Berlusconi: "Butto per aria tutto". O no?
 











A dare retta a quel che dicono in queste ore tutti gli uomini e le donne di Berlusconi Letta dovrebbe avere (come premier, s’intende) i giorni contati. Sì, perché non appena il Senato disarcionerà il cavaliere togliendogli da sotto le terga lo scranno di palazzo Madama i suoi "famigli" si dimetteranno in massa, aprendo la crisi. Sempre che nel frattempo il Pd non cambi idea o dal Colle non vengano credibili segnali di "pacificazione", come i pidiellini e il giornalismo al seguito chiamano il colpo di spugna sulla sentenza che condanna Berlusconi in qualità di ideatore della più colossale evasione fiscale del secolo.
Dunque Berlusconi ha deciso di andare a vedere le carte dei suoi partner di governo, una volta per tutte. Vuole capire se c’è trippa per gatti o se il suo destino è segnato. Nel qual caso - così deve pensare il Caimano - meglio fare saltare il banco, assediare il Paese e giocarsi tutte le carte nelle elezioni contro un Pd piùsgangherato che mai, preda di insanabili e dilaceranti conflitti interni, in crisi organizzativa e, soprattutto, di idee. Forse, ovviamente. Perché le controindicazioni, nel caso in cui Berlusconi si intesti l’apertura della crisi ci sono, tanto per l’esito elettorale che nessuno può dare per scontato, quanto per i possibili contraccolpi finanziari che potrebbero patire le sue aziende .
Al momento, in ogni caso, mettendo in scena uno di quei colpi di teatro a cui ci ha abituati, Berlusconi va all’attacco, usando l’artificio che lo ha reso famoso: il rovesciamento della realtà. Non è lui che mena fendenti sullo stato di diritto, non è lui che nega legittimità allo Stato fondato sulla divisione dei poteri, non è lui che rivendica per sé uno statuto speciale. No. "E’ in corso - ha detto nella riunione dei gruppi del Pdl -  un’operazione eversiva che sovverte lo stato di diritto ad opera di magistratura democratica". Poi ha consegnato ai suoi, ma in realtà ad uso e consumopubblicitario di compiacenti media, uno sconsolato piagnisteo: "Sono i giorni più brutti della mia vita. Essere stato buttato fuori per un’accusa così infamante. Sono 55 giorni che non dormo, ho perso undici chili, uno per ogni anno di galera che mi vorrebbero far fare". Per poi suonare la carica: "Io non mollo il mio dovere è resistere e combattere nonostante sia molto difficile perché ho contro tutti’’. Un lungo applauso ha accolto la proposta del capogruppo del Pdl al Senato Renato Schifani quando questi  ha proposto ai presenti di considerarsi decaduti, al pari di Berlusconi, quando la Giunta voterà la decadenza del capo nella seduta del 4 ottobre. Ed anche la Lega Nord, che da tempo chiede a Berlusconi di staccare la spina del governo, sarebbe disponibile a dimettersi in linea con le decisioni prese dal Pdl.
Sull’altro fronte, il Partito democratico, per bocca del suo evanescentissimo segretario, si strappa le vesti per l’eventualità di una crisi e consegna alla stampaparole che devono avere fatto tremare le vene e i polsi dei cronisti: "Le decisioni e i toni incredibili usati oggi dal Pdl sono l’ennesima prova di irresponsabilità nei confronti del Paese, il Pdl pensa a sfasciare tutto, a rendere instabile l’azione del governo volta a risolvere i problemi degli italiani". Argomento debole alquanto, considerato che dietro le graziose chiacchiere di Letta si spalanca un vuoto di iniziativa politica davvero impressionante, che persiste  anche di fronte al crollo dell’occupazione, all’ecatombe dell’economia nazionale, alla svendita dei suoi fondamentali asset, al manifesto default del management pubblico. Anche il prode Franceschini lancia anatemi a vuoto: "Mentre il Presidente del Consiglio parla all’Onu e lavora per rafforzare la credibilità internazionale del nostro Paese, mentre affrontiamo emergenze di ogni tipo ci troviamo di fronte a parole e gesti di una gravità assoluta. Se qualcuno pensa che siano forme di pressione, sappia che sonopressioni a vuoto’’. Figuriamoci...
Il presidente della Repubblica, invece, è assai preoccupato, perché vede la sua creatura, le "larghe intese", avvicinarsi stremata al precipizio. Ora Napolitano  vuole verificare con maggiore esattezza quali siano state le conclusioni dell’assemblea dei parlamentari del Pdl. In altre parole, vuole capire se lì si fa sul serio, oppure se si tratta dell’ennesimo bluff.
La commedia strapaesana, giunta alla millesima puntata, continua. Dino Greco









   
 



 
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