Disastro Italia. Tracollo demografico, tracollo economico
 











In attesa delle pagelle delle bestiali “agenzie di rating”  (il 6 giugno sapremo se l’Italia resterà relegata nella “lista nera” dei Paesi meno affidabili dalla Standard & Poor’s che ha fin qui bollato la nostra economia con uno spregevole BBB/A-2… Intanto la Fitch ha promosso con un “voto positivo” il successo del Pd alle elezioni) l’Italietta guidata da Renzi otterrà il prossimo lunedì 2 giugno il placet  della Commissione sui conti economici italiani, ovviamente con il contorno delle solite “raccomandazioni” sul rigore, sulla produttività, sulle deregolamentazioni che ben conosciamo.
Poi, il 26 di giugno, rabberciata una qualche unità nel partito unico ppe-pse sui nomi dei prossimi “governanti” dell’Ue (il “presidente” e i suoi “commissari”) secondo i desiderata della cancelliera tedesca Angela Merkel – non a caso alla guida anche a Berlino di una coalizione che ammucchia democristiani e socialisti democratici, verrannoufficializzati i nomi dei prescelti a resistere, nelle poltrone di Bruxelles, a quella che sarà l’opposizione delle rafforzate componenti nazionaliste e indipendentiste emerse dal voto del 25 maggio nell’Ue.
Tornando all’Italietta di Renzi, mentre i disinformatori italiani continuano con pagine e pagine stampa e un profluvio di videate a gonfiare “lo storico successo elettorale del Pd”, come se questa meteora fosse sufficiente  a risolvere i gravi problemi di un’Italia condannata al sottosviluppo dalle privatizzazioni, dalle liberalizzazioni e dalle cessioni delle nostre migliori aziende strategiche (telecomunicazioni, trasporti, energia, manifatturiero), i dati del disastro sono sempre più evidenti.
Il debito italiano è ormai, in questo 2014, a quota 135,2% rispetto il pil (il prodotto nazionale lordo interno); la disoccupazione veleggia a quota 12,8% e affligge soprattutto le giovani generazioni; il prodotto interno lordo è sotto zero (0,1) e ciò significa, checché nedicano Renzi, Alfano, Berlusconi e Soci Centristi, semplicemente recessione.
Al disastro economico, per di più, si accompagna il folle disastro demografico, influenzato dalle stolide politiche di incentivazione delle famiglie “diverse”, del ritardo controllato – in età matura – nella formazione di nuclei familiari con eredi, di non sostegno con redditi di cittadinanza o con assegni mensili, di mancati aiuti ai giovani per bloccare l’emigrazione (100 mila in 5 anni).
E lor signori continuano a spacciare falsità e previsioni di crescita. Addirittura indicando in un trattato di libero scambio con gli Stati Uniti (Ttip), destinato a ridurre ai minimi termini i consumi di prodotti nazionali, la ricetta giusta “per lo sviluppo”. Mario Fedi

 









   
 



 
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