Assistiamo da giorni, settimane e mesi ai panegirici, e alle bordate critiche di contorno, riservati dalla illustrissima classe dirigente italica alla “rivoluzione copernicana” dell’enfant prodige “democrat” ed ex agesci Matteo Renzi. Un’infinita serie di analisi, commenti, interviste, precisazioni, elucubrazioni su questo “nuovo che avanza” che dicono sia destinato a smuovere dalla palude la cosiddetta “politica” nazionale. Noi, poveri mortali cittadini, ci chiediamo sommessamente cosa mai abbia inventato o, almeno, promosso, di nuovo questo sindaco-segretario. Per il momento un bel nulla. O, meglio, un deja-vu, ereditato e ricalcato in copia conforme da mille e più similari pronunciamenti che nei decenni trascorsi hanno riempito di parole le cronache del Palazzo. Una ribollita alla fiorentina. Servita a colpi di parole in libertà lanciate nell’etere a mitraglia da questo nuovo cameriere del capitalismo finanziario spacciatoper “riformatore”. Parole sulla necessità di far dimagrire la politica di partito… salvo firmare congiuntamente con l’altro prescelto avversario la proposta di una legge elettorale e di una modifica costituzionale che canonizzerebbero il dominio assoluto delle anime del neoliberismo destra-centro-sinistra sulla società italiana. Possibilmente per i secoli a venire, salvo scherzi alla Beppe Grillo. Parole sulla necessità di far dimagrire l’apparato dello Stato… salvo inventare nuove “autorità”, nuovi “garanti”, nuove “agenzie” da riempire con consulenti e supermanagers profumatamente pagati. Per le decine di migliaia, o centinaia di migliaia, di lavoratori da “esodare”, salvo precarizzazione prevista dal cosiddetto “job act”, la promessa di un sussidio alla povertà. Parole sulla necessità di far dimagrire le bollette per l’energia… salvo farsi alfiere delle cosiddette – inutili e costose – risorse cosiddette “rinnovabili” che non risolvono certo il problema cardine dellanecessità di consumo energetico al minor costo possibile, ma anzi aumentano l’esborso pubblico (e cioè di noi tutti). Parole sulla necessità di far dimagrire le leggi di tutela del lavoro… salvo dichiarare questo metodo di ulteriore immiserimento sociale come volano per attrarre “investimenti” dall’estero. Come se l’Italia avesse il fondamentale bisogno di svendere le sue purtroppo residue attività produttive e industriali a cinesi o indiani o americani o tedeschi o neozelandesi, per diventare colonia “privilegiata” (sic) di un turismo di massa (che ingrassa esclusivamente le agenzie e le compagnie di trasporto straniere) o tutt’al più sede (non produttiva) della “moda” e delle attività di intrattenimento e spettacolo. Parole sulla necessità di far dimagrire le tensioni sociali… con l’apertura a ogni flusso di immigrazione selvaggia, con la codificazione del cosiddetto jus soli e con la perequazione delle coppie omosessuali alle famiglie tradizionali uomo-donna-figli. Con tantisaluti e baci all’identità nazionale, alla nostra cultura, alla nostra civiltà millenaria. Dicono, dunque, che Renzi sia il “nuovo che avanza”. Nella sua ribollita, in effetti, ha infilato di tutto un po’. E’ naturale che piaccia al capitalismo finanziario, alle multinazionali, alle fedi multiculturali, alle lobbies mondialiste, agli sfruttatori del lavoro dell’uomo, agli alfieri di un mondo fondato sul “libero mercato” (libero capitalismo usuraio e oppressore), ai Lords Protettori atlantici. E’ l’ultimo modello nostrano di Gran Cameriere delle potenze economiche che hanno colonizzato l’Occidente, l’Europa e l’Estremo Oriente. E’ l’ultima reincarnazione, ringiovanita e imbellettata, dei vari De Gasperi che elemosinavano dai vincitori della seconda guerra mondiale, una prigione con una finestra per guardare quel che accade nella realtà. Una caverna platonica nella quale ammassare i sudditi, reietti o consenzienti. Un interprete di una concezione del mondo, edell’Italia, cavernicola, assoggettata, incatenata e, naturalmente, sodomizzata. Lorenzo Moore
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