"La Costituzione si difende praticandola"
 











Inutile avventurarsi nella conta dei numeri. Basti registrare che Piazza del Popolo non ce l’ha proprio fatta a contenere la quantità davvero grande di persone che hanno accolto l’appello dei promotori di "La via maestra". Una platea d’eccezione, competente e attenta come ad un concerto di musica classica, e prò partecipe ed entusiasta, durante gli interventi degli oratori che si sono avvicendati al microfono: a cominciare da Edda Pando, che ha spiegato come la Costituzione appartenga a tutti, migranti compresi, visto che essa è la negazione di ogni forma di discriminazione ed afferma i diritti universali di ogni essere umano; poi costituzionalisti (come Rodotà, Zagrebelsky, Pace, Settis) che hanno ricordato come la Carta non sia una generica affermazione di principi, ma sia innanzitutto lo strumento di un processo trasformativo della società nel senso della libertà e della giustizia, dell’uguaglianza e di uno sviluppo progressivo della democrazia;e come oggi sia indispensabile battersi contro coloro che oggi detengono il potere politico e ne stanno distruggendo l’architrave portante. Quindi la studentessa, che ha dimostrato quanto la vita reale delle più giovani generazioni, condannate ad un perenne precariato, sia lontana mille anni luce dallo spirito e dalla lettera della Costituzione. E’ stato poi Landini, in un applauditissimo intervento, a raccontare come la lotta degli operai della Fiat abbia trovato proprio nella Carta "la strada maestra" per combattere la discriminazione sindacale subita dai lavoratori della Fiom da parte della Fiat che ben rappresenta l’arroganza di una classe proprietaria sostenuta, foraggiata dai governi, da tutti i governi degli ultimi vent’anni, di centrodestra e di centrosinistra. E’ poi toccato a don Ciotti togliere il velo d’ipocrisia di cui si ammantano quei sedicenti cattolici che hanno smarrito il messaggio evangelico che chiede di stare sempre dalla parte dei più deboli e di lottare peraffermarne i diritti che i ricchi e la protervia dei potenti calpestano. Da tutti la Costituzione è stata evocata, nell’insieme e nelle parti, non già come un totem da venerare, ma come un progetto capace di rigenerare la politica, di fare vivere la democrazia come partecipazione pittosto che come privilegio di oligarchie privilegiate, staccate dal popolo e totalmente dimentiche dell’interesse generale, sacrificato a quello personale e di casta. Stefano Rodotà, concludendo davanti ad una folla che non voleva saperne di lasciare la piazza, ha voluto sottolineare come la Costituzione non sia una macchina che una volta messa in moto produce automaticamente i suoi benefici effetti, ma come essa si nutra della partecipazione attiva e responsabile dei cittadini e dei lavoratori che ne rappresentano la nervatura. E la Costituzione, "scritta da persone sane per gente sana", come recita una frase posta su internet da un cittadino comune che Zagrebelsky ha voluto citare, mantiene - oltresessant’anni dopo la sua promulgazione -l a propria straordinaria vitalità. Altro che retaggio conservatore: la Carta indica la strada per un profondo rivolgimento di una società drammaticamente segnata dallo sfruttamento e dalla diseguaglianza. L’invito conclusivo, accolto da grande consenso, è stato ad unirsi, a superare diffidenze di minor conto e a fare della Costituzione la bussola di una comune lotta politica. La Costituzione non si difende solo evocandola, ma praticandola, così come hanno fatto i movimenti per il diritto al lavoro, per l’acqua pubblica, per i beni comuni, per la pace e contro la guerra, per l’ambiente, che in questi anni hanno solcato il Paese e che da oggi trovano un solido collante per continuare insieme e con maggiore efficacia la battaglia per la trasformazione della società.D.G.

 









   
 



 
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