In un torrido Teatro Garibaldi, ancora una volta adattato ad aula consiliare evidentemente inadeguata, è passato il primo Bilancio dell’Amministrazione Tutolo. In realtà si trattava del consuntivo 2013 del governo Dotoli ma la votazione è servita per far emergere la mole di debiti “reali e potenziali” che pendono sulle casse di Palazzo Mozzagrugno, con l’immancabile rinfaccio di responsabilità tra vecchi e nuovi amministratori. Alla fine il provvedimento (che ammonta a un totale di circa 70 milioni di euro) è passato con 20 voti favorevoli, ossia quelli della maggioranza a sostegno del sindaco, mentre dalla minoranza hanno aderito Tonio De Maio e soprattutto Pasquale Dotoli, Fabio Valerio, Marina Petroianni, cioè i rappresentanti della passata amministrazione come sindaco e due assessori. Fuori dall’aula al momento del voto, invece, Giuseppe Bizzarri, Simona Dell’Osso, Luigi Ziccardi e Vincenzo Iannantuoni “per protesta” contro le anomalieriscontrate sulla tempistica della disponibilità dei documenti, a loro dire inferiore ai venti giorni previsti dalla legge. La polemica si è accesa con la relazione dell’assessore al Bilancio Fabrizio Abate che in questi mesi ha fatto la ricognizione dello stato finanziario dell’ente, illustrando una lunga serie di debiti reali ma soprattutto di “potenziali”, ossia derivanti dai contenziosi ancora in atto, con pronostico non sempre favorevole per Palazzo Mozzagrugno. Abate ha poi elencato una serie di buchi per certo aspetti incredibili, come le bollette del palasport non pagate per circa un milione di euro, un altro derivante dal pagamento incompleto del servizio di pubblica illuminazione, oppure di entità minore ma comunque importante come le quote associative per l’Asi per 90 mila euro. In realtà le preoccupazione maggiore, oltre ai debiti fuori bilancio già accertati, sono le conseguenze derivanti da espropri sbagliati, con i contenziosi “Calabria” (zona 167 per costruirepalazzi) e “Mores” (suolo per il palasport) che si sono aggiunti a quello famigerato dell’area Sacco, con 3,3 milioni di euro già reclamati dalla famiglia ricorrente con un atto di precetto anche precedente a un nuovo pronunciamento della Cassazione. “E’ facile dichiarare che i conti sono stati lasciati a posto – ha accusato Abate rivolgendosi a Dotoli – visto che i debiti non sono stati messi a bilancio. Potevate approvarlo voi prima di terminare il mandato amministrativo, ma così non è stato”. Dal canto suo l’ex sindaco ha respinto tutte le responsabilità, indicando alcuni debiti come pretestuosi da parte di chi li reclama, mentre per altri ha indicato nella struttura tecnica di Palazzo Mozzagrugno l’attribuzione di errori, omissioni e indecisioni. “Non c’è un solo debito che abbia una responsabilità politica – ha detto – perché noi non dovevamo controllare quello che non si dovrebbe controllare”. Una vera e propria sfida, invece, l’ha lanciata Fabio Valerio, invitando lamaggioranza ad astenersi nella votazione: “Il bilancio possiamo approvarlo che solo noi tre – ha dichiarato in aula – perché siamo fieri e orgogliosi di quello che abbiamo fatto, senza vergognarci. Abbiamo ridotto il debito di 6,7 milioni – ha ricordato – e quando ci siamo insediati nel 2009 abbiamo trovato un pignoramento di 7 milioni per la causa Sacco”. -Luceraweb, Riccardo Zingaro-
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