Il ciclico brodo italico
 











E’ con un certo disgusto che ci permettiamo, di offrire ai lettori il solito identico compendio di quanto passa il ristorante della “politica” nazionale.
Il menù - passano le ore, i giorni, gli anni, quasi i secoli - non cambia, è sostanzialmente lo stesso da sessantotto anni a questa parte. Le variazioni sono state minori: da una cucina tradizionale si è passati ad offrire ai clienti-dipendenti cittadini, circa un ventennio fa, anche piatti di nouvelle cuisine.
Una volta, prima dell’ultimo ventennio, i notisti politici omologati al sistema della cosiddetta “prima” repubblica, si producevano quotidianamente in quello che veniva definito il “pastone”:  una ribollita giornaliera che riassumeva i principali “eventi” accaduti. Di tutto un po’: dalle genuflessioni degli elemosinieri al padrone americano e atlantico, spacciate per “negoziati” e “colloqui”, opportunisticamente contrastate dall’allora pci (che rimuoveva sapientemente ai suoimilitanti l’avvenuta “svolta di Salerno” togliattiana e la sostanziale accettazione della divisione del mondo operata a Jalta tra “Occidente capitalista” (Italia inclusa) e “Oriente comunista”), alle cronache minori sui variopinti falsi conflitti tra partiti dell’allora dichiarato “arco costituzionale”.
Beh, con la “seconda” di repubblica, si è passati da quel “pastone” a un similare “brodo” diligentemente servito dalle moltiplicate trombe mediatiche di disinformazione in possesso del potere (giornali, radiotelevisioni, siti internet, messaggini tweet).
Prendete in un mazzo sintetico quanto è stato discusso o “fatto”  nelle ultime settimane di fine estate e inizio autunno.
Intanto il piatto forte è stato, nel bene o nel male, quello definibile l’insalata Berlusconi. Servita doviziosamente come antipasto e ammazzacaffè.
Dalla condanna “ad personam” per aver evaso il fisco del 5% su quanto già effettivamente versato (mentre contro stuoli di grandi reali e totali evasori,da Gianni Agnelli ai suoi eredi beneficati dai fondi neri occultati in Svizzera nessun giudizio o interdizione è stata mai pronunciata; mentre a grandi evasori ma personaggi dello spettacolo, dello sport, dei clan dei grandi industriali o dei grandi biscazzieri, o dei grandi “finanzieri”-speculatori, è stato al contrario o permesso di vivere allegramente con i loro bottini – pensiamo a George Soros, laureato da Prodi honoris causa per aver speculato sulla lira – o pacificamente liberarsi del “problema fiscale” pagando dal 5 al 20% del dovuto al massimo), agli altri giudizi in corso o sanzionati: il mega risarcimento a De Benedetti per non avergli permesso di comprare per un tozzo di pane, fare a pezzi e svendere la Mondadori, il mega “rimborso spese” mensile alla sua fortunatissima ex moglie, il processo in corso per le allegre notti di Arcore. E l’ultima da tempo annunciata tegola. Quella della “compravendita di senatori” (come dicono: “per far cadere il governo Prodi”). Basterebbeguardare in faccia l’Accusatore, il faccendiere De Gregorio, per capire quanta sostanza ha quest’accusa… Senza contare che l’Italica Gente, da che esiste una “nazione” unita (25 luglio e 8 settembre 1943 compresi), pratica lo sport del trasformismo con caparbia ininterrotta volontà. Ma sembra che nessuno, almeno di questi tempi, abbia letto i “files Wikileaks di Assange” sull’ambasciatore Usa Spolti (2008) che relazionava sulle compravendite amerikane dei vari “alleati” di governo del Cavaliere, per fermare quel cattivone del Berlusca che si permetteva di intessere accordi politico-economici con Putin o con Gheddafi…
E, nel particolare, senza contare che il governo Prodi non cadde affatto per “aver comprato” De Gregorio (peraltro un destrorso, già coordinatore del quotidiano Il Tempo a Napoli e amicissimo del Lavitola) ma per ben altre “scissioni”, politicamente più che giustificate, come quella dell’esponente trotzkista e come quella dell’allora senatore Fernando Rossi del Pcdi,creatore negli ultimi giorni di quella legislatura, assieme a Franca Rame, del “movimento per il bene Comune” antigovernativo.
