Liberate il cielo. È l’appello che giunge da, oltre un mese, da un gruppo spontaneo di cittadini di Bari vecchia che hanno avviato una mobilitazione diffusa per manifestare il loro dissenso contro l’ennesimo scippo dell’orizzonte sul mare. Oggetto della querelle è l’ampliamento, un raddoppio di fatto, dell’attuale sede del Provveditorato alle opere marittime: un nuovo manufatto alto tre piani, per circa 12 metri di altezza, destinato ad accogliere la nuova sede del Provveditorato interregionale delle opere pubbliche di Puglia e Basilicata, oggi allocato nel palazzo sul lungomare che ospita anche la presidenza della Regione. "Non è soltanto di un nuovo "ecomostro" per Bari che si parla, ma - accusa l’architetto Augusto De Cillis, tra i promotori del comitato per il no - dell’ennesimo consumo di suolo e sperpero di denaro pubblico". È per questo che, già raccolte nelle settimane scorse un migliaio di firme, proprio da stamane, in piazzadell’Odegitria, 28, dinanzi alla sede del circolo Acli a due passi dalla Cattedrale, il comitato di cittadini che ha scelto di chiamarsi simbolicamente Parco del castello, e non per caso, riprenderà a raccogliere adesioni per questa battaglia che, spiega De Cillis, "vuole tutelare il paesaggio urbano storico a ridosso di largo Santa Chiara e del castello normanno svevo soprattutto". L’edificio conteso in questione, in effetti, sta per sorgere nell’area portuale dinanzi il castello e la piazzetta di Santa Chiara. E se già dalla prossima settimana la raccolta firme sarà effettuata anche nelle strade del Murattiano - "perché - incalza De Cillis questo nuovo manufatto non è soltanto un problema che riguarda i residenti di Bari vecchia ma la storia della città" - l’obiettivo da qui a un mese, sabato 14 giugno, è dare vita a una grande e allargata mobilitazione di piazza: una sorta di flash mob anche con performance artistiche e musicali per, recita così lo slogan della manifestazione,"no ad altro cemento sulla banchina a Bari vecchia, sì al parco del castello". E se all’iniziativa hanno già dato la loro adesione fra gli altri il Fai, Italia Nostra e il circolo Acli intitolato ad Enrico Dalfino, l’obiettivo, preannuncia De Cillis, è "sollecitare la nuova amministrazione comunale, dopo il voto del 25 e 26 maggio, a intervenire per fermare il cantiere. Non abbiamo alcun dubbio sulla legittimità urbanistica del procedimento edilizio, ma crediamo sia necessario entrare nel merito di una questione di opportunità. Non è necessario, a nostro avviso, altro cemento: diverse sarebbero forse già presenti recuperando l’uso di diversi edifici sempre demaniali che insistono nella stessa area portuale. E non solo. Basti pensare all’edificio, oggi inusato, che ospitava l’ex tribunale militare in via San Francesco d’Assisi". Ma, oltre il no al nuovo palazzotto del Provveditorato, il comitato vuole porre l’accento sulla necessità di recuperare il progetto perduto di un parcoattiguo al castello. "Un progetto approvato - ricorda De Cillis - nel piano particolareggiato per Bari vecchia del 2001, sottoscritto da tutti gli enti locali e le istituzioni competenti eppure attuato solo in parte. Quel piano prevedeva una unica grande area verde fra largo Santa Chiara, occupato invece ancora oggi dalle auto, e quei giardini adesso offesi da questa inopportuna nuova edificazione. Sarebbe stata, e potrebbe essere, una grande occasione per la riqualificazione della città". È d’accordo l’urbanista Dino Borri, presidente regionale del Fai, che ritiene "senza dubbio inutile quest’ulteriore colata di cemento, anche se dobbiamo riconoscere che la nostra attenzione dovrebbe convergere pure sulle altre spinte alla cementificazione che sono in atto nelle aree demaniali all’interno del porto. Condividiamo inoltre la campagna di questo comitato spontaneo per la creazione del cosiddetto parco del castello e crediamo, anzi, che la riqualificazione di largo Santa Chiara debbacominciare dalla sua liberazione dalle auto". Una soluzione forse non facile, vista l’impossibilità poi per i residenti di parcheggiare le proprie automobili. "Basterebbe potenziare intelligentemente - suggerisce Borri - i sistemi di parcheggio periferico serviti dai bus navetta che hanno dimostrato finora di funzionare. E, in tal senso, si potrebbe costruire un servizio dedicato proprio ai residenti, liberando a questo punto l’intero perimetro del castello dalle auto. Peccato, però, che questi temi evidenzino la necessità di una migliore regia organizzativa perché una bella idea si traduca in realtà".Antonio Di Giacomo,repubblica
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