La campagna acquisti di Letta
 











Enrico Letta, visto che alla Camera i numeri per la fiducia ci sono, sta cercando i senatori di ricambio che possano sostenere un suo governo dopo la possibile ritirata del PdL dalla maggioranza. Il destino del pluri-condannato e pluri-condannabile Berlusconi, al di là delle dichiarazioni di facciata dei suoi ascari, è già segnato. Il Cavaliere, ma gli toglieranno pure il titolo, dovrà lasciare Palazzo Madama e la politica, ritirarsi ad Arcore, affidarsi ai servizi sociali che sicuramente non lo faranno occupare di orfanelle minorenni. L’ex premier spera che una eventuale crisi di governo da lui provocata crei la necessità di tornare alle urne dove i soliti sondaggi assicurerebbero una nuova vittoria al PdL. Questo sulla carta, perché in realtà per l’Italia dei moderati e delle partite Iva (e di quello che ne resta), per l’Italia che odia la sinistra in tutte le sue salse, una cosa è votare un centrodestra a guida Berlusconi candidato premier,un’altra ben diversa è votare per una Santanché o un Alfano che, ed è un loro handicap, non possono suscitare le stesse simpatie. Oltretutto, con il Cavaliere fuori gioco, deputati e senatori del PdL penseranno soltanto a mantenere la poltrona, il lauto stipendio e a indirizzarsi verso un cambio di schieramento. Ai voltagabbana del PdL si aggiungeranno i transfughi del Movimento 5 Stelle ed Enrico Letta, nipote di cotanto zio, o chi per lui, avrà tutti i numeri per governare ancora a lungo.
Nelle dichiarazioni degli ex berluscones transfughi peserà il richiamo ai supremi interessi dell’Italia, alla fase economica critica che il Paese sta attraversando e via giustificando ancora con un copione già scritto e già visto. L’Europa ci guarda, lo spread sta risalendo, chi comprerà i nostri Btp, l’economia è ferma, le imprese chiudono, la disoccupazione impazza, eccetera. Tutto vero, tutto giusto, ma è la forma che lascia a desiderare. Berlusconi rischia così di rimanere solo non potendopiù fare trasformare le aule dei tribunali in un bivacco di manipoli e visto che, diminuendo pure le risorse finanziarie a sua disposizione, i fedeli di oggi andranno a cercarsi nuovi ufficiali pagatori che gli garantiscano altri 4 anni di legislatura.
Alla fine è tutta una questione di soldi. Finché tra Arcore e Palazzo Grazioli circolavano soldi e sgallettate varie, il futuro era luminoso e progressivo. Oggi talune ragazze allegre si sono dileguate, i soldi sono finiti e la villa di Arcore diventerà inaccessibile per i comuni mortali e i maggiordomi di un tempo. Triste e patetico tramonto di un imprenditore imprestato alla politica per necessità propria e che ha portato nei Palazzi della politica cani, porci e odalische varie e che vede la sua cerchia di fedelissimi dissolversi mentre arriva la definitiva resa di conti giudiziaria. Così, anche le minacce di fare cadere il governo e andare alle elezioni rischiano per lui di trasformarsi nell’ennesimo bluff  all’insegna del piùclassico “armiamoci e partite”. Ma quando manca il comandante in capo, mercenari e soldati di ventura vanno subito a cercare un nuovo condottiero o un ufficiale pagatore che li foraggi. E’ il Mercato bellezze, e Berlusconi dovrebbe saperlo meglio di ogni altro. Si annuncia allora una lunga vita per il governo Letta o a quello che lo sostituirà ma comunque sempre all’interno di questa legislatura. Con questi chiari di luna, mandare i senatori e i deputati a casa, non conviene a nessuno e nessuno lo vuole. Marco Angelotti

 









   
 



 
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