Maxi risarcimento a Cerroni: "L’Ama deve pagare 78 milioni". Comune: "Sentenza congelata
 











Una "bomba finanziaria" ticchetta nel cuore del bilancio capitolino, innescata nel lontano 2001, nascosta ai più e scoperta qualche settimana fa dal consigliere Radicale in Aula Giulio Cesare Riccardo Magi. Un "ordigno" sotto forma di lodo arbitrale avanzato dalla Colari di Manlio Cerroni contro l’Ama e che, dopo una serie di vicissitudini giudiziarie, ha visto la condanna dell’azienda municipalizzata al pagamento di 78.371.715 di euro: un macigno per un’azienda già indebitata e per le casse del Campidoglio alle prese con bilanci e piani di rientro.
Una cifra e una vicenda che tornano di attualità per due motivi. Il primo: il 26 marzo scorso l’assessore all’Ambiente Estella Marino ha risposto a un’interrogazione di Magi confermando il lodo e comunicando la sua impugnazione da parte del Comune: "Attualmente  -  scrive l’assessore  -  il giudizio è pendente dinanzi alla Corte d’Appello di Roma e all’udienza del 25 giugno 2013 lacausa è stata trattenuta in decisione e si è in attesa della sentenza".
Il secondo: da fine marzo i rapporti tra l’azienda di Manlio Cerroni (arrestato a inizio gennaio con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di rifiuti) e l’Ama sono giunti al punto più basso degli ultimi anni. La Colari, infatti, ha presentato un ricorso al Tar dopo che a febbraio la municipalizzata, a seguito dell’interdittiva antimafia firmata dal prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, ha sospeso i pagamenti nonostante continui a conferire i rifiuti negli impianti di Malagrotta. Un ulteriore elemento di conflitto che, secondo Magi, potrebbe accelerare la conclusione della controversia partita 13 anni fa, con effetti dirompenti (in caso di conferma della sentenza) per le casse capitoline.
Al centro del lodo arbitrale c’è la richiesta di Colari ad Ama del pagamento dei maggiori oneri per la gestione "postmortem" della discarica di Malagrotta a seguito del prolungamento da 10 a 30 annidel periodo di gestione postuma del sito. Una domanda accolta dal collegio arbitrale (tre membri, uno nominato da Colari, Arturo Cancrini, uno da Ama, Pietro Guerra, e uno designato in accordo tra i due arbitri, Nicolò Lipari) che ha condannato la municipalizzata dei rifiuti a pagare a Cerroni 76 milioni di euro. Altri due milioni arrivano dalle richieste (entrambe accolte) di pagamento di maggiori oneri per il lavoro notturno e durante i festivi.
Nella risposta all’interrogazione di Magi, la Marino, inoltre, rivela che "i compensi fatturati da Ama per i membri del Collegio e ai periti, a seguito dell’ottenimento di una riduzione degli onorari a saldo dei compensi spettanti agli arbitri ammontano a 2.308.320 euro".
Infine, l’assessore conferma la linea del Campidoglio: "Nel corso del rapporto  -  scrive la Marino  -  Colari ha sempre percepito da Ama ingenti importi a titolo di corrispettivo
per la futura gestione post mortem della discarica. Tali importidovrebbero pertanto essere stati accantonati da Colari". A garantire per questi accantonamenti, secondo la Marino, doveva essere la Regione Lazio. Sta di fatto che, in sede di arbitrato, l’Ama è per ora uscita sconfitta. Mauro Favale,repubblica

 









   
 



 
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