Un esposto è stato presentato in procura a Brindisi da sei cittadini malati di tumore, principalmente del sangue, che sostengono esiste un nesso di causalità tra inquinamento e le loro malattie e chiedono un approfondimento investigativo sulla questione in relazione alla presenza di grossi insediamenti industriali nella zona di Brindisi. I sei firmatari della denuncia hanno nominato come consulente il primario di radiologia dell’ospedale di Brindisi, Maurizio Portaluri, che ha curato numerosi studi in materia. Nella documentazione allegata alla denuncia si rileva che la presenza di arsenico, rame, mercurio, cadmio, vanadio, zinco, nichel, alcuni idrocarburi, il benzene e infine le polveri sottili (Pm10) nelle aree adiacenti allo stabilimento petrolchimico e nell’intera area Sin (sito di interesse nazionale perchè inquinato) oltre che nell’area di fanghi industriali ’Micorosa’ ha provocato "uno stato di gravissimo inquinamento e vastissimacontaminazione delle risorse naturali". Inoltre, si sostiene che "il danno sanitario patito dai firmatari, nonchè dai prossimi congiunti deceduti, tutti residenti in aree prossime al Petrolchimico di Brindisi", sarebbe "con alto grado di probabilità, conseguenza diretta dell’esposizione cronica" alle sostanze in questione. Nell’esposto, inoltre, si sottolinea come "con alto grado di probabilità, l’inquinamento metta in pericolo la pubblica incolumità" e che "gli eventi indicati siano diretta conseguenza delle società che negli anni hanno gestito, amministrato o detenuto gli impianti industriali del Petrolchimico, tutte facenti parte dei gruppi industriali Eni ed Edison". Nell’esposto è riportato un elenco di altre esperienze processuali già avviate in Italia e si fa cenno anche a una possibile responsabilità per la mancata vigilanza da parte degli Enti locali. Secondo i denuncianti sarebbero ravvisabili condotte di lesioni gravissime, omicidio colposo, strage edisastro.
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