No all’approdo del gasdotto sulle coste del Salento. Il comitato Via regionale, per la valutazione di impatto ambientale, ha bocciato il progetto del Tap che prevede di realizzare a San Foca il terminale per la ricezione del gas proveniente dall’Azerbaijan. Il nucleo incaricato di redigere la Valutazione d’impatto ambientale ha, nella stessa riunione, bocciato anche tutte le proposte alternative indicate da Tap per l’approdo del gasdotto, ovvero tre ipotesi di arrivo sulla costa brindisina. Ora tocca alla politica - Il parere del comitato Via regionale è obbligatorio ma non vincolante rispetto al progetto presentato al ministero dell’Ambiente, ma consentirà alla politica pugliese di tradurre in documenti ufficiali le prese di posizione ripetutamente espresse sui media. Il parere tecnico, infatti, potrà essere acquisito dalla giunta di Nichi Vendola e poi fatto proprio dal Consiglio regionale, che darà finalmente un’indicazione definitivasull’ipotesi di gasdotto Trans Adriatic Pipeline. La Regione, del resto, potrebbe essere protagonista di una successiva battaglia, nel caso in cui, il ministero dell’Ambiente dovesse concedere la Via, dal momento che la palla passerebbe dopo al ministero dello Sviluppo che dovrebbe decidere “visto il parere della Regione” o, in caso di conflitto con l’ente periferico, trasferire l’intera pratica al Consiglio dei ministri. In altere parole – come ha ripetuto spesso il sindaco di Melendugno, Marco Potì – per quanto il parere della Regione in questa fase non sia vincolante, la presa di posizione rispetto all’opera e al suo approdo a San Foca può essere un atto di remissione nei confronti del Governo o l’inizio di una battaglia al fianco dei cittadini. Il Governo aveva detto sì - Meno di un mese fa il ministro degli Esteri, Emma Bonino, era volata a Baku per firmare le intese internazionali relative al gasdotto, portando in dote la ratifica dell’accordo internazionaleItalia-Grecia-Albania effettuata dal Parlamento. Inutile era stata, sia al Senato che alla Camera, la battaglia di Sel e del Movimento 5 stelle, unici contrari a un’opera che il resto dei partiti avevadefinito “strategica” per la diversificazione degli approvvigionamenti energetici. Inutile anche il tentativo di alcuni parlamentari salentini di fare inserire nel documento ordini del giorno che impegnassero il Governo a modificare la scelta dell’approdo. Lo stesso sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, aveva ripetutamente chiarito che San Foca non poteva essere escluso a priori. Il fronte del no - Contro la realizzazione di microtunnel e terminale sulla costa di Melendugno si sono schierate decine di amministrazioni salentine, cittadini e comitati ambientalisti, uniti sotto l’egida dei No Tap. La voce della popolazione è stata espressa anche nel corso del confronto partecipato, voluto dalla Regione e strutturato in due appuntamenti in Salento nel mese di dicembre, nelcorso del quale sono stati espressi dubbi e sviscerate le criticità del progetto, sulla traccia dell’articolato “controrapporto” elaborato da un pool di tecnici assoldati dal Comune di Melendugno e presentato al ministero dell’Ambiente. "Apprendiamo che la commissione Via regionale ha considerato valide le osservazioni tecniche del comitato e della commissione comunale contro la Tap - si legge in un cominicato - la popolazione viene finalmente ascoltata. Ne siamo veramente felici perché così viene premiato un lavoro lungo 3 anni nostro e della popolazione. La sconfitta dell’inutile progetto è più vicina e il Comitato e le associazioni che lo compongono porteranno avanti la battaglia informativa e sociale che ha creato la coscienza giusta per bocciare un idea sbagliata di futuro".Lello Parise e Chiara Spagnolo,repubblica
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