I rifiuti pericolosi emergono dalle campagne del Capo di Leuca. Scarti delle industrie calzaturiere che negli anni ’90 hanno fatto la fortuna di questo angolo di Salento, avvelenandolo di nascosto. Sacchi colmi di frammenti di pellami, colle e chissà cos’altro stanno venendo fuori dalla pancia di due terreni in contrada Matine di Tricase e Pozzo Volito di Patù. Il primo è una ex discarica di rifiuti urbani chiusa dal 1995, il secondo addirittura il giardino di una villa privata. A Tricase scava la guardia di finanza della Tenenza di Maglie, a Patù i carabinieri del Noe. Aree blindate e ruspe in azione, su ordine della Procura di Lecce, che nei mesi scorsi ha raccolto segnalazioni e testimonianze, incrociando mappe e racconti e segnando poi con i cerchi rossi le aree da cui iniziare a scavare. Per prima è toccato a una ex cava alle porte di Alessano, laddove - raccontò un ex operaio di una fabbrica di scarpe - sarebbero state tombatetonnellate di rifiuti pericolosi. Scarti della lavorazione, trattati con sostanze chimiche tossiche, che avrebbero dovuto essere smaltite in discariche speciali pagando un prezzo molto alto. Anziché sborsare cifre esose, però, i re delle calzature salentine avrebbero mandato camion a scaricare di notte nelle campagne. Sotto gli ulivi o in discariche già utilizzate per altre tipologie di rifiuti, quelle non impermeabilizzate, dalle quali le sostanze tossiche sarebbero filtrate nella terra e nella falda. Non sarebbe un caso, infatti, che nei pozzi di Tiggiano e di altri paesi limitrofi nei mesi scorsi siano state trovate concentrazioni di diossina superiori alla norma. Le analisi sono state effettuate privatamente e su commissione dell’amministrazione comunale ma nei prossimi giorni saranno ripetute dall’Arpa Puglia, alla quale anche la Provincia di Lecce ha chiesto di agire in fretta per fugare dubbi e placare gli allarmismi. Paure che corrono lungo il Capo di Leuca. Perché ognipaese potenzialmente potrebbe custodire nel suo ventre una discarica di veleni, come dimostrano gli scavi disposti dal sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone e iniziati la scorsa settimana. Sui rifiuti trovati ad Alessano sono in corso accurate analisi per capire di cosa si tratti, lo stesso accadrà per le tonnellate di materiale tirate su a Tricase e a Patù, in base a quanto deciderà nelle prossime ore il magistrato. Già ad occhio nudo è stato verificato che si tratta di scarti di pellami per cui il nesso con i calzaturifici è presto fatto. In passato qualche testimone ha parlato anche dello smaltimento illecito di rifiuti ospedalieri ma su questo punto non vi sono ancora certezze. Di sicuro per ora c’è che almeno due delle bombe ecologiche scoperte di recente nel sottosuolo giacciono sotto il tracciato della nuova statale 275, la "Tav del Salento" che dovrà congiungere Maglie a Leuca. Mute, sotto gli ulivi, avrebbero potuto essere seppellite per sempre dal cemento. Ma forse, aquesto punto, l’Anas sarà costretta a rivedere il tracciato o comunque a fare i conti con quelle presenze ingombranti e a prevedere un’adeguata bonifica dei siti pericolosi prima dell’avvio dei lavori. Chiara Spagnolo,repubblica
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