La frittata e fatta. La Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia per la vergognosa gestione dei rifiuti in Campania e chiesto l’applicazione di pesanti sanzioni come previsto dal trattato (art. 260 TFUE), vale a dire una penalita giornaliera di 256.819 euro per ogni giorno di ritardo successivo alla seconda sentenza della Corte sino a che l’Italia non vi si conformi ed il pagamento di una somma forfettaria calcolata sulla base di 28.090 euro per ogni giorno trascorso tra le due sentenze. Come molti ricorderanno, la prima sentenza della Corte Ue risale al marzo 2010, per cui, a conti fatti, anche se ci si dovesse "miracolosamente" mettere in regola, non potrebbe essere evitata una multa che gia supera i 30milioni di euro. Le toppe piazzate alla buona e il fumo negli occhi buttato ogni tanto, soprattutto in prossimita delle campagne elettorali o ad urne appena chiuse, non hanno incantato la Commissione che "non escludenuove emergenze, dato che il trasporto dei rifiuti fuori dalla regione non risolve in modo adeguato i problemi endemici del territorio". L’impiantistica e ferma al palo, la differenziata non decolla, soprattutto a Napoli (con un tasso fermo al 20%), e chi decide di aprir bocca ai piani alti del potere, lo fa solo per sfornare pistolotti pro incenerimento. E scelleratamente si continua ancora a nicchiare circa la sorte di quei sei milioni di tonnellate di rifiuti imballati e stoccati presso vari siti in Campania. Il "nuovo" piano di gestione dei rifiuti per la Campania nel gennaio 2012 rischia di fare la fine dei precedenti e il libro dei sogni di giugno con le varie misure programmate fino al 2016, e destinato ad andare in fumo sull’impietoso banco di prova della realta. "Sono trascorsi tre anni dalla sentenza della Corte Ue. Sono tanti, e nonostante tutta l’assistenza data dalla Commissione alle autorita italiane, non e stata trovata una soluzione. Abbiamo dovuto prenderela decisione del deferimento e delle multe". Cosi una portavoce ha spiegato, durante il briefing della Commissione, la decisione di deferire l’Italia davanti alla Corte Ue. "Sono ministro da 45 giorni ma chiedo scusa per quanto e accaduto finora", ha affermato il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando che era stano informato dell’imminente staffilata gia durante l’incontro con il commissario europeo all’Ambiente Janez Potocnick. Il decreto del "Fare" prevede per il ministro la possibilita di procedere a dei commissariamenti per realizzare gli impianti previsti dal piano regionale che sono ancora incompiuti: non solo i termovalorizzatori di Napoli Est e Salerno, ma anche gli impianti per il compostaggio e la differenziata, ma su questo versante la strada si preannuncia tutta in salita. Nemmeno una delle scadenze previste dal piano regionale dei rifiuti e stata onorata e di incenerimento in Campania ve ne e stato fin troppo. Inoltre, come hanno opportunamente ricordato i duesenatori grillini Andrea Cioffi e Paola Nugnes, il Parlamento europeo "col voto del 20 aprile 2012 ha previsto entro il 2020 il divieto di incenerimento di qualsiasi materiale riciclabile e compostabile". Dopo anni e anni di disastri, sarebbe opportuno che si iniziasse a parlare di riduzione dei rifiuti, di raccolta porta a porta, della costruzioni di centri di riciclo e compostaggio, ma purtroppo si continuano a proporre le stesse patacche e per di piu in una terra gia avvelenata fin nelle sue viscere. I "Medici per l’Ambiente" della Campania, con un documento pubblico, hanno preventivamente diffidato il ministro dal dare inizio alla costruzione di nuovi inceneritori. "Il problema piu grave, si legge nel documento di denuncia, e rappresentato dai rifiuti industriali non da quelli urbani che finiscono nell’inceneritore. I rifiuti assimilabili agli industriali, per i quali non esistono impianti, sono quattro volte piu di quelli urbani". E ancora: "Con il documentato aumento dimortalita per tumori, il principio di precauzione sancito dal Parlamento europeo, impedisce la progettazione di impianti di incenerimento". Una strigliata ad Orlando l’ha data anche il battagliero don Maurizio Patriciello, nel corso di un incontro sulla piaga dei roghi tossici a Caivano. "Se lo Stato non e capace di combattere i roghi tossici si faccia da parte", ha tuonato il parroco che poi ha aggiunto: "I rapporti sulle ecomafie paragonano la Campania alla peste del Seicento: tutti sanno tutto ma abbiamo bisogno di risposte". Ma a patto che, aggiungiamo noi, non siano sempre le stesse. Dai toni forti ma intrisa di una profonda e amara verita e la denuncia di Angelo Ferrillo su "La Terra dei Fuochi", lo spazio spazio web di sensibilizzazione e monitoraggio ambientale da lui ideato: "Nel frattempo che i roghi tossici proseguono indisturbati, si promettono studi scientifici, osservatori, satelliti, tracciabilita, bonifiche e chi piu ne ha piu ne metta, ma chi deve fermarequesti criminali ancora non lo fa. Ministri, parlamentari, di maggioranza come di opposizione, politici vari, comitati, associazioni etc. etc. tutti ...stanno al gioco delle parti, l’eterno teatrino. La Campania sta bruciando e questi utili idioti vengono ancora a venderci chiacchiere". "Ma, conclude Ferrillo, bisogna smettere di credergli e pretendere che si fermi subito questo scempio senza i "se" e senza i "ma", tutto il resto e solo altro fumo tossico. Una Salus Victis, nullam sperare salutem". Ernesto Ferrante
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