Il premier Renzi in tour al Sud
 











Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha iniziato questa mattina il suo tour nel Sud Italia, dopo l’incontro di ieri sera a Castel Porziano con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, su economia e riforme.
Il premier è arrivato a Napoli - per poi recarsi a Bagnoli, Reggio Calabria, a Gela e Termini Imerese - facendosi precedere da una lettera aperta al quotidiano ’Il Mattino’ nella quale annuncia che per il rilancio del Sud si partirà con "dieci grandi progetti".
Prima tappa napoletana l’azienda Kfora di Ponticelli, che produce elicotteri leggeri ad alta tecnologia. Renzi ha manifestato il suo entusiasmo per questa piccola realtà imprenditoriale all’avanguardia.
Ad attenderlo alla Città della Scienza un gruppo di manifestanti appartenenti all’associazione "La Terra dei Fuochi" riuniti in sit che lo hanno accolto con qualche fischio e urlando "Vergogna, vergogna" e mostrando alcuni striscioni. "Come Schettino ha affondato laConcordia, cosí Renzi affonda l’Italia", si legge su alcuni manifesti. "Siamo qui per ricordare al capo del Governo che tuttora migliaia di cittadini fronteggiano il vero problema della Terra dei Fuochi. Il decreto di 8 mesi fa convertito in legge - dicono i manifestanti, presidiati da un cordone di forze dell’ordine - non è servito a frenare il fenomeno".
Nello Science center, distrutto da un incendio nel marzo 2013, Renzi, insieme con il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, hanno firmato l’accordo per la ricostruzione di Città della Scienza e la bonifica di Bagnoli. "La Città della Scienza  - ha detto il premier - è un investimento che vuole dimostrare che noi come Stato, come governo, crediamo in Napoli" e vediamo il progetto, per il quale saranno investiti 34 milioni di euro, "come un’occasione di crescita economica".
"La crescita non si fa abbassando i salari - ha proseguito Renzi - con la motivazione chesaremmo più competitivi". La soluzione "non è giocare alla meno peggio, ma scommettere sul capitale umano". E ha annunciato: "Ogni tre mesi il governo sara a Napoli, Reggio Calabria e Palermo, per fare il punto sulla spesa dei fondi Ue e sulle situazioni aperte. Il prossimo appuntamento è il 7 novembre". Il presidente del Consiglio ha esortato la classe dirigente del Sud a "uscire dalla cultura della rassegnazione e anche dalla cultura delle delega. Il governo c’è, niente alibi. Non scappa e fa della questione meridionale la questione sulla quale recuperare la competitività".
In merito alla situazione economica europea ha commentato: "Ho visto in questi giorni scenari inquietanti sull’Italia per aver fatto meno 0,2 di pil. Stamattina vedo che anche la Germania fa meno 0,2. Io farei a cambio volentieri in termini di dimensioni economiche, ma non è la percentuale dello ’zero virgola’ che fa la differenza, ma è il clima di rassegnazione nell’opinione pubblica, di chi pensa, acominciare dalle classe dirigenti, che tanto non cambierà mai".
Per Renzi oggi l’Italia è nelle condizioni, facendo le riforme che deve, di essere "guida in Europa e trascinare l’eurozona fuori dalla crisi". Tutti però devono "fare la propria parte con convinzione e determinazione" per conquistare "la leadership in Europa".
Reggio Calabria. Lasciata Napoli, il viaggio è continuato alla volta di Reggio Calabria. Poco prima delle 13 Renzi è arrivato alla Prefettura reggina, per presiedere una riunione per fare il punto sulla "cabina di regia" per la Calabria. Era stato lo stesso premier, esattamente tre mesi fa, il 14 maggio, ad annunciare la sua istituzione per cercare di risolvere le problematiche del territorio calabrese. Anche qui ad attemdere il premier davanti alla Prefettura c’erano alcune reppresentanze di lavoratori e sindacalisti che hanno rivendicato la soluzione di vertenze occupazionali nella regione, in particolare presenti forestali e Lsu- Lpu. Ilavoratori hanno esposto striscioni per chiedere il pagamento delle indennità relative agli ammortizzatori sociali.
