Cancro alla prostata. Troppo selenio insieme a vitamina ’E’ ne aumentano il rischio
 











Integrare a dosi troppo alte il selenio insieme alla vitamina E potrebbe aumentare il rischio di cancro alla prostata di alto grado. Ma, molto importante, questo rischio dipende dal livello di selenio presente nell’uomo prima di assumere gli integratori. È quanto emerge da uno studio scientifico condotto dal Fred Hutchinson Cancer Research Center, a Seattle negli Stati Uniti.
Il risultato, pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, si basa sui dati del trial SELECT (Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial), un trial condotto rigorosamente dal Gruppo cooperativo di ricerca sul cancro SWOG su 35 mila uomini. Lo studio mirava a capire se l’assunzione di una alta dose di vitamina E - 400 UI (Unità Internazionali) al giorno – e/o selenio (200 mcg al giorno) potesse proteggere l’uomo dal cancro alla prostata.
Iniziato nel 2001, il trial sarebbe dovuto terminare 12 anni dopo, ma invece si è concluso nel 2008: l’effetto protettivonon è stato evidenziato ed è emersa l’ipotesi che la vitamina E aumenti il rischio. Infatti, terminato lo studio, gli uomini che hanno continuato ad assumere la vitamina E per altri due anni hanno presentato un aumento del rischio del 17%, statisticamente significativo, di sviluppare il cancro alla prostata.
“Molte persone ritengono che gli integratori alimentari apportino un vantaggio o che siano almeno innocui. Questo non è vero”, ha affermato Alan Kristal, primo autore del paper. “Sappiamo da diversi altri studi che alcuni integratori alimentari ad alti dosaggi – cioè integratori che forniscono una quantità di micronutrienti molto superiore rispetto a quella giornaliera raccomandata – aumentano il rischio di cancro. Conoscevamo questo fenomeno attraverso controllati studi randomizzati in doppio cieco relativi al folato e al beta carotene ed ora sappiamo che questo vale anche per la vitamina E e per il selenio”.
L’analisi ha comparato gli effetti del selenio e della vitaminaE, presi singolarmente e presi in combinazione, sul rischio di cancro alla prostata tra 1.739 uomini che ne hanno ricevuta la diagnosi e oltre 3000 uomini sani.
Cosa è emerso: in questo caso di studio né l’integrazione della vitamina E né del selenio hanno apportato benefici agli uomini e anzi in alcuni casi questa integrazione si rivela dannosa.
Il primo focus è il seguente: l’integrazione del selenio aumenta il rischio di tumore di alto grado nel caso in cui la persona abbia un elevato livello del nutriente prima di assumere l’integratore. In questo caso si parla di un aumento del rischio della malattia nel 91% degli uomini appunto con elevato livello di selenio di partenza.
Inoltre, l’assunzione di vitamina E aumenta lo stesso rischio negli uomini che al contrario hanno bassi livelli di selenio di base: in questo caso la percentuale è del 63%. In questo caso (basso selenio di base), un risultato originale mette in evidenza che soltanto le persone che avevano assuntovitamina E in alte dosi insieme a placebo, e non quelle che assumevano anche il selenio, presentavano un aumento del rischio di tumore alla prostata.
Gli uomini dovrebbero evitare un’integrazione di questi elementi che superi le dosi raccomandate, si legge nello studio. “Né l’integrazione del selenio né della vitamina E conferisce alcun beneficio noto – solo rischi”, spiega Kristal. “Mentre sembra che non ci siano rischi dall’assunzione di un multivitaminico standard, gli effetti di alte dosi di singoli integratori sono imprevedibili, complessi e spesso dannosi. Dando un ampio sguardo agli studi scientifici recenti, emerge coerenza  rispetto a quello che pensiamo sull’ottimale quantità di micronutrienti. Ci sono livelli ottimali e questi sono spesso i livelli ottenuti mediante una dieta salutare, ma sia al di sotto che al di sopra di tali livelli si presentano dei rischi”. Viola Rita q.s.










   
 



 
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