La clinica privata chiede retta da 50mila euro a migrante tetraplegico, "L’assessore Gentile ci aveva assicurato che ci pensava lei"
 











Ass. Elena Gentile

Mohamed Mellah, cittadino marocchino di 52 anni, da tutti conosciuto come ’Simone’, venuto in Italia tanti anni fa per trovare un lavoro, e ora affetto da una grave tetraparesi spastica dovuta ad intossicazione da monossido di carbonio, è stato citato in tribunale insieme al fratello che lo assiste da anni, Said, dal Consorzio San Raffaele che gestisce la Residenza sanitaria assistenziale di Alessano (Lecce) dove l’uomo è stato ricoverato per cinque anni, pretendendo dall’ammalato 52.705 euro. La somma rappresenta la quota di retta mensile relativa alle spese non sanitarie (circa 30 euro al giorno) che gravava sul degente. Per le attività sanitarie la quota di retta è invece a carico della Asl.
In caso di indigenza dell’ammalato la quota graverebbe - secondo quanto sottolinea il legale del San Raffaele, Francesca Pulimeno - sui congiunti e sul Comune di residenza.
Mohamed è inchiodato in un letto, imprigionato nel suo corpo completamenteimmobile e impossibilitato a parlare, da quando di anni ne aveva 42 per una stufa che, mentre dormiva, ha funzionato male quando era a Presicce, nel Salento, e da anni lavorava con regolare permesso di soggiorno come saldatore meccanico.
La sua vicenda è stata seguita, sin dall’incidente, dai mass-media, da volontari, a tratti dalle istituzioni, ma soprattutto da cittadini del Salento che per lui, povero e solo, hanno dato vita più volte a vere e proprie gare di solidarietà: collette semplicemente per poter comprare un televisore che gli potesse tenere compagnia o raccolte di denaro per consentire al fratello, Said, di venire in Italia ad assisterlo e poi, dopo numerosi anni, anche alla moglie di quest’ultimo e al figlio della coppia. Una raccolta di denaro è stata fatta anche per consentire alla mamma di ’Simonè di venire in Puglia e poterlo abbracciare anche se per pochi giorni soltanto.
Simone, dopo aver vissuto per anni dopo l’incidente in alcuni ospedali della zona, neireparti di lungodegenza, è stato ricoverato al San Raffaele il 28 giugno del 2007: dall’ospedale di Gagliano del Capo fu direttamente trasferito alla struttura socio-sanitaria San Raffaele per interessamento dell’ex assessore regionale alla Sanità Elena Gentile, la quale il 22 luglio del 2006 si recò all’ospedale di Gagliano incontrando personalmente Simone e Said, e rassicurandoli sul fatto che la Regione Puglia si sarebbe fatta carico di tutte le spese attraverso una delibera. Ora la struttura socio-sanitaria, non avendo però in tutti questi anni ricevuto nulla dalla Regione, ha inviato loro gli atti giudiziari perché si presentino in tribunale. Sono stati citati dal San Raffaele anche i Comuni dove nel tempo Mohamed-Simone ha avuto la residenza, Presicce e Corsano. Da quando è stato dimesso dalla Rsa (il 31 marzo del 2012) Simone vive a Corsano, accudito ogni secondo della sua vita dal fratello e dalla cognata. La famiglia vive e affronta tutte le spese con circa 700 euro dipensione, somma percepita dall’uomo per la sua invalidità.
"Siamo stati costretti ad agire: c’era un impegno preciso - afferma Alberto Bertolini, direttore generale del Consorzio ’San Raffaele - dell’ex assessore regionale della Puglia, Elena Gentile, che non è stato mantenuto ma è chiaro che il nostro vuole essere un segnale. Non vogliamo assolutamente e in nessun modo, sia chiaro, costringere il paziente o i suoi famigliari a far fronte alla situazione con il poco denaro che hanno a disposizione, sappiamo bene in quale situazione si trovano".
"L’assessore Gentile - spiega il dg - ci aveva assicurato che aveva pensato lei, con un atto della Regione, a coprire quanto dovuto: ci siamo rivolti alla Asl che ci ha risposto picche, abbiamo chiesto alla Gentile di onorare l’impegno ma non c’è stata risposta. Siamo disposti a trovare quanto prima, così come più volte sollecitato, una soluzione con la Regione Puglia" .
L’udienza si terrà nel tribunale di Lecce il prossimo 1dicembre.
Sul caso è intervenuto il direttore generale del consorzio, Alberto Bertolini: "Il Consorzio San Raffaele nel corso di questi 10 anni di gestione delle RSA si è dovuto far carico di diverse decine di casi simili a quello del sig. Mohamed Mellahg. Presunti o veri casi di indigenza da parte del paziente e/o della famiglia che hanno determinato un costo a carico del Consorzio di 1 milione e 300mila euro di rette non pagate da ospiti ricoverati. In questo caso specifico vi era un impegno più volte ribadito ma mai confermato nei fatti dall’ex Assessore alla Sanità Elena Gentile. L’obiettivo del Consorzio non è ovviamente legato all’incasso di quanto dovuto
dal paziente in questione bensì quello di richiamare le Istituzioni tutte, trincerate dietro una gestione prettamente ragionieristica della sanità, agli impegni assunti e far emergere le annose, sottaciute, problematiche legate alla amministrazione delle RSA".









   
 



 
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