La contaminazione da diossina è solo l’ultimo atto di una lunga storia di sofisticazioni. Ottobre 2007. Un’indagine sulla mozzarella di bufala della procura di Santa Maria Capua Vetere si conclude con 18 arresti, tra questi anche alcuni veterinari dell’Asl collusi con la camorra: permettevano la produzione di mozzarelle con latte di animali malati di brucellosi sostituendo il sangue di animali malati con sangue sano. Fosse solo la diossina...Purtroppo l’allarme sulla mozzarella di bufala è legato ad una vasta serie di pratiche di sofisticazione e taroccamento che ne fanno uno dei cibi più pericolosi prodotti in Italia. Nel «triangolo della morte», l’area più contaminata e inquinata d’Italia, e nelle terre controllate dal clan camorristico dei Casalesi, famosi allevatori e caseificatori, succede di tutto. Guarda caso sono proprio gli stessi paesi dove sono stati fatti i controlli dei Nas e dove sono state riscontrate presenze di diossina«moderatamente superiore al limite previsto», così ha detto ieri il ministero della Salute. I controlli sono risultati positivi in 25 caseifici che si approvvigionavano da 83 allevamenti, tutti posti sotto sequestro. Si tratta di aziende che operano nei comuni del casertano tra Casal di Principe, Villa Literno e Castelvolturno. Da tempo la Dda di Napoli e i carabinieri dei Nas sono impegnati proprio in quella zona in un importante lavoro di controllo e repressione dei cibi sofisticati, dal pesce, alla carne, dall’olio al vino. Solo per limitarsi alla bufala, a ottobre dello scorso anno nel latte per le mozzarelle è stato trovato l’ormone della crescita utilizzato per incrementarne la produzione. Pare che non faccia male alla salute ma non dovrebbe essere usato. Nel 2006 a 18 caseifici è stata revocata la licenza Dop: su 306 controlli, nel 10% dei casi è stato trovato latte non bufalino. Ma si fa ben di peggio. Molto spesso il latte di bufala viene adulterato con latte in polvere diorigine boliviana con un enorme risparmio per i produttori. Un chilo di mozzarella costerebbe 5 euro. Il latte di bufala un euro e 35 al chilo. Un chilo di latte boliviano costa 50 centesimi e produce 5 chili di mozzarella. Le forze dell’ordine hanno accertato che il latte in polvere arriva ogni settimana nel porto di Napoli dall’Olanda. Le mozzarelle vengono anche prodotte mischiando il latte locale con latte congelato e liofilizzato proveniente dall’estero: cagliate che arrivano da Romania, Polonia, Estonia e Lituania. Nello scorso ottobre, Lino Martone, segretario del sindacato degli allevatori bufalini di Caserta, aveva parlato di «130 caseifici con il marchio dop che sofisticano la mozzarella di bufala» e aveva presentato una denuncia alla procura. Un allarme negato dal consorzio che però non può ignorare la quantità di controlli positivi e di inchieste che coinvolgono allevatori e produttori. I conti infatti non tornano. Il latte prodotto nella zona non basterebbe allaproduzione totale e dunque evidentemente se ne usa dell’altro che viene da fuori. La cagliate rumene vengono congelate d’inverno e scongelate d’estate quando la domanda di latticini cresce. «Siccome quando arrivano in Italia dopo il viaggio e con il tempo si sono scurite, spesso vengono schiarite anche con la calce e addirittura con la soda caustica», spiegano i carabinieri. Un dato importante anche per capire da dove viene la diossina. Ieri il sottosegretario del ministero della Salute, Gian Paolo Patta, non ha escluso che la presenza di diossina «possa essere ricondotta anche a parite di latte estero non pulite e illegali». A questo punto, come ha promesso lo stesso Patta e come chiede Federconsumatori, c’è una sola cosa da fare per tutelare consumatori, ma anche allevatori e produttori puliti: divulgare il risultato delle analisi e fare i nomi dei prodotti e delle aziende coinvolte nella contaminazione da diossina. Consapevoli, però, che la sofisticazione della mozzarella dibufala non riguarda solo la diossina.de Il Manifesto
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