Maxi Corteo per la Terra dei Fuochi
 











Erano più di 50mila i manifestanti, tra cittadini, associazioni e comitati, che sabato hanno invaso le vie del centro di Napoli rispondendo all’appello dell’associazione apolitica e apartitica “La Terra dei Fuochi” rappresentata da Angelo Ferrillo.
Gridavano slogan pacifici ed esponevano cartelli e striscioni colorati per chiede a gran voce alle istituzioni nazionali e locali, un piano di intervento serio per il dramma dei rifiuti che attanaglia questa stupenda terra da più di 20 anni ormai.
Le recenti rivelazioni scioccanti del pentito di camorra Schiavone non hanno fatto altro che confermare quanto già conosciuto da anni e denunciato da Ferrillo e da chi come lui da anni lotta contro il disastro ecologico campano, e cioè che decine e decine di cave e terreni compresi tra le province di Napoli e Caserta fino ad arrivare al basso Lazio sono disseminati di pericolosissimi rifiuti tossici di provenienza industriale a cui si aggiungono i roghigiornalieri di rifiuti speciali altrettanto pericolosi.
Ferrillo non ha risparmiato le istituzioni nazionali, chiedendo a gran voce il blocco immediato dei roghi e degli sversamenti ancor prima di un eventuale intervento di bonifica delle aree già inquinate.
Bonificare senza mettere fine alle attività illecite ci esporrebbe evidentemente al totale fallimento di qualsiasi azione intrapresa e rischierebbe di lasciare le attività di bonifiche ai soliti noti sciacalli del territorio come ricordato anche da uno dei tanti striscioni esposti durante la marcia di sabato.
Il corteo si è mosso da piazza Dante verso le 16:30 ed ha percorso tutta la vecchia via Toledo fino a via Medina, attraversando poi piazza Municipio fino a piazza Plebiscito dove un piccolo palco attendeva l’arrivo dei relatori.
La piazza gremita per i due terzi dimostra chiaramente il successo ottenuto dalla manifestazione e quando Ferrillo ha iniziato a parlare non ancora tutti erano riusciti a prendere postonella piazza.
Una frecciatina, l’ideatore della mobilitazione la ha riservata anche al Comune di Napoli che ha preteso una tassa per occupazione di suolo pubblico, e a tutte le istituzioni, le quali, dopo la presa di coscienza dei cittadini e dei comitati tutti, non potranno più far finta di nulla.
Una stoccata è toccata anche ai soliti gazzettieri e alla stampa che pretende di contare, colpevoli secondo gli organizzatori, di non aver dato il giusto spazio all’evento cercando addirittura di farlo passare in sordina.
Certo è che è la prima volta che a Napoli si è vista tanta gente spontaneamente in piazza per difendere l’ambiente, una vera muraglia umana, con intere famiglie accorse da tutte le parti della regione e tanti, tantissimi bambini.
Da questa massiccia marcia in poi, nulla sarà più come prima. Antonio Casolaro









   
 



 
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