Svendono l`Italia
 











Svendono tutto. L’Italia, lo Stato, - dicono – è in bancarotta e ogni suo gioiello dovrà essere messo all’asta per soddisfare i lupi usurai che lucrano decine e decine di miliardi di interessi ogni anno sul debito nazionale.
Alla Grecia – e non era una battuta… - ci fu nell’Ue chi propose, due anni fa, di mettere “in garanzia” il Partenone.
In attesa di vedere anche il Colosseo (su cui il patron di Tod’s ha già comunque lanciato una sorta di opa) diventare un bene privato, magari acquistato a prezzi di saldo con un carretto di quella carta straccia che viene definito “valuta” (dollaro, euro), il nostro (si fa per dire – demanio ha cominciato aste di realizzo per “beni minori”.
Così, il cittadino teledipendente, o drogato, non avrà nulla da ridire.
Al via, attraverso l’Agenzia del Demanio, la dismissione di alcuni gioielli pubblici, tra i quali un castello, un ex convento e il diritto di superficie di un’isola veneziana.
Con una granfaccia senza vergogna, Paolo Maranca, il superburocrate di nomina governativa alla guida del dipartimento e dell’Agenzia del Demanio, ha dichiarato la dismissione "un piano di vendita secondo un piano articolato e non solo per fare cassa, ma per favorire lo sviluppo dei territori" e volto "ad un’imprenditoria capace e illuminata che capisca questo progetto" chiamato ’Valore Paese’.
I cinque beni di pregio del valore sopra i 400 mila euro finiranno in un’asta che avverra’ on line e “senza una base d’asta, ad offerta libera "che Maranca si è augurato “congrua”.
Si tratta del castello del 1400 a Gradisca d’Isonzo (Gorizia), un complesso costituito da sei edifici dal grande valore storico-architettonico (11.500 mq, di cui 7.200 mq coperti); di una palazzina nel centro di Trieste (24 mila mq di cui 3.000 coperti); dell’ex convento del 1.600 a S.Domenico Maggiore Monteoliveto (Taranto), la ’Casa Nappi’ a Loreto (Ancona). Poi le concessioni: la vendita del diritto di superficie per 99anni per l’isola di Poveglia a Venezia, costituita da tre isole molto vicine, due delle quali collegate da un ponte (72 mila mq, di cui 7.200 coperti), di fronte al Lido e vicino alla bocca del porto di Malamocco.
Per questi beni l’asta si chiude il 6 maggio e il giorno dopo le 5 offerte migliori per ciascun ’oggetto’ gareggeranno con i rilanci, sempre elettronici, per l’aggiudicazione.
Ma non è certo tutto.  Entro maggio si chiuderanno ile vendite con le consuete procedure d’asta (base complessiva per 9.400.000 euro) di 148 beni del valore inferiore ai 400 mila euro, sparsi per la penisola: 15 immobili (base 1.718.000 euro) e 37 terreni (237.000) in Friuli V.G; 47 in Veneto (2.150.000); 7 in Liguria (820.000); 8 in Puglia/Basilicata (658.000); 12 in Lazio (2.000.000) e 22 in Lombardia (1.800.000). Altri 208 beni pubblici (97 dello Stato e 111 di altri enti) andranno sul mercato in un secondo momento e che comprendono castelli, conventi, borghi e fari.
Un ultimobijou.  Trattative avviate per l’affitto, cinquantennale del  borgo della Cittadella di Alessandria. Edificata nel XVIII secolo è uno dei più grandiosi monumenti fortificati europei, un patrimonio quasi senza eguali del vecchio e depredato nostro continente.
Povera Italia. Mario Fedi
 

 









   
 



 
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