Morales: Obama, un criminale
 











Non si è spenta ancora la eco della dura denuncia del presidente boliviano Evo Morales contro Barack Obama, accusato all’assemblea dell’Onu di condizionare l’organismo internazionale e di essere responsabile di crimini contro l’umanità. In una successiva intervista rilasciata a “Russia Today”, il presidente boliviano ha spiegato perché il presidente statunitense dovrebbe essere giudicato da una corte penale internazionale partecipata da osservatori indipendenti. E perché sia anecessrio trasferire la sede centrale dell’Onu da New York a un Paese neutrale, “per esempio in Svizzera, Austria, Brasile o Argentina”. Il presidente boliviano ha accusato l’omologo statunitense “di aver istigato i conflitti nel Vicino Medio Oriente per destabilizzare la regione e accrescere la rapina di materie prime (energia)”. Morales ha ricordato l’esempio della Libia dove  “hanno complottato per ucciderne il presidente ed usurpare il petrolio libico”. Adesso, haaggiunto Morales “l’Amministrazione Usa sta finanziando ribelli che combattono contro presidenti che non sostengono il capitalismo e l’imperialismo” e “dove un colpo di Stato è impossibile”, gli Usa “manovrano per dividere il popolo, indebolire una nazione, manovra che offre poi il pretesto per ottenere l’intervento di “forze di pace”, della Nato e del Consiglio di sicurezza. Intervento per poi impossessarsi delle risorse petrolifere e guadagnare un controllo geopolitico sull’interesse per loro fondamentale: il flusso dell’energia dalla regione al mondo e, non certo per imporre in rispetto dei diritti umani”. Per Morales “ogni Paese possessore di fonti di energia, di petrolio e di gas è minacciato direttamente dagli Usa di Obama” e dalla loro politica di rapina globale. E proprio per esorcizzare una tale minaccia, il presidente boliviano ha annunciato un prossimo incontro con il presidente del Venezuela Maduro “per analizzare una tale minaccia al Venezuela”. Le relazioni tra gli StatiUniti e i Paesi latinoamericani sono in generale giunti ad un forte stato di tensione, come dimostrato sia dal noto incidente diplomatico del blocco, questa estate, sui cieli dell’Europa occidentale, del volo che da Mosca riportava in patria lo stesso Morales e sia dalle reiterate accuse latinoamericane di “spionaggio della National Security Agency”, riportate nella stessa assemblea dell’Onu dai presidenti del Brasile Dilma Roussef e del Venezuela Maduro.l.m.









   
 



 
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