ENI, in tilt la centrale sversamento di greggio in mare, malori per la puzza di gas
 











Il nubifragio su Taranto, la pioggia abbondante e forse un black out che ha provocato la fuoriuscita dalla raffineria Eni di un grosso quantitativo di prodotto in mare. L’allarme e stato lanciato dal presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti, che ha avvertito di quanto stava succedendo attraverso la sua pagina Facebook. "E’ accertato - scrive l’ambientalista - dal canale A dell’Eni. Si vede materiale grigiastro semiraffinato in acqua".
Prima della notizia dello sversamento in mare, numerose segnalazioni da parte di cittadini avevano allertato Arpa e vigili del fuoco per segnalare la fuoriuscita di fiamme e denso fumo nero dalle torce della raffineria. Non e escluso, come accaduto in passato, che ci sia stato un blocco temporaneo a un impianto che ha fatto scattare il sistema di ecosentinelle. Un meccanismo che prevede proprio la fuoriuscita di fumo dalle torce. Diversi cittadini hanno postato su Facebook le foto che ritraggono lanube, visibile anche a chilometri di distanza.
"L’aria e irrespirabile per le imbarcazioni che si avvicinano -
dice ancora Marescotti - la capitaneria di porto e mobilitata, cosi come la societa Ecotaras specializzata per le bonifiche in mare.
"E’ assolutamente tutto sotto controllo", assicurano dalla Capitaneria di Porto di Taranto al lavoro nello specchio d’acqua antistante lo stabilimento. "La chiazza non si disperde al largo ma e tutta sotto costa, non c’e necessita di circoscriverla in mare". A quanto si e saputo dalla Capitaneria, il materiale in mare "sembrerebbe prodotto idrocarburico molto leggero". Un campionamento e stato fatto da parte degli esperti dell’Arpa che analizzeranno il materiale.
Lo sversamento - si e appreso - ha una estensione di 80 metri lineari sotto costa con una ampiezza verso largo di 10 metri con moto ondoso che spinge sotto costa e contiene la chiazza. Il materiale, quindi, non si disperde al largo.
Un forte odore di gas, irritazioni allevie respiratorie e malori. Sette persone sono sotto osservazione in ospedale a Taranto: si tratta di pazienti cronici, peggiorati negli ultimi giorni, da quando sulla citta jonica l’aria si e fatta irrespirabile.
Getto pericoloso di cose. E’ l’ipotesi di reato iscritta nel fascicolo di inchiesta aperto dalla Procura di Taranto per scoprire cause e responsabilita intorno alla chiazza nera sversata in mare dalla raffineria Eni, dopo il violento acquazzone di lunedi. Le indagini sono confluite in un fascicolo che il procuratore di Taranto Franco Sebastio aveva gia aperto un mese fa, delegando all’Arpa una serie di interrogatori.
Dirigenti e dipendenti dello stabilimento sono stati convocati dal personale dell’Agenzia regionale per l’ambiente, che sta simultaneamente verificando in laboratorio quali siano le sostanze fortemente maleodoranti che si levano dalla chiazza che misura una estensione di 80 metri lineari sotto costa e una ampiezza verso largo di 10 metri. Dallo sversamentoin mare si levano miasmi insopportabili che continuano ad ammorbare l’atmosfera del capoluogo jonico, rendendo l’aria irrespirabile.
Numerosi cittadini di Taranto si sono svegliati nel cuore della notte
per la forte puzza di gas che ormai da tre giorni si avverte in diversi quartieri. E anche questa mattina l’aria e irrespirabile. Non e ancora stata accertata l’origine del cattivo odore che sta provocando malori, irritazioni agli occhi e difficolta di respirazione. Centinaia le telefonate e le richieste di informazioni ai vigili del fuoco, all’Arpa, e alle forze dell’ordine. Un gruppo di cittadini - che si definisce ’Cittadini di Taranto in piazza’ - che ritiene la raffineria Eni la fonte di queste emissioni, ha preparato un documento che consegnera alla Prefettura nelle prossime ore in cui si ricorda l’incidente di lunedi scorso che ha interessato proprio la raffineria con il black out, la fuoriuscita di fiamme e fumo nero dalle torce, e lo sversamento di idrocarburi inmare.
La sostanza non e stata ancora del tutto recuperata dalla Capitaneria di porto e dalla societa Ecotaras, al lavoro con panne oleoassorbenti. La stessa missiva e indirizzata al sindaco, all’Arpa, all’Asl, all’Eni e ai carabinieri del Noe di Lecce. "Nell’area circostante alla zona di ’flusso’ - si legge nel documento scritto dai cittadini - l’odore di gas e insopportabile". Gli autori della lettera chiedono di sapere "se si e sottovalutato il danno visto che la Capitaneria di Porto gia da ieri dava per superato il problema; perche - chiedono - tanto ’incomprensibile silenzio’ intorno ad un problema che riveste sicuramente interesse globale per la comunita tarantina?".
I cittadini si domandano anche il motivo per il quale l’Arpa non abbia ancora fornito i risultati delle analisi. Il gruppo denominato sollecita infine "un rapporto dettagliato delle sostanze inquinanti riversate sia in mare che in aria" e chiede "agli organi competenti di provvedere agli opportuni accertamentiove si riscontrino estremi di reato, ipotesi di reato o violazione di norme’.
Anche il governo si e mosso. "Ho disposto un’indagine conoscitiva presso lo stabilimento Eni di Taranto", ha annunciato Simona Vicari, sottosegretario allo Sviluppo Economico. "L’indagine - aggiunge - avra come obiettivo quello di accertare, insieme alle autorita preposte, se siano state ottemperate tutte le misure riguardanti la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente". "Le analisi sono ancora in corso - dichiara il direttore Giorgio Assennato - dovremmo avere i primi risultati a breve. Si tratta probabilmente di idrocarburi, ma non possiamo dirlo con certezza. Quel che e certo e che il giorno stesso dell’incidente abbiamo controllato le centraline e i valori erano perfettamente nella norma, ma potrebbero essere dati non indicativi. Stiamo per lanciare insieme all’universita un nuovo programma di emergenza per il controllo delle emissioni".









   
 



 
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