Piacenza, allarme salmonella in un salumificio: “Ritirare il salame in commercio”
 











E’ allarme in provincia di Piacenza ma non solo, per la segnalazione di un aumento di casi anomalo di salmonellosi in tutta la provincia. Per questo il Servizio veterinario dell’Azienda Usl ha effettuato nelle scorse settimane alcuni controlli specifici per determinare la causa dell’infezione e ha identificato “con certezza – scrive in una nota – nel salame del Salumificio Val d’Ongina di Monticelli la causa di alcune infezioni umane”. Questo grazie agli accertamenti della determinazione genetica effettuata dall’Istituto zoo profilattico sperimentale di Parma.
Il salame contaminato, che era già stato commercializzato sulla grande distribuzione attraverso una rete di supermercati di grande e media dimensione, verrà ora sequestrato. Il Servizio veterinario Ausl, dopo aver bloccato tutti i prodotti, ha poi chiesto allo stesso salumificio il ritiro dal mercato di tutto il salume commercializzato come previsto dalla normativa europea. Poiché una partedel salame è chiaramente già stata acquistata dal consumatore finale, i cittadini che detengono salami a marchio Val d’Ongina sono stati invitati a non consumare il prodotto per precauzione e di restituirlo alla rete di vendita presso il quale è stato acquistato. Saranno poi i supermercati a rendere il salame al produttore per le successive indagini del Servizio veterinario.
Il titolare del salumificio Val D’Ongina, Furio Burgazzi ha cercato di rassicurare i consumatori: “Abbiamo già provveduto a ritirare il prodotto da tutti i ristoranti e supermercati con cui lavoriamo. Siamo d’accordo con l’Ausl nel chiedere, per prudenza, di restituire il salame che potrebbe aver subito una contaminazione. Ogni settimana vendiamo 4mila salami – ha puntualizzato – e fino ad oggi non era mai successo niente. Grazie ai nostri sistemi di controllo e alla pulizia di alto livello i nostri prodotti sono sempre stati garanzia di qualità. Purtroppo inconvenienti di questo genere possono capitare achiunque, come ci è stato confermato anche da un gruppo di esperti della Stazione di Controllo Sperimentale di Parma a cui ci siamo affidati per capire l’origine della contaminazione. La salmonella è un virus invisibile riscontrabile in tantissimi alimenti tra cui uova, pollame, latte e carne cruda”. I casi, in particolare, si sarebbero verificati durante un paio di cerimonie in cui è stato servito il salame nell’occhio del ciclone, oltre a pesce crudo e altri alimenti.
Per questo Burgazzi ha tenuto ad aggiungere che “le autorità hanno compiuto il loro dovere e anche noi rinnoviamo l’appello a non mangiare il salame acquistato alcune settimane fa e, in via cautelativa, a riportarlo dove è stato acquistato. Il nostro impegno per garantire la massima sicurezza degli alimenti è totale e al primo posto nella politica aziendale. Anche alcuni dei nostri dipendenti sono stati sottoposti ai controlli e, nonostante avessero consumato il salame “incriminato” non sono risultati positivi. Avolte basta veramente poco anche nelle cucine di casa come un coltello o affettatrice contaminata”.
I sintomi della salmonella iniziano a circa 12-24 ore dall’ingestione del cibo contaminato, inizialmente con dolori gastrici, poi addominali, dopo altre 12 ore iniziano i primi sintomi eclatanti come vomito, dolori articolari, crampi, febbre, scompensi di temperatura, allucinazioni e dissenteria alternata a stitichezza. Gian Marco Aimi,ilfatto









   
 



 
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