Ciao ciao vacanze, buongiorno