Ovviamente tra antipasto e ammazzacaffè vi sono state anche alcune altre “portate”. Dalla “fondamentale” legge sul femminicidio (che spingerà altre donne, magari surrettiziamente, a sfornare denuncie per stalking e d’altra parte verosimilmente provocherà una spirale di ulteriore violenza), alle varande leggi di apertura alle famiglie gay (adozioni incluse) e contro la libertà della ricerca storica e di pensiero (con pene più gravi per un “antisemitismo” che potrà giungere a cancellare anche la evidente differenza tra critica al sionismo israeliano e critica all’ebraismo: legge al limite applicabile anche ai rabbini antisionisti che dichiarano la Shoah un’ “industria” usata da Israele per agguantare dappertutto fondi e sostegni finanziari di sopravvivenza).
Tra i piatti serviti, anche un assaggio di “finanziaria” (e cioè “legge di stabilità”) dichiarata –spergiurando sul “non aver aumentato le tasse” - dal neodiccì Letta e dal suo omologo Alfano “fondamentale” anch’essa. Una legge delle “tre carte”. Una regala qualche euro nelle buste paga dei lavoratori dipendenti ed elimina sempre qualche euro dai versamenti delle imprese, l’altra aumenta le tasse con una nuova superimposta e l’altra ancora che prevede un ulteriore esborso dei contribuenti alla fine del triennio.  Una legge “fondamentale”… per la sua inutilità e caparbia volontà di perseverare nel rigore imposto dall’Europa delle banche e della miseria. Con il collaterale bisogno di un’altra “manovra” per circa 3 miliardi di euro per pareggiare l’esborso per l’abolizione della seconda rata dell’Imu e per rifinanziare la cassa integrazione e la mobilità (verso la disoccupazione), manovra che accorda ca va sans dire un proficuo sconto ai biscazzieri (toh, quelle imprese che finanziano il Club Vedrò dello stesso Letta…).
Il carrello della frutta, infine, ha proposto tre oquattro prodotti esotici. Il rifinanziamento delle missioni militari “umanitarie” (con gli italiani servi e sherpa dei colonizzatori atlantici) dalla Bosnia al Kosovo, dal Libano all’Afghanistan e oltre, gli imposti acquisti miliardari dagli Usa di aerei da guerra; l’inizio della cosiddetta unione bancaria europea, con 15 banche italiane da sottoporre all’occhiuta “vigilanza” della Bce pilotata dal brasseur d’affaires financier Mario Draghi (e di certo al popolo bue verrà risparmiata la cronaca dei vari “braccio di ferro” che si svolgeranno tra Via Nazionale e Basilea e cioè tra le banche – le stesse da “vigilare”… sic – che hanno illegittimamente la proprietà del 93,5% della Banca d’Italia, e le banche d’affari internazionali che controllano, attraverso la Bri e il Fmi la stessa Banca centrale europea: un doppio, triplo, quadruplo inciucio fra speculatori di tutte le risme); il candido apprendere che i “nostri” servizi segreti hanno funzionato come antenne locali per milioni diintercettazioni disposte sui governi coloniali atlantici dalla Nsa, l’Agenzia di sicurezza nazionale; le svolazzanti gesuitiche dichiarazioni dell’attuale papa che di “Francesco” ha solo il nome, ben intenzionato a proporre il piede della sua chiesa nelle due staffe tradizione e modernismo.
Il tutto innaffiato di vinaccio di terza scelta: dalle disfide di burletta nel pdl, a quelle nel pd e in scelta civica (ve ne risparmiamo qualche altro bicchiere).
Ah, poi, viene il bello. Viene presentato il conto.
Più rigore, più disoccupazione, meno aiuti all’economia, radicali tagli allo stato sociale, svendita di quel poco che resta all’Italia delle industrie strategiche (energia, trasporti, telecomunicazioni, cantieristica). Il tutto nel Sacro Nome del Pareggio di Bilancio.
Appunto: l’ormai ciclico brodo italico.
Che dire? L’Italia viene divisa e lacerata. Gli italiani si rifugiano nella strenua – ma vana: e non lo capiscono! – difesa dei propri individuali orticelli chevedranno nuovi stupri e devastazioni da parte delle bande di briganti che calano dalle Alpi (e dall’Atlantico).
I nuovi lanzichenecchi imperversano ancora.









   
 



 
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