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Proteste a Lesina Marina E al villaggio barricano gli ingressi: "Non si passa"
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Dissesto idrogeologico: mentre da mesi le autorità decidono il da (e quando?) farsi, un gruppo di proprietari e “simpatizzanti” del villaggio turistico compie il gesto estremo di impedire momentaneamente l’ingresso a centinaia di vacanzieri della domenica sulle dorate spiagge lesinesi. Ultimo atto di una vicenda che ormai si trascina da anni senza che vengano trovate soluzioni definitive all’annoso problema che da anni tiene in ansia migliaia di proprietari. Con l’inevitabile conseguenza dei disagi arrecati agli automobilisti prigionieri di una diecina di chilometri di coda che partiva dal casello autostradale “A14” Lesina-Poggio Imperiale e terminava all’imbocco del villaggio dove ad attenderli, oltre ad una pattuglia di vigili urbani, c’era anche un lenzuolo con su scritto: “Marina di Lesina la chiudiamo noi!”, chiaro messaggio rivolto principalmente a quelle autorità - Prefetto, Protezione civile, Governo e Regione Puglia – che sul problema hannofinora ottenuto una certezza: la spesa per le opere di messa in sicurezza dell’abito, spesa che si aggira intorno ai 16 milioni di euro. Dove prenderli? Quelli dei vari comitati di protesta, sorti a Lesina Marina, a tal proposito hanno anche lanciato una sottoscrizione nazionale, lamentando l’inutilità del tempo che sta passando fra il “dire” e il “fare”. Lamentele che fanno il paio con quelle dei tanti vacanzieri ingabbiati nel blocco stradale di domenica e pure dei gestori dei lidi balneari che, a loro dire, non avrebbero ottenuto il solito pienone proprio a causa dello stop di alcune ore deciso come nuova forma di protesta anti-dissesto. Per i manifestanti, oramai allo stremo per questa lunga attesa, la situazione sta diventando critica: alle centinaia di ordinanze di inagibilità che il Comune ha già spedito ad altrettanti proprietari di case, se ne starebbero per aggiungere delle altre che seguirebbero il filo logico disegnato sulla piantina dell’abitato, quella in cuicampeggiano le linee rosse di pericolo a circondare edifici e lidi. Linee rosse come questo caldo sole di fine agosto, ma soprattutto come la rabbia di chi rischia di perdere casa e lavoro. Michele Toriaco,gazzetta del mezzogiorno
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