Grabove - purtroppo - come Ustica...
 











Sulla stampa italiana in molti avanzano paralleli tra la tragedia del Boeing 777 abbattuto questo 16 luglio a Grabove, nell’Ucraina orientale con i suoi 295 morti e quella del dc9 Itavia abbattuto a Ustica il 27 giugno del 1980 con le 81 vittime tutte italiane.
Purtroppo, come già accaduto per la strage italiana – che subito il governo di Roma tentò di attribuire ad un inesistente “terrorismo neofascista” e poi velò per decenni sotto una cappa di disinformazione – anche per quella ucraina il fumo della diffusione di false piste la fa da padrone.
Non soltanto il governo di Kiev (frutto di un golpe di piazza solo parzialmente legittimato dalla successiva elezione di un altro presidente) ha accusato le forze di autodifesa russo-ucraine del Donetsk di aver abbattuto l’aereo della Malaysia Airlines spacciando per “prova” la registrazione di un colloquio tra due militari nemici che in realtà si congratulavano per l’abbattimento di un An 26 ucraino aTorez, zona nella stessa regione dov’è avvenuto il disastro, ma anche il presidente Usa Barack Obama ha aggiunto benzina al fuoco.
Nella sua conferenza stampa a Washington, Obama, oltre a lanciare un “moderato” monito a Israele e ai palestinesi (sic) perché cessi la tragica rappresaglia israeliana che, per la morte di tre ragazzi in Cisgiordania ha creduto bene sferrare una strage che già propone il bilancio di morti con un rapporto di cento palestinesi di Gaza (i “cattivi di Hamas”, cioè, e non i “buoni” di Abu Mazen) ogni israeliano ucciso, e senza contare le migliaia di feriti, ha fatto propria l’illazione che il boeing malese sia stato abbattuto “da un missile SA11”. Una asserzione basata da una semplice ipotesi avanzata dai servizi del Pentagono che indicando un colpo esploso “da un missile terra aria” (generico) avevano però escluso di “poter affermare con certezza chi lo abbia lanciato”.
Asserzioni – ucraina e occidentale – dichiarate semplicemente “stupide” dal presidenterusso Vladimir Putin che ha da parte sua spinto per una tregua di almeno quattro giorni tra Kiev e i separatisti.
Benché tutto ora dipenda dai risultati della missione internazionale voluta dall’Onu (e appoggiata dalla Russia), che dovrà analizzare il contenuto delle due scatole nere, già Washington ha dunque lanciato le sue “verità” pretestuose, subito amplificate dalla maggior parte dei maggiori media occidentali.
I fatti, almeno per il momento, affermano ben altro.
Intanto è incontrovertibile che il sorvolo dell’Ucraina in guerra da parte di aerei civili, e da parte di compagnie disposte a navigare su rotte pericolose pur di spendere meno per il carburante, doveva avvenire oltre i 10 mila metri di altezza. Appunto per evitare di rappresentare un eventuale bersaglio per gli armamenti “portatili” (Manpad) utilizzati dalle forze separatiste della Repubblica del Donetsk che in questi mesi hanno abbattuto vari aerei ed elicotteri da guerra di Kiev in azioni logistiche –atterraggi-decolli – e di guerra (bombardamenti) da altezze massime fino ai 4000 metri. E comunque  per evitare i colpi delle artiglierie – anch’esse dotate di missili terra-aria di fabbricazione russa - schierate dal governo di Kiev.
Non a caso il governo provvisorio dei separatisti (che, è utile ricordarlo, ha assunto il potere in forza di un plebiscitario sì popolare ad un referendum per l’indipendenza) ha subito escluso il possesso di armamenti in grado di colpire velivoli a quell’altezza e ha messo a disposizione della missione di indagine la prima delle due scatole nere recuperate dal relitto del Boeing.
Avanziamo noi, a questo punto le quattro possibili risultanze – se mai ci sarà un unanime consenso nelle indagini – della missione di inchiesta. La prima è l’ “ipotesi Ustica”.
1)   Già sono circolate notizie su un possibile “obiettivo alto”, o “altro”: un attentato diretto ad abbattere l’aereo che riportava a Mosca il presidente Putin, apparecchio cheaveva già sorvolato lo spazio aereo polacco, vicino al teatro della tragedia. Esattamente come accadde per il dc9 dell’Itavia, un confronto tra aerei ostili (allora, forse, si trattava di abbattere l’aereo che trasportava Gheddafi) – Nato e russi? Ucraini e russi? – e un caccia usa il Boeing del volo civile MH17 per nascondersi e il missile centra l’aereo passeggeri malese. Una fonte attendibile, un controllore radar di nazionalità spagnola, ha rivelato la presenza di almeno due caccia in quello spazio aereo.
2)   L’altra ipotesi? Il Boeing 777 potrebbe essere stato abbattuto realmente da un missile Buk (o SA11: sigla Nato) di fabbricazione russa che ha una gittata fino a 14 mila metri. Un sistema in dotazione all’esercito di Kiev. Tuttavia uno di questi missili  era stato quindici giorni fa “preso in carico” dalle forze di autodifesa del Donetsk. Ma senza “apparato” di lancio, radar e tecnici e stazione di comando, quindi inutilizzabile. Naturalmente anche le forzerusse hanno in dotazione i (propri) missili Buk, ma la sola idea che la Russia possa essere stata responsabile del lancio è più che irreale. Il ministro della Difesa russa Anatoli Antonov ha rivolto, anche a questo riguardo, dieci domande alle autorità di Kiev, chiedendo in particolare agli ucraini occidentali di consentire un inventario e un controllo sui loro armamenti, missili aria-aria e Buk compresi, ricordando come già  nel 2001un Tupolev 154 russo precipitò nel Mar Nero e la responsabilità – ma solo a posterori – risultò delle forze armate di Kiev.
3)   Non è stato un missile ma una manovra avventata di un pilota militare terzo a provocare l’incidente.
4)    Non è stato un missile ma un’esplosione interna. Non a caso resta ancora il mistero sul volo, sempre della Malysia Airlines, NH370 disperso l’8 marzo nell’Oceano indiano.
In realtà si tratta più o meno – neofascisti esclusi: poiché evidentemente presenti sull’altro fronte, quello diKiev, sono stati rimpiazzati per l’occasione da “miliziani ceceni” o “cosacchi” inviati in Ucraina orientale “da Putin” (secondo i media disinformatori occidentali, Rai in testa) – dei tre o quattro filoni della disinformazione utilizzata per decadi anche sulla strage di Ustica… Lorenzo Moore

 









   
 



 
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