta! Quarto principio etico di BETTINI: “Ignorare il governo italiano” Soltanto gli indennizzi alle famiglie dei pescatori uccisi sono di trecentomila euro (la cifra guarda guarda equivale alla liquidazione di un ammiraglio di squadra). L’articolo 97 della costituzionerecita: “I Pubblici Uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’Amministrazione. Nell’ordinamento degli Uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari”. Il buon andamento è un principio generale, oggi codificato nella legge 241/1990, in base al quale gli agenti dell’amministrazione (sia centrale che periferica) devono operare rispettano e contemperando i criteri di efficienza (ossia il raffronto fra risorse impiegate e risultati ottenuti) di efficacia (ossia il raffronto tra obiettivi prefissati ed obiettivi raggiunti), di economicità (ossia l’ottimizzazione dei risultati in relazione ai mezzi impiegati. I pubblici dipendenti sono soggetti alle conseguenze del loro operato direttamente o indirettamente connesso allo svolgimento del’attività di ufficio. La responsabilità può essere penale civile o disciplinare. Il fatto di non averconsiderato la cosa nella giusta prospettiva pone il Direttore Superiore del Tiro, Cristiano BETTINI, di fronte ad un atto giuridico colposo, che nella fattispecie può essere definito colpa generica e la cui gravità dipende dal danno che si è causato. E qui parliamo sia della detenzione dei marò che del duplice omicidio. Le cause di colpa generica che fanno capo alle omissioni delle regole di ingaggio possono essere di varia natura: negligenza ossia omesso compimento di un’azione doverosa; imprudenza ovvero inosservanza di un divieto assoluto di agire o di un divieto di agire secondo determinate modalità; imperizia cioè negligenza o imprudenza in attività che richiedono l’impiego di particolari abilità o cognizioni. E qui prende corpo il quinto principio etico di BETTINI, ancora incompiuto: “Ignorare il Direttore” quello superiore del tiro naturalmente, che noi tutti ci auguriamo possa essere implementato con la dovuta celerità. Perché è chiaro che se vieneaccertata una sua responsabilità, a questo giro, i vari costi non saranno addebitati al contribuente italiano Il primo maggio 2013 l’Ammiraglio BETTINI viene nominato, visto che ha fin qui magnificamente figurato, Presidente dell’Organismo indipendente di valutazione delle Performance presso il Ministero della Difesa in attuazione dell’articolo 30 del decreto legislativo 150/2009 e qui ci vuole un nostro grido finale di potenza e levatura, naturalmente, ecclesiastica. BETIINI prende il posto dell’ammiraglio Quinto GRAMELLINI classe 1943, un vero professionista di dei conflitti bellici. Che, si sa, sarebbero ripudiati costituzionalmente dalla Repubblica Italiana. INFATTI: Il giorno 27 marzo, giovedì santo del 1997, GRAMELLINI nella qualità di Capo di Stato Maggiore di CINCNAV, su ordine dell’ammiraglio Umberto GUARNIERI, diramò a tutti i comandi impegnati nel Canale d’OTRANTO, il messaggio che incrementava l’azione di interdizione introducendo una regola di ingaggio (ROE)spiralizzante, non numerata, e così enunciata: <<BT …… attivare manovre dissuasive interdizione con cinematiche at velocità non (virgola) dicasi non (virgola) superiori at 15 nodi et con rotte che taglino prora bersagli at distanza non inferiore at 150 yards (120 metri) (PTO) INSISTERE con manovre sino at ottenimento inversione rotta bersagli verso coste albanesi…..BT>> La ROE è di fatto un atto di guerra emanato senza preventiva autorizzazione formale del parlamento. Tutti i Comandanti delle unità navali destinatari che erano in mare hanno ricevuto il messaggio con la ROE spiralizzante. L’allora Capo di stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio VENTURONI resosi conto della gravità dette subito l’ordine di annullare la ROE spiralizzante ma l’effetto che ottenne, viste le tempistiche operative, fu che il correttivo arrivò ai Comandanti in mare solo dopo il disastro; ad ogni modo la ROE spiralizzante scomparve dalla sede giurisdizionale sostituita da unachiaramente non spiralizzante precedente o successiva e quindi non costituì la verità processuale per una eventuale incriminazione contro GUARNIERI e/o GRAMELLINI. Quello che accadde è riportato nella sinossi del libro “Il NAUFRAGIO - Morte nel mediterraneo” di Alessandro LEOGRANDE edito da FELTRINELLI nel 2011. SINOSSI “Alle 18.57 del 28 marzo 1997 una piccola motovedetta albanese stracarica di immigrati, la Kater i Rades, viene speronata da una corvetta della Marina militare italiana, la Sibilla. In pochi minuti l’imbarcazione cola a picco nel Canale d’Otranto. È la sera del Venerdì Santo. I superstiti sono solo 34, i morti 57, in gran parte donne e bambini, 24 corpi non verranno mai ritrovati. È uno dei peggiori naufragi avvenuti nel Mediterraneo negli ultimi vent’anni. Ma soprattutto è la più grande tragedia del mare prodotta dalle politiche di respingimento. La guerra civile albanese, che infuria da settimane, spinge migliaia di uomini, donne e bambini a partire verso lecoste italiane in cerca della salvezza. La crisi del paese balcanico fa paura. In molti in Italia alimentano il terrore dell’invasione e prospettano la necessità del blocco navale. Così, tre giorni prima del naufragio, il governo italiano vara delle misure di controllo e pattugliamento nelle acque tra i due Stati che prevedono anche il ricorso a procedure di “harassment”, ovvero “azioni cinematiche di disturbo e di interdizione”. Prima dello scontro, la Sibilla insegue la Kater i Rades per un tempo che agli uomini e alle donne sulla carretta appare incredibilmente lungo. Il processo per accertare le responsabilità dell’accaduto è lunghissimo. Le indagini vengono ostacolate e intralciate, alcune prove scompaiono o non vengono mai recuperate. Alla fine, gli unici responsabili del disastro risultano essere il comandante della Sibilla e l’uomo al timone della Kater. Intanto in Albania, i sopravvissuti e i parenti delle vittime creano un comitato per ottenere giustizia. Alessandro Leograndeha indagato a lungo sul naufragio del Venerdì Santo: ha incontrato i sopravvissuti e i parenti delle vittime, i militari, gli avvocati, gli attivisti delle associazioni antirazziste e ha girato per le città e i villaggi dell’Albania da cui sono partiti i migranti”. Il Caramellaro
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