Renzi ha confermato gli impegni presi dal governo sul piano occupazionale e si è augurato che a novembre ci sia un nuovo presidente della Regione, dopo le dimissioni di Giuseppe Scopelliti condannato a sei anni per abuso e falso in atti d’ufficio. E ha assicurato che i posti di lavoro di Omeca-Finmeccanica, l’azienda dell’Ansaldo Breda, sono salvi: "Ho parlato con Moretti, l’azienda ha ordini e quindi lavoro fino a tutto il 2017. Quindi le preoccupazioni circa la chiusura della realtà lavorativa fino a tutto il 2017 non ci sono. E questo indipendentemente dall’assetto azionario".
Ha riconvocato la task force sulla Calabria per la prima settimana di settembre, a Palazzo Chigi. "Abbiamo visto il disegno di legge sulla Zes di Gioia Tauro - ha continuato - Non siamo in condizioni di prendere subito un impegno ma analizzeremo la proposta al piu’ presto. Il porto di GioiaTauro sara’ comunque inserito nel progetto di rete tra i porti". E ha anche garantito che il tribunale di Reggio Calabria sarà completato: "I denari per finire i lavori sono pronti per essere investiti e spesi". Sempre in tema di giustizia, ha rispoto a una domanda sull’iter della riforma: "E’ un percorso già iniziato, avrà compimento nel Consiglio dei ministri del 29 agosto. Le consultazioni stanno andando molto bene - ha aggiunto - ed il processo telematico civile ha ingranato e si incrementerà sempre di più. Allo stato attuale abbiamo cinque milioni di processi civili fermi con una media di 940 giorni per una prima definizione e tutto questo è inaccettabile".
Il premier è poi ritornato sulla situazione economica e ha aggiunto a quanto già affermato a Napoli: "In passato siamo stati il vagone di coda" dell’Europa, "ma ora la situazione è cambiata: tutta l’eurozona vive un momento di stagnazione. La ricetta per l’Ue è la crescita. Così come ha chiarito ai cronisti i contenuti delcolloquio avuto ieri con Napolitano: "Con il presidente c’è stato un incontro a 360 gradi su tutte le numerosissime questioni aperte, sullo scacchiere interno e internazionale. Definire autoritaria la riforma costituzionale richiede una fantasia straordinariamente strepitosa. Sono contento di vedere come il capo dello Stato abbia potuto constatare come il Senato l’abbia approvata in tempi davvero significativi". La riforma, ha aggiunto sarà "a settembre nella commissione affari costituzionali della Camera".
Gela e Termini Imerese. Salutata Reggio Calabria, Renzi è ripartito alla volta della Sicilia. Prima tappa Gela, dove il premier è stato accolto dal sindaco Angelo Fasulo e dal presidente della Regione Rosario Crocetta per un incontro riservato con le autorità locali, le organizzazioni sindacali e una delegazione di lavoratori del petrolchimico. I sindacati chiedono il rispetto dei patti sottoscritti con l’Eni: riattivazione linea 1 della produzione dellaraffineria, garanzie su salute e lavoro, e rendere attraenti per nuovi investimenti le aree dismesse dell’ex polo petrolchimico di Gela  con l’utilizzo dei fondi europei, utilizzazione e svincolo delle royalty petrolifere per progetti di sviluppo economico e produttivo. In piazza Municipio una delegazione di lavoratori dell’Eni ha esposto uno striscione: "Prima delle riforme occorre il lavoro.
"Io non sono il demiurgo che arriva da fuori ma il capo del Governo e sono pronto a ricordare che dobbiamo dire basta alla rassegnazione" - ha detto Renzi. Che poi si è soffermato sui prossimi provvedimenti dell’esecutivo. "Nelle norme dello ’sblocca Italia ’ci saranno interventi per la Sicilia, come ad esempio le infrastrutture ferroviarie Palermo-Messina-Catania ma anche Caltanissetta-Agrigento. Se riparte il Sud riparte l’Italia" - ha spiegato il premier.
L’ultima tappa del mini-tour del premier sarà a Termini Imesere. Gli ex-operai Fiat dello stabilimento locale,hanno scritto al presidente del Consiglio una lettera: "Termini Imerese - si legge - è una vertenza simbolo per il Mezzogiorno e per la produzione industriale e manifatturiera del Paese (...) La vertenza che continuiamo giorno dopo giorno ha come obiettivo la riapertura dei cancelli dello stabilimento per produrre auto di qualità e impedire speculazioni di tutti i tipi che in un territorio provato dalla crisi potrebbe vedere la criminalità tornare a ricattare l’intera comunità: l’antidoto a questo veleno sono il lavoro, i diritti e la democrazia".










   
 



 
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