A fatica, perché la vision sulla forma di privatizzazione da perseguire per Fiera del Levante è e resta fortemente "plurale", il Consiglio Generale trova una labile linea di equilibrio e affida al presidente Ugo Patroni Griffi e al consigliere Sabino Persichella il compito di portare al varo il Bando definitivo per circa 75mila mq - un terzo dell’intera estensione di FdL - da affidare alla gestione dei privati, con la formula della "concessione in gestione" per 30 anni. L’augurio è che l’indirizzo da parte della Regione - le cui due dirette espressioni in CdA (Presidente Patroni Griffi e consigliere Persichella) hanno curato la preparazione del Bando, oggi in presentazione - sia una strategia ‘proiettata’ e non solo di contenimento dei costi: in funzione di un pragmatismo di limitata portata produttiva. In altre parole, guidare le risorse private, per farne motore di opportunità e ricchezza diffusa, nonché di riaffermazione del brand FdL qualedeclinazione d’innovazione e di architettura commerciale di quello più grande: il brand Puglia. Alquanto stonate e niente affatto foriere di buona impressione o di tenuta compatta, nei confronti di potenziali interlocutori esteri o intercontinentali che possano essere e che si cerca di attrarre, le dichiarazioni riportate dalla stampa e attribuite a membri del Consiglio Generale della Fiera del Levante, a proposito del partner Eataly. Nel momento in cui proprio quel modello e gran parte delle linee contrattuali che ne resero possibile l’approdo sul Lungomare levantino, sembrano essere alla base delle scelte programmatiche di privatizzazione di gran parte delle aree espositive (Nuovo Padiglione compreso), con la formula già citata della “concessione in gestione per 30anni”. Con un piano che decide, razionalmente, di privilegiare l’aspetto attività con 40 punti su 100 per la valorizzazione, altri 40 per l’aspetto di garanzia occupazionale e 20 punti per l’offerta del canoneannuale. Un piano che riprende gran parte delle opzioni, forse le uniche possibili, presentate un anno fa durante la presidenza Viesti. E una proposta di privatizzazione che mira a ridare vigore all’attività caratteristica dell’ente, difendendo le professionalità esistenti. C’è un privato che ha investito e contribuito a riqualificare un pezzo importante - quello più rappresentativo - di Fiera del Levante. Un privato che ripete questo cliché d’intervento sin dalla sua prima apertura a Torino - insediandosi al Lingotto che viveva una situazione simile agli spazi di FdL - o successivamente a Roma, nel tragicomico e surreale scenario della Stazione Ostiense. Un privato che attraverso il suo brand proietta i suoi partner in un contesto internazionale, per molti di loro alquanto e ancora inaccessibile, e che andrebbe coadiuvato nell’opera di promozione e attrazione dei flussi d’interesse, anziché quotidianamente attaccato o contrastato. E questo non per difesa d’ufficio, ma percoerenza ad una scelta fatta a suo tempo, quando tutti hanno decantato e auspicato che la formula si potesse ripetere, prima di scoprire il sapore amarognolo delle simpatie ed empatie ideologiche di Oscar Farinetti. Ed anche perché, checché se ne voglia pensare, le analisi dei flussi indicano che il ritorno al treno positivo degli arrivi su Bari, è per buona parte tirato dalla presenza di Eataly in Fiera. Nel frattempo, si apre un altro fronte critico dopo la ripubblicazione delle dichiarazioni nel Consiglio Regionale pugliese, dello scorso 20 dicembre, sul peso in bilancio del costo del personale: “Avere settanta dipendenti, a un costo medio di 50 mila euro a testa - un livello molto più alto di quello della Regione Puglia - fa parte di gestioni e di scelte che sono precedenti a quelle del centrosinistra”, ha denunciato il consigliere Michele Monno (Pd), che poi aggiungeva: “settanta persone incidono già per 3,5 milioni", incitando a concordare con il Governo Letta un piano dimobilità simile a quanto lo stesso sta facendo per le partecipate” (in correlata l’intero intervento del consigliere Monno). Preannunciata da Fisascat Cisl di Bari una giornata sciopero per giovedì 13 febbraio (unitariamente a Uiltucs Uil e Filcams Cgil), durante la prossima manifestazione in Fiera: “Smau Business”.Antonio V. Gelormini,affaritaliani
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