Non si può certo dire che il governo delle larghe intese sia nato sotto una buona stella. La stella del Colle infatti non basta a tenere in piedi un governo legato solo da un interesse reciproco: vivere per non morire. Si tratta infatti di due schieramenti che non hanno più nulla da dire e da dare ad un paese agonizzante. E per non morire hanno trovato nell’inquilino del Colle il loro protettore. Il governo è infatti nato per volontà di un capo dello Stato che doveva già da un pezzo andarsene in pensione. Invece grazie ai camerieri europeisti, da quelli del Pd a quelli del Pdl per finire ai professorini montiani, l’artificio malefico è riuscito. E così il paese è in ginocchio, senza più essere in grado di un sussulto d’orgoglio nazionale. Ormai dipendiamo in tutto e per tutto dai padroni dell’Ue, della Bce, del Fmi e dei mercati. Tra la disoccupazione che cresce, le imprese che chiudono o delocalizzano, il degrado sociale e i sogni ormai spezzati citocca pure subire questa pantomima teatrale tra il centrosinistra e il centrodestra. Alludiamo alle sorti del Cavaliere che dà tempo è alla ricerca di un paracadute per non uscire di scena in malo modo. E molto probabilmente lo avrà anche perché conviene allo stesso Pd. Infatti sono tutti e due legati dallo stesso destino: restare a galla per non affondare. E così grazie alla ciambella di salvataggio del Colle continuano ancora a renderci infelici e dipendenti dagli altri. Non è più una questione di Berlusconi, di Prodi, di Bersani o di Renzi ma di un problema di presente e di futuro degli italiani. E con questa gente di centrodestra e di centrosinistra, compresi i vari Vendola e Di Pietro che in tutti questi anni hanno giocato a guardia e ladri e a fare i camerieri eurocrati è praticamente morte certa. Nessuno di costoro è stato in grado di offrire una soluzione ai problemi di un paese ormai agonizzante, soprattutto per colpa dell’ingresso nell’euro. E ci tocca pure assistere a questaulteriore sceneggiata, tra chi vede in Berlusconi il problema e chi lo difende. Non è certamente con l’uscita del Cavaliere che si potranno superare i gravi problemi di cui siamo affetti. Solo tornando alla nostra sovranità monetaria, economica e politica si potrà restituire speranza ai giovani di trovare lavoro e agli anziani di mantenerlo. E invece ci tocca sentire le solite baggianate dall’uno e dall’altro campo degli schieramenti. “Quando toccherà a noi…” dice Renzi faremo questo, quello e tante altre cose… Ma lo sa che senza il permesso della Bce, dell’Ue e del Fmi non si muove foglia? Evidentemente lo sa ma fa finta di non saperlo. Come tutti gli altri, nessuno escluso. “Il governo non casca, il governo ora va bene così...” dice un convinto Renzi in risposta alla prospettiva di crisi annunciata dal Pdl per ottenere un paracadute per Silvio. E il paracadute ci sarà perché, come abbiamo già detto, conviene anche agli zombi del Pd. Con Renzi la musica non cambieràassolutamente, in quanto non farà mai quel passo necessario per riprenderci la nostra vita: uscire dalla moneta unica e da questa Europa schiavista. Intanto in attesa del giorno della farsa, lunedì prossimo, della riunione della Giunta del Senato che dovrà decidere sulla decadenza di Berlusconi assistiamo agli ultimi cinguettii degli innamorati. Nel Pd si dicono certi che il governo andrà avanti indipendentemente dal voto sul Cavaliere, mentre nel Pdl promettono di staccare la spina in caso di decadenza del capo. Vedrete che alla fine gli interessi dell’uno e dell’altro prevarranno attraverso una soluzione accomodante. E il vero problema resterà sulla pelle degli italiani. Tornare al voto è forse l’unica soluzione possibile per mettere alla porta questi camerieri europeisti che ci hanno portato alla povertà e al degrado. E ci hanno tolto pure la voglia di sognare. carlo tata
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