’Danno ambientale a Otranto’, Si indaga sul depuratore
 











Lavori deliberati dalla Regione, affidati dall’Acquedotto pugliese e mai cominciati. Ci sono intoppi e lungaggini burocratiche dietro la mancata realizzazione della condotta sottomarina del depuratore di Otranto, perla del turismo salentino che ogni estate soffre i problemi (odori nauseabondi in primis) causati da un impianto di depurazione vetusto, progettato per servire 15.000 persone e nei mesi di luglio e agosto costretto a sopportare 60.000 presenze. Intoppi e lungaggini che hanno portato la Procura di Lecce ad aprire un fascicolo per danno ambientale e presto potrebbero indurre il sostituto procuratore Antonio Negro a firmare avvisi di garanzia nei confronti di tecnici e amministratori che, a vario titolo, si sono occupati della vicenda. Storia lunga ma in realtà non troppo complicata.
Fatta di annunci e di soddisfazioni sbandierate per anni, che non si sono tradotte nell’avvio dei lavori che avrebbero dovuto portare alla sostituzionedella parte di impianto che scarica in falda con una condotta sottomarina che sbocca a due km dalla costa. L’intervento è stato deliberato dalla Regione nel 2011, finanziato per 3 milioni 600mila euro con fondi Por 2007/2013, poi affidato all’Acquedotto pugliese che del depuratore è ente gestore. Doveva essere completato entro il 31 dicembre scorso ma l’estate è alle porte e l’opera non è stata neppure cantierizzata.
"Intoppi burocratici" hanno risposto da Bari Regione e Aqp ogni qualvolta gli amministratori idruntini hanno chiesto lumi sullo stallo. Carte da bollare, che si perdono nel passaggio da un ufficio all’altro,  autorizzazioni da ottenere. L’ultimo documento mancante riguardava l’analisi sul fondale marino effettuata dall’Arpa, necessaria per il posizionamento della condotta, che è stata depositata poche settimane fa. Giusto prima dell’estate. In modo tale da rendere necessario un ulteriore rinvio. "I lavori inizieranno a settembre  -  ha spiegato ilsindaco Luciano Cariddi  -  ci hanno assicurato che finiranno entro il mese di dicembre prossimo, speriamo che sia vero".
Esattamente un anno dopo l’ultima data prevista. Dodici mesi oltre l’ennesima proroga, dopo la quale risulta scadutapure l’autorizzazione per lo scarico nel sottosuolo. Anche tale atto è stato acquisito dai carabinieri del Noe, diretti dal maggiore Nicola Candido, insieme a numerosi altri documenti negli uffici del Comune, della Provincia e della Regione, che ora vengono passati al setaccio per capire chi avrebbe dovuto fare di più e come. L’inchiesta è partita dagli esposti di alcuni cittadini che abitano nella zona del campo sportivo, esasperati dagli odori nauseabondi che in estate esalano dal depuratore e i denuncianti sono già stati ascoltati dai militari, confermando le circostanze che hanno indotto il pm a ipotizzare il reato di getto pericoloso di cose nella falda. Oltre ai reati ambientali, però, altri illeciti potrebbero essere stati commessia causa della ritardata cantierizzazione.
L’indagine va avanti, mentre l’estate incombe sulla perla dell’Adriatico, per l’ennesima volta costretta a fare i conti con quel’impianto inadeguato, che l’amministrazione ritiene debba essere non solo ristrutturato ma spostato del tutto. "Il depuratore si trova in un’area ormai completamente inglobata nella città  -  ha concluso il sindaco  -  da anni chiediamo alla Regione, all’Acquedotto pugliese e all’Autorità idrica di delocalizzarlo, per il bene della comunità e dei turisti ci auguriamo che tale necessità prima o poi venga presa in considerazione". Chiara Spagnolo,repubblica









   
 



 
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