E’ tempo di rifiuti intelligenti
 











Come farsi un ottimo umido, come portare l’intelligenza dentro il bidone dei nostri rifiuti. Ed esiste anche una tecnologia per produrre carburanti, ma gli ostacoli non mancano.
Lo sapevate che per un buon compostaggio domestico occorre miscelare il legno all’umido? E che una volta in settimana il materiale va rivoltato per rendere più omogenea la massa? E ancora, che il composter non va appoggiato direttamente sulla terra, ma su un bancale di legno, magari coperto da una rete metallica?
Le principali regole pratiche per una corretta trasformazione dei rifiuti organici sono contenute nel piccolo manuale voluto dalla Comunità Valle di Non, messo a punto all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige.
"Il compostaggio domestico è un processo naturale che consente di trasformare la sostanza organica presente nei nostri rifiuti organici della cucina e dell’orto o giardino (circa un terzo dei rifiuti prodotti da ciascuno di noi è rappresentato darifiuti organici) in compost, ovvero in un prodotto utile per fertilizzare il terreno" spiega Aldo Valentini dell’unità biomasse ed energia rinnovabile del Centro Trasferimento Tecnologico di San Michele all’Adige nonché relatore delle serate informative.
Nel processo di compostaggio la matrice organica di partenza viene aggredita da una miriade di organismi viventi, che in fasi successive e in presenza di ossigeno e di acqua la decompongono e la mineralizzano, trasformandola in vapore acqueo, anidride carbonica, sostanze minerali e soprattutto in humus, componente fondamentale della fertilità del terreno.Possono essere usati tutti gli scarti e residui biodegradabili, ovvero aggredibili dai microbi; devono invece essere evitati tutti i materiali non biodegradabili e quelli che contengono sostanze pericolose.
Con apposite tecnologie i rifiuti possono anche diventare carburanti: dagli scarti può venire cibo ed energia. Al Salone Internazionale del libro 2013 di Torino, presso labiblioteca civica di Villa Amoretti a Torino, è stata presentata la Tecnologia HYST: dagli scarti, cibo ed energia per tutti.L’inventore è l’ing. Umberto Manola, la cui ricerca è stata finanziata dall’associazione Scienza per Amore.
La lavorazione HYST consente di ricavare - dalla crusca e da sottoprodotti dell’industria molitoria - farine di elevata qualità nutrizionale, ricche di proteine, vitamine e micronutrienti.
"Con la sola crusca che si produce ogni anno nel mondo potremmo fornire oltre 2 tonnellate di farina altamente proteica ai 6.500.000 bambini sotto i 5 anni di età che ogni anno muoiono di fame" ha detto Francesca Luciani, dell’Istituto Superiore di Sanità.
Pierpaolo Dell’Omo, del Dipartimento di Ingegneria Astronautica, Elettrica ed Energetica dell’Università La Sapienza spiega i principi base del funzionamento della tecnologia HYST: pretrattando il materiali di scarto come la paglia di cereali, è possibile produrre biometano a prezzi estremamente bassi (circa0,53 € a litro di benzina equivalente) e in quantità tali da soddisfare l’obbligo europeo di sostituire con biocarburanti il 10% del fabbisogno energetico del settore trasporti entro il 2020.
Un esempio concreto di applicazione della HYST nei Paesi in via di sviluppo è il progetto pilota presentato proprio al Salone del Libro dal prof. Dell’Omo. Il progetto umanitario "Bits of Future: Food for All" è rivolto ai Paesi africani.









   
 



 
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