I partiti politici esistono ancora?
 











Lo scenario politico di questa Repubblica italiana si può definire, senza paura di essere tacciato di esagerazione, così tragicamente comico che riderne sarebbe un dramma. E ciò non perché i partiti non incontrino il favore o lo sfavore degli italiani, ma bensì perché ormai non esistono quasi più i partiti capaci di condizionare veramente la vita politica italiana e ancor peggio, nella crisi dei partiti, si riscontra una altrettanto temibile carenza di leader. Attualmente togliendo i partiti extraparlamentari che, pur avendo riguardevoli posizioni, nulla possono fare per condizionare l’operato dei governi, gli unici due vagamente strutturati , sia pure in marginale misura ideologica, sono la Lega Nord ed il Partito Democratico. Gli altri non hanno più neppure una ideologia definita o una struttura territorialmente ramificata. Unico collante è il loro leader.
Due partiti sono ad personam, vivono, prosperano ed operano unicamente grazie al lorocapo e senza di questi diverrebbero poco più di niente nell’arco di poco più di qualche mese. Forza Italia ed il Movimento 5 stelle sono due facce di una stessa ragion d’essere. L’una è Grillo, l’altra è Berlusconi. Senza questi due personaggi sarebbe nulla o pressoché irrilevante la sussistenza dei rispettivi movimenti.
Immaginiamo la pattuglia d’improvvisati della politica, che altro non è se non la componente grillina, che cosa sarebbe senza il carismatico leader. Il quale fa, a mio giudizio, più che bene a buttare fuori chiunque dissenta dalla propria linea. Il Movimento 5 Stelle non è un partito, è un gruppo che si propone di far saltare il vecchio sistema politico, del cui logo è proprietario ( perché ne è il padrone legale) Mr. Grillo. E’ fatto da un leader, in funzione dei propri obbiettivi politici, non ha una ideologia, non ha una struttura ramificata. Chi vuole rimane, chi può si adegua, chi dissente fuori. Senza Grillo e senza il simbolo, è male scommettere sul futuro,ma non è rischioso dire che faticherebbero a avere il 2%.
Simile è per il Cavaliere. Immaginiamo la Santanché, Verdini e Fitto ed il resto senza Berlusconi. Passerebbero metà del tempo a litigare fra di loro, e l’altra metà a dividersi quei pochi seggi che forse la presenza del marchio gli garantirebbe, ma senza un leader deciso non si va molto lontano.. la storia lo insegna.
I partiti “alternativi” o sono un Sel che coltiva una nicchia di radical chic, di libertini, ma è in sostanza ben più attenta a diritti di omosessuali ed immigrati che dei lavoratori italiani. Non che questo sia anomalo a sinistra e da molti anni, ma certo è innegabile la frattura tra il voto degli operai e dei disagiati da chi si dice erede di tradizioni di sinistra; oppure abbiamo un centro che non si capisce se essere democristiano, iperliberista, tecnocratico.
C’è l’UDC che non solo ormai è scarsamente considerato anche in ambiente cattolico, ma che è anche poco più che irrilevante in qualsiasi altrarealtà, le sue cifre non gli consentono di andare da solo e dunque è costretto a guardare al Nuovo Centro Destra, Il quale veramente è interessante. Interessante perché si discosta ufficialmente da Berlusconi, senza rompere con lui. Al centro non vuole andare troppo, a destra neppure.
E poi è diretto da un leader unico nel suo genere. Il tipico ottimo impiegato alle poste. Colui il quale è la vera essenza dell’uomo senza particolare carisma. La tipica persona alla quale ci si rivolge con la parola buon uomo, poiché non sapresti cosa altro dire di lui.
Ma abbiamo ancora Scelta Civica che fu ispirata da Monti. Il quale non discuto poiché in democrazia non bisogna mai discutere certi fenomeni che sono bravi per loro stessa natura divina. Ad esempio Monti, che doveva salvare l’Italia, l’eletto dell’alta finanza, il Professore che reggeva la prestigiosa Bocconi ed era antitetico alla civiltà occidentale, non ha risolto nulla, ha per certi versi peggiorato le cose, ha tartassato ditasse gli italiani, dato il colpo di grazia alle pensioni e distrutto ogni speranza per le future generazioni: però è un genio, guai a dire il contrario.
Ora veniamo al Partito Democratico, del quale abbiamo un nuovo segretario giovane rottamatore Matteo Renzi. L’uomo nuovo, che taglia i privilegi della casta, caccia i vecchi della politica, e guarda al mitico Tony Blair, icona della sinistra radical chic. L’uomo che ha nettamente messo sullo stesso piano laburisti e conservatori in Inghilterra , che non ha fatto nulla per migliorare il welfare, ma è stato invece un ottimo amico dell’altra finanza ed ha aperto la linea politica di più netto avvicinamento agli Stati Uniti a scapito dell’Europa. Principale nemico dei serbi e sostenitore del Kosovo. La cui moglie ha addirittura difeso, e fatto assolvere, il criminale di guerra albanese Ramush Haradinaj , che di male ai serbi ne aveva fatto molto. Ma il marito, che difendeva i diritti umani, guardava solo agli albanesi. Belmentore.
Ma non finisce qui. Matteo Renzi è un rottamatore e nemico dei privilegi. Ora dello scandalo della moglie che va in giro col tesserino auto del marito sulle corsie preferenziali, non faccio una polemica infinita, mi limito a dire che certo non è colpa soltanto della signora poiché il pass va alla persona è poi lui che non lo deve dare o custodire in maniera tale da non farlo usare ad altri. Mentre sul fatto di essere un uomo nuovo mi permetto di esprimere una certa quantità di dubbi. Figlio di un politico di lungo corso prima democristiano, poi della margherita. Cresciuto nei privilegi, poiché il padre oltre a politico è anche imprenditore, prima si laurea in giurisprudenza poi va a fare il dirigente nella ditta di famiglia ( esperienza che gli permette di essere l’interlocutore giusto per tanti italiani in cerca disperata di lavoro),ed in concomitanza diviene dirigente di partito di brillante carriera e spettacolarmente avanza di ruolo istituzionale a ruolo istituzionale.Prima Presidente di Provincia, e poi nonostante una indagine aperta dalla corte dei conti sulla sua gestione in merito alle spese di rappresentanza, è degno di divenire sindaco di Firenze. Ora mi viene da pensare alla storia di un consigliere comunale del mio paese che fece prima lui venti anni in comune, poi fece eleggere la figlia e , quando questa si rivelò inadeguata, il figlio e garantisce tutt’ora una ininterrotta presenza familiare da ben 33 anni… ed ora per rompere col vecchio si fa nominare Presidente del Consiglio, senza neppure essere stato nominato deputato nelle liste bloccate. Con un parlamento giudicato incostituzionale…spazio ai giovani. Alessandro Scipioni
 









   
 



 
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