Servizi di igiene degli alimenti e della nutrizione. Per il Tar la direzione non spetta "a priori" a un veterinario
 











La scelta del profilo professionale della persone più indicata a dirigere un servizio di Igiene degli alimenti del dipartimento di prevenzione accorpato con il servizio veterinario in un‘area della sicurezza alimentare, deve basarsi su un metodo comparativo da parte dell’Asl di competenza che deve indurre i suoi organi dirigenti ad istituire un reale confronto tra i settori di attività che hanno necessità di avere come dirigente un medico chirurgo od un medico veterinario. Dunque quel posto non può spettare "a priori" ad un veterinario. E’ quanto stabilito dal Tar Liguria che, in una sentenza del 7 febbraio ha bocciato la decisione dell’Asl 5 Spezzino.
I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso di un gruppo di medici igiensiti che contestavano la scleta dell’Asl di riservare quel posto ad un veterinario, sostenendo che, in questo modo, veniva considerata solo una parte dell’attività di competenza della struttura ritenendoil profilo veterinario come quello "più rilevante". In questo modo, secondo i medici, verrebbe meno la necessaria comparazione delle attività produttive, ad esempio "con i servizi di ristorazione della fascia costiera dell’area spezzina".
Per il Tar, in assenza di un reale confronto tra i settori di attività, "ricorre una situazione in cui risulta esposta la giustificazione di una scelta compiuta a priori, e così illegittimamente".
Di conseguenza - si spiega nella sentenza - "l’atto impugnato è illegittimo e va annullato, assorbite le ulteriori censure, dovendosi demandare all’azienda sanitaria perché riesamini la questione alla luce delle considerazioni che precedono. In tale sede l’Asl 5 Spezzino ben potrà ribadire la propria determinazione, ma dovrà adottarla all’esito di un percorso motivo che sia congruo e comprensibile".
"La complessità di un approccio complessivo al tema dell’alimentazione in termini di sicurezza igienica e nutrizionale richiede molteplici contributiprofessionali che sono ben rappresentati nei Servizi di Igiene degli Alimenti e Nutrizione che comprendono, oltre a medici igienisti, biologi, tecnici della prevenzione, dietisti, chimici - ha spiegato Emilia Guberti, coordinatore Gruppo di lavoro Siti -. Si tratta della stessa logica miope che ha portato, in assenza di un effettiva analisi del rapporto costo beneficio, a sacrificare i Servizi di Igiene Alimenti e Nutrizione, i cui costi (0,3-0,4% fondo sanitario nazionale) appaiono trascurabili a fronte delle competenze che vanno ben oltre il controlli di sicurezza alimentare e la cui eliminazione non si è limitata ad una semplice riduzione di primari".
"In capo ai Sian, non dimentichiamolo, con specifico Decreto Ministeriale (n° 185 del 16/10/1998), vi è il controllo oltre che di produzioni vegetali, acqua potabile, ristorazioni collettive anche la sorveglianza nutrizionale, la nutrizione collettiva, la dietetica preventiva e la prevenzione nutrizionale strategica per laprevenzione delle malattie cronico degenerative ( malattie cardiocerebrovascolari, diabete, tumori, patologie osteoarticolari e neurodegenerative ) causa di oltre due terzi di morti, perdita di anni in buona salute e spese sanitarie - ha concluso Guberti -. Tutto questo mentre la comunità scientifica e le principali agenzie sanitarie internazionali dimostrano in modo inconfutabile che solo la prevenzione è in grado di ridurre i costi sanitari ed assicurare le necessarie garanzie alle produzioni alimentari italiane fra le poche in crescita anche nell’export (+ 12% nel primo trimestre 2014)".









   
 



 
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