Tap, l’ad sull’approdo a San Foca ed il via libera anche dalla Camera ratificato l’accordo per il gasdotto
 











La Regione Puglia e la Provincia di Lecce sapevano fin dal 2010 che San Foca era stato "offerto" a Tap dall’allora sindaco di Melendugno, Vittorio Poti’, come possibile approdo del gasdotto che porterà in Italia il gas dell’Azerbajan. "Ne era consapevole l’attuale vicepresidente della Regione" ha detto l’amministratore delegato di Tap Italia, Giampaolo Russo, nel corso della conferenza stampa con cui è stato illustrato a Lecce il progetto della grande infrastruttura che il Governo italiano definisce strategica.
Sapeva tre anni fa Angela Barbanente, dunque, e anche la collega di giunta Loredana Capone, "che valutavano positivamente la questione" riferisce il manager, nonché’ il presidente della commissione provinciale all’Ambiente Francesco Bruni, al quale - ha chiarito Russo - il 15 dicembre 2010 Vittorio Poti’ telefono’ per proporre l’ipotesi Melendugno e che,a sua volta, manifesto’ tale volontà a Tap. Fino a quel momento, infatti, lamultinazionale concentrava la sua attenzione solo sul territorio brindisino, valutando quattro diverse ipotesi di approdo, poi giudicate meno fattibili di San Foca dal punto di vista tecnico-ambientale.
Dopo quella manifestazione di evidente interesse la Trans Adriatic Pipeline comincio’ a valutare seriamente l’approdo leccese, sul quale poi si scatenarono le ire della nuova amministrazione melendugnese (guidata da Marco Poti’) e di una decina di altre amministrazioni, nonché di politici di ogni livello e anche della rappresentanza parlamentare salentina, che al Senato ha però’ già votato la ratifica dell’Accordo internazionale con Grecia e Albania (con la sola opposizione di Sel e M5s) e che lo stesso si apprestano a fare alla Camera, pur presentando alcuni emendamenti con l’obiettivo di lasciare aperta la questione dell’approdo.
Il voto in aula a Palazzo Madama e’ previsto per mercoledì pomeriggio, ma la ratifica
dell’Accordo - ha spiegato Russo - non ha nulla a che vederecon la procedura di Via in corso presso il ministero dell’Ambiente. Rispetto al progetto numerose sono state le critiche formulate nelle osservazioni inviate al ministero, in primis dal pool di esperti (guidati dal professore Dino Borri del Politecnico di Bari) assoldati dal comune di Melendugno. Alle parti più critiche delle osservazioni ha risposto l’ingegnere Salvatore Volpe, spiegando i dettagli tecnici del progetto.
Il disegno di legge di ratifica dell’Accordo internazionale per la realizzazione del gasdotto che collegherà l’Azerbajan al Salento, già approvato al Senato, ha avuto il via libera anche alla Camera con un’ampia maggioranza. Diventa dunque legge e il presidente del Consiglio il 17 dicembre potrà volare a Baku per incontrare i partner greci e albanesi, nonché le autorità azere e i proprietari del giacimento Shah Denize, forte di un sostegno politico all’opera destinato a segnare anche l’iter procedurale del progetto.
Per quanto la ratifica dell’Accordo e laprocedura di Via in corso presso il ministero dell’Ambiente siano separate, infatti, il peso politico del voto in Parlamento non è da sottovalutare. E neppure è da sottovalutare la geografia del voto alla Camera e l’atteggiamento tenuto durante la mattinata dalle varie forze politiche. Al comportamento intransigente del Movimento 5 stelle, che ha tentato inutilmente di bloccare la discussione chiedendo una conferenza dei capigruppo per calendarizzare la discussione sulla legge elettorale e poi ha abbandonato l’aula, ha fatto da contraltare la fermezza del Pd, che – tramite  Vinicio Pelluffo e Marietta Tidei - ha ribadito “pieno sostegno a Tap”, e anche di FI, per la quale il leccese Rocco Palese ha manifestato “favore all’Accordo” chiedendo contemporaneamente che si punti ad ottenere “il favore delle popolazioni sull’approdo” e si valutino dunque localizzazioni alternative.
Inutile invece il tentativo di Sel di ottenere una sospensiva che consentisse il rinvio della discussionee l’approfondimento di alcuni interrogativi connessi al progetto, sostenuto anche dai deputati della Lega. Arturo Scotto e Annalisa Pannarale, per Sinistra ecologia e libertà, hanno ricordato le “palesi contraddizioni sottese alla Ratifica”, citando la contrazione del consumo del gas e le quantità già elevate vendute dall’Italia agli altri Paesi europei, definendo “reticente e insoddisfacente” il progetto presentato dalla multinazionale. Mentre Emanuele Scagliusi, di M5S, ha ritenuto necessario un approfondimento della discussione in aula, “al fine di fugare i grossi dubbi che emergono dalle scarse relazioni presentate da Tap”, chiedendo che la ratifica venisse effettuata al termine della procedura Via.
La maggioranza dei deputati, però, ha risposto negativamente a tali sollecitazioni. Respinte le questioni pregiudiziali sull’incostituzionalità presentate dai Cinque stelle, è stata poi bocciata anche la richiesta di sospensiva di Sel e – dopo la discussione sugli articoli - è statavotata positivamente la “ratifica ed esecuzione”, con 284 voti a favore, 9 astenuti e la pronuncia contraria di Sel e Leganord (42 voti), che ha dato piena legittimità all’Accordo internazionale. La Regione Puglia, intanto, qualche giorno fa ha ottenuto dal ministero dell’Ambiente una dilazione dei tempi per presentare il parere del Comitato Via nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale del progetto Tap.
Nelle indicazioni che partiranno da Bari alla volta di Roma saranno dunque inseriti, oltre alle valutazioni prettamente tecniche sull’opera, anche gli esiti del confronto
partecipato in corso in Salento. La prima tappa dell’host è stata caratterizzata dalla presentazione del progetto - nei prossimi appuntamenti, previsti per metà dicembre – si darà spazio al confronto diretto tra Tap (chiamata a spiegare alla gente il progetto) e i tecnici che hanno preparato le osservazioni del Comune di Melendugno, dei comitati e delle associazioni e che ritengono chequell’infrastruttura con approdo a San Foca proprio non si deve fare.Chiara Spagnolo,repubblica









   
 



 
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