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Obama all’Onu: -Assad è colpevole, serve una risoluzione forte-
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-La comunità internazionale deve imporre un bando alle armi chimiche-, «è nell’interesse degli Stati Uniti e del mondo». Barack Obama prende la parola all’Onu e subito affronta il nodo Siria, rilanciando le accuse contro Damasco, anche se ormai è assodato che non ci sono prove che a usare i gas sia stato l’esercito governativo e crescano invece i sospetti che l’abbiano fatto proprio i ribelli (ma Obama lo nega e anzi annuncia 350 milioni di dollari supplementari per gli aiuti). Per il capo della Casa Bianca, dire che non sia stato il regime di Bashar Assad a compiere l’attacco con armi chimiche dello scorso 21 agosto in Siria è addirittura «un insulto alla ragione umana» (sic) ed è «dovere delle Nazioni unite punire i responsabili». «Ci sono prove esistenti del fatto che il governo di Assad ha usato queste armi il 21 agosto» (prove che nessuno però ha finora visto), ha di nuovo affermato Obama ribadendo la posizione di Washington. «Gli ispettori cihanno dato prove chiare dell’uso di sarin sulla popolazione» (ma non, appunto, su chi lo abbia fatto). In ogni caso, a parere degli Usa, Assad una volta sistemata la questione delle armi chimiche non potrà comunque tornare a governare come se nulla fosse. Il presidente Usa ha parlato anche del ruolo dell’Onu spiegando che «senza una forte risoluzione l’Onu si mostra debole». Di tutt’altro tenore la posizione del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Nel discorso di apertura della riunione ha rivolto un appello al governo di Damasco e alle forze di opposizione e agli altri attori coinvolti per trovare un accordo e organizzare la conferenza internazionale di Ginevra 2: «Chiedo a tutti gli stati di smettere di alimentare il bagno di sangue e di interrompere il flusso di armi verso tutte e due le parti», ha detto Ban, perché «la vittoria militare è una illusione. L’unica risposta è la soluzione politica». La questione iraniana. A proposito di una soluzione diplomatica e alla lucedelle parole concilianti dell’Iran Obama ha detto che «devono seguire azioni» sottolineando di voler risolvere i problemi del nucleare dell’Iran in modo diplomatico. Le divergenze fra Usa e Iran - ammette Obama - non possono essere risolte da un giorno all’altro. Autobomba a Damasco. Sette morti e almeno quindici ferit è il bilancio del nuovo attacco terroristico che ha insanguinato la capitale siriana. In un quartiere a Sud di Damasco, da mesi campo di battaglia tra le forze ribelli e l’esercito, è esplosa un’autobomba in una zona controllata dalle truppe di Bashar Al-Assad. Secondo la tv di stato siriana e l’agenzia governativa Sana, che hanno diffuso la notizia, si tratterebbe di un attacco terroristico da parte dei ribelli. Il numero delle vittime è stato confermato anche dall’Osservatorio siriano per i diritti umani: «Alcuni feriti sono in condizioni gravi e delle abitazioni sono state danneggiate».
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