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Santos boicotta il rilascio unilaterale del marine prigioniero delle Farc
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Come gesto umanitario nel contesto delle conversazioni di pace con il governo, lo scorso 19 luglio l’insorgenza rivoluzionaria delle Farc aveva annunciato la disponibilità di liberare unilateralmente il marine statunitense Kevin Scott, catturato alcune settimane prima nel dipartimento del Guaviare. Per il suo rilascio, le Farc avevano chiesto la creazione di una commissione umanitaria formata dalla Croce Rossa Internazionale, dalla leader di Marcha Patriótica Piedad Córdoba e da un delegato di una comunità religiosa. Per tutta risposta, il Presidente “Jena” Santos ha negato alla dirigente di “Colombiani e Colombiane per la Pace” di partecipare all’operazione. Successivamente, la guerriglia ha richiesto la presenza del pastore nordamericano Jesse Jackson, che ha accettato, dichiarando di essere stato autorizzato dallo stesso Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Occorre ricordare che il regime colombiano non è nuovo all’utilizzo del simbolo dellaCri (in patente violazione a qualunque norma del diritto internazionale) per perpetrare attacchi militari a tradimento, e la presenza di una personalità di questo calibro può facilitare la creazione di un clima di fiducia che permetta la buona riuscita della liberazione. Il Presidente “Jena” Santos ha però, lo scorso 29 settembre, serrato tutte le porte per una liberazione unilaterale del gringo, ripetendo come un mantra di non voler permettere “uno show mediatico”. A prescindere dal fatto che è proprio Santos, come tutti i suoi predecessori, quello che interpreta la politica solo come uno show mediatico (orchestrando false smobilitazioni ed esecuzioni extragiudiziarie di inesistenti guerriglieri in primis), il desiderio di “riscatto a sangue e fuoco”, che lo tormenta, si muove in una logica assolutamente contraria al buonsenso, e rappresenta un pericolo per la vita stessa del prigioniero, nonché per i fragili equilibri su cui lavorano le parti al Tavolo dei Dialoghi all’Avana. Matant’è, Santos è impegnato nella sua campagna per cercare di riconquistare qualche punto negli indici di gradimento dell’operato suo e del suo governo, e ha bisogno come il pane di intorbidire le acque della già limacciosa politica colombiana. Associazione nazionale Nuova Colombia
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