L’istinto del lupo e Putin al New York Times: "Il gas l’hanno usato i ribelli"

 











Stretto fra la ricerca di una soluzione diplomatica e la voglia di intervenire militarmente, Obama d¨¤ un colpo al cerchio ed uno alla botte, ma non rinuncia affatto all’opzione dei bombardamenti. Anzi rivendica l’utilit¨¤ della posizione americana che avrebbe indotto la Siria a fare ci¨° che spontaneamente non avrebbe mai fatto, cio¨¨ ad aderire ad un piano che prevede la consegna ad un’autorit¨¤ internazionale delle armi chimiche stoccate in quel paese. S¨¬, perch¨¦ lui non ha dubbi n¨¦ incertezze: il responsabile delle atrocit¨¤ commesse in Siria ¨¨ Assad e nessun altro. Ce la mette tutta il Presidente, nel discorso alla nazione, per rispolverare l’appannatissimo blasone Usa, quello di un paese il cui establishment sarebbe impegnato a difendere immarcescibili principi di umanit¨¤ e di giustizia. E lo fa con un profluvio retorico imponente: "Di fronte alle immagini dell’uso delle armi chimiche e dei pap¨¤ che stringono i cadaveri dei loro figli nonpossiamo guardare dall’altra parte". E ancora: "Se non agiamo il regime di Assad non vedr¨¤ alcuna ragione per fermare l’uso dei gas e altri tiranni non ci penseranno due volte ad accumulare questi gas e ad usarli’’. Come se non fosse universalmente acclarato che gli Stati uniti non dividono il mondo con il comunque discutibile criterio dei "buoni e dei cattivi", ma solo con quello, pi¨´ cinico e pratico, "degli amici e dei nemici", come ampiamente dimostra la geometria delle loro alleanze. Il vecchio, inveterato vizio torna prepotente, malgrado Obama tenti di temperarlo con una formula che rivela per¨° cattiva coscienza: "Il paese ¨¨ stanco di guerre, non siamo il poliziotto del mondo". E invece lo sono, lo vogliono essere, eccome, perch¨¦ - dice Obama secondo un collaudato copione - "gli ideali, i principi e la sicurezza degli americani sono a rischio". Non arriva a dire "gli interessi", come in epoche diverse pi¨´ ruvidamente si faceva, ma il senso ¨¨ esattamente quello. Dunquebisogna punire la Siria e impartire una lezione che serva da avvertimento anche ad altri, perch¨¦ ¡°il mondo ¨¨ pi¨´ sicuro, ¨¨ migliore, se l¡¯America fa rispettare le leggi internazionali¡±. Quelle, per capirci, che di volta in volta, essa decide di fare proprie e fare valere. L’America, appunto, "gendarme" super partes e slegata da ogni vincolo, la cui amministrazione opera in proprio, anche fuori dal consesso internazionale, nel nome di un popolo eletto. E’, una volta di pi¨´, la dimostrazione che nel mondo contemporaneo ¨¨ la forza che fonda il diritto e non il diritto la forza. Poi Obama, consapevole che le tradizionali campagne guerrafondaie, fondate su un’informazione manipolata e a senso unico, non fanno pi¨´ facile breccia su un’opinione pubblica abituata ad attingere a molteplici fonti, fa una promessa solenne, tesa a rendere la propria decisione meno impopolare : ¡°Niente soldati americani sul terreno come in Iraq e Afghanistan, ma neppure un bombardamento aereo prolungatocome in Kosovo e Libia¡±. L¡¯operazione chirurgica non sarebbe per¨° ¡°una puntura di spillo¡±, perch¨¦ la potenza militare americana ¡°non fa punture di spillo¡±. Resta tuttavia che Obama ha deciso di ¡°rinviare il voto del Congresso¡±. Adesso la parola passa alla diplomazia, "per verificare che le recentissime aperture della Russia e della Siria non siano fallaci". Vedremo.
A 24 ore dal discorso alla nazione del presidente americano Barack Obama, Putin sceglie il liberal New York Times per rivolgersi a Washington e agli americani e presentare la sua versione dei fatti sulla Siria. Spiegando come siano stati i ribelli a usare le armi chimiche, Putin afferma: la Russia ’’non sta proteggendo il governo siriano ma la normativa internazionale’’.
E mette in guardia sulle conseguenze di un potenziale attacco americano contro Damasco, che sarebbe, senza l’appoggio dell’Onu, un ’’atto di aggressione’’: si tradurrebbe in ’’ulteriori vittime innocenti e in una escalation, potenzialmenteampliando il conflitto al di fuori dei confini della Siria. Un attacco aumenterebbe le violenze’’ e causerebbe ’’una nuova ondata di terrorismo. Metterebbe in pericolo gli sforzi multilaterali per risolvere il problema del nucleare iraniano e il conflitto israelo-palestinese’’, oltre a ’’destabilizzare ulteriormente il Medio oriente e il Nord Africa’’.
Putin ribadisce che ’’non c’e’ dubbio che gas’’ chimico ’’sia stato usato in Siria. ma ci sono ragioni per ritenere - afferma il presidente russo - che non sia stato l’esercito siriano ma le forze dell’opposizione per provocare un intervento’’ di potenze straniere che, cosi’, ’’si allineerebbero con i fondamentalisti’’.
Secondo Putin ’’non importa quanto l’attacco potrebbe essere mirato o condotto con armi sofisticate: vittime civili sono inevitabili, inclusi anziani e bambini, quelli che l’attacco dovrebbe proteggere’’. Un attacco, oltre a peggiorare la situazione destabilizzando il medio oriente, sarebbe anche una violazionedella normativa internazionale. ’’Dobbiamo rispettare il Consiglio di sicurezza dell’Onu. La legge e’ la legge e va rispettata, che ci piaccia o meno. In base all’attuale normativa, l’uso della forza e’ consentito sono per autodifesa o per decisione del Consiglio di sicurezza. Tutto il resto e’ inaccettabile e rappresenterebbe un atto di aggressione’’. ’’Dobbiamo smetterla di usare il linguaggio della forza e tornare sulla strada della diplomazia. Una nuova opportunita’ per evitare un’azione militare e’ emersa negli ultimi giorni.
Gli Stati Uniti, la Russia e tutti i membri della comunita’ internazionale devono trarre vantaggi dalla volonta’ del governo siriano a mettere l’arsenale chimico sotto il controllo internazionale per una successiva distruzione Giudicando dalle affermazioni del presidente Obama, gli Stati Uniti considerano questa come un’alternativa all’azione militare’’. Putin plaude all’interesse del ’’presidente a continuare il dialogo con la Russia sulla Siria. Dobbiamolavorare insieme per mantenere la speranza viva. Se possiamo evitare la forza in Siria, migliorera’ l’atmosfera internazionale e si rafforzera’ la nostra fiducia reciproca’’.

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