Egitto: il potere nelle mani dell’esercito
 











Mohammed Morsi non e piu presidente dell’Egitto. Dopo una giornata convulsa, che ha tenuto il Paese con il fiato sospeso, la sorte di Morsi - agli arresti domiciliari da meta pomeriggio di ieri, dopo la scadenza dell’ultimatum dei militari - e stata definitivamente segnata con l’annuncio, da parte del ministro della Difesa Abdel Fattahel Siss, di una road map che sospende la costituzione, consegna i poteri presidenziali al presidente della Corte costituzionale e crea un governo tecnico, in attesa di nuove elezioni presidenziali. Dopo l’annuncio della road map, presentata anche dal granimam di Al Azhar Ahmed el Tayyeb e dal capo della chiesa coptaTawadros, Piazza Tahrir, stracolma di manifestanti e illuminata dai fuochi d’artificio, e esplosa di gioia.
Un percorso che realizza "una vera conciliazione" e rimette in marcia il processo della rivoluzione del 2011, nelle parole di Mohamed el Baradei, portavoce di tutte le opposizioni egiziane. MaMorsi, nonostante tutto, sembra non mollare. E con un tweet, in serata, "sollecita civili e militari a rispettare la legge e la costituzione e a non accettare il golpe che riporta indietro l’Egitto". "Sono il presidente eletto", dice poi in un video registrato, dove invita il popolo a difendere la"legittimita". La lunga giornata che ha visto la deposizione del primo presidente dei Fratelli Musulmani e stata un crescendo di indizi sempre piu insistenti e visibili di un intervento dei militari. Alle voci di un golpe militare in atto, di arresti domiciliari per Morsi, di un divieto di espatrio per lui e per la cerchia ristretta di dirigenti della Fratellanza, si sono aggiunte le notizie su imponenti movimenti di mezzi blindati edi truppe, soprattutto nella zona del palazzo presidenziale di Ittahadeya.
Che tutto fosse pronto per l’annuncio lo aveva fatto intuire la mobilitazione alla televisione di Stato, dove militari eforze della sicurezza hanno presidiato le redazioni esoprattuttogli accessi agli studios televisivi, dai quali si  trasmettono le dirette. Nell’attesa quasi parossistica, le piazze si sono riempitefino all’inverosimile gia dal primo pomeriggio, in coincidenza con il count down per la fine dell’ultimatum. Anche le piazze pro Morsi si sono riempite e in tarda serata, ad Alessandria, ci sono stati scontri tra sostenitori e oppositori del capo dello Stato. In mattinata si era sparsa la notizia che le forze armate avrebbero diffuso un comunicato alle 16.30 ora locale, la stessa in Italia, esattamente allo scadere dell’ultimatum lanciato 48ore fa a Morsi per ingiungergli di trovare una soluzione condivisa con le forze di opposizione.
Un’intimazione a tenere in considerazione le rivendicazioni di milioni di persone, in quella che la Bbc ha definito "la piu grande manifestazione politica nella storia dell’umanita". Ma Morsi ha fatto scorrere le ore ribadendo in maniera quasi ossessiva di avere la legittimita dalla sua parte, in quanto presidenteeletto. A meta giornata, un nuovo drammatico messaggio del portavoce della presidenza: "E’ meglio per il presidente, che altrimenti riconsegnerebbe il Paese ai giorni della dittatura, morire in piedi come un albero". Solo qualche minuto prima dello scadere dell’ultimatum, la presidenza ha diffuso una nota che conteneva una ipotesi di road-map del presidente. Governo di coalizione e commissione per redigere una nuova costituzione da sottoporre al nuovo parlamento. Un tentativo fuori tempo massimo. Il ministro della Difesa el Sissi aveva incontrato inmattinata i vertici delle forze armate, e nel corso della giornata i leader delle opposizioni, delle istituzioni religiosee di alcuni partiti islamici (ma non la Fratellanza e lecorrenti salafite che le sono piu vicine, che non hanno accoltol’invito). In un drammatico crescendo di notizie sui social network, acolmare il silenzio delle voci ufficiali, il portavoce della Fratellanza ha scritto in serata: "E’ in corso un vero e proprio golpemilitare in Egitto. I carri armati si stannomuovendo nelle strade".
Al termine di una giornata drammatica, con le telecamere di tutto il mondopuntate sulle piazze divise del Cairo, Barack Obama rompe il silenzio. E in una lunga nota, senza mai citare la parola ’golpe’, lancia un forte appello alle Forze Armate, il caposaldo storico nei rapporti tra gli States e l’Egitto, perche "ristabiliscano quanto prima una situazione di agibilita democratica, senza ricorrere alla violenza, evitando di arrestare in modo ’’arbitrario’’ Morsi e i suoi sostenitori.
Gli Stati Uniti, sottolinea Obama, sono "profondamente preoccupati per la decisione delle Forze Armate egiziane di rimuovere il presidente Morsi e sospendere la Costituzione egiziana’’. ’’Faccio ora appello alle forze armate egiziane - afferma  - affinche agiscano rapidamente e responsabilmente per restituire piena autorita ad un governo civile democraticamente eletto, il piu presto possibile, attraverso un processo inclusivo etrasparente". Obama sa bene che in queste ore in piazza, tra chi ha chiesto la fine delregime dei Fratelli Musulmani c’e chi lo attacca per il suo appoggio a Morsi. Proprio agli studenti del Cairo, quattro anni fa, Obama lancio il suo storico appello al dialogo a tutto l’Islam. E oggi ricorda a tutti gli attori in campo che gli "Stati Uniti non sostengono alcun leader o alcun partito’’. ’’Il nostroimpegno - assicura il presidente - e a favore di un processo democratico e al rispetto della legge. Sin dall’inizio degli scontri - osserva Obama - abbiamo chiesto a tutte le parti dilavorare assieme, evitando ogni ricorso alla forza o alla violenza. Noi crediamo - prosegue il presidente Usa - che il futuro dell’Egitto dipenda dalla volonta del suo popolo’’. Detto questo, e necessario che la transizione sia rapida e che in nessun modo il rivolgimento popolare di queste ore sitrasformi in un vero e proprio colpo di Stato. In gioco non c’e solo una questione morale, ma anche il futurodell’allenza economico-militare tra Stati Uniti e l’Egitto, considerato tradizionalmente dalla Casa Bianca il secondo alleato storico, dopo Israele, di tutta la turbolenta area mediorientale. Al riguardo la legge federale parla chiaro: nessun aiuto economicopotra essere destinato a Paesi il cui governo democraticamente eletto venisse deposto da un golpe militare. A rischio ci sono 1200 milioni di dollari in aiuti militari e 250 milioni di aiuti economici. Non a caso, Obama affronta direttamente il punto con parole molto chiare rivolte ai militari: "Tenuto conto degli sviluppi di oggi ho dato direttive alle agenzie e ai dipartimenti competenti di valutare le implicazioni di legge rispetto agli aiuti americani al governo egiziano". Su questo punto, i nuovi padroni del Cairo devono dare assicurazioni molto in fretta. Il presidente della Commissione del Senato che controlla la gestione degli aiuti Usa all’estero, il democratico Patrick Leahy, ha gia fatto sapere che e pronto a rivederetutti gli aiuti all’Egitto, se i militari dovessero venir meno alla parola data e non cedere il potere. Il presidente degli Stati Uniti ha ordinato di evacuare l’ambasciata americana al Cairo.
Da parte sua, l’Unione europea ha lanciato un appello per l’organizzazione di nuove elezioni presidenziali nel piu breve tempo possibile.
"L’interferenza militare nelle questioni di qualsiasi Stato e fonte di preoccupazione. Quindi sara cruciale rafforzare velocemente il controllo civile in accordo con i principi della democrazia", ha dichiarato un portavoce del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon.
Nella notte, intanto, un gruppo di sostenitori del presidente destituito ha attaccato un edificio delle forze di sicurezza nel nord del Paese. Sette di loro sono rimasti uccisi negli scontri con le forze dell’ordine a Marsa Matrouh e Alessandria, sulla costa mediterranea. Tre oppositori di Morsi, invece, hanno perso la vita in scontri con sostenitori dell’ex capo dello stato ad AlMinya.

 









   
 



 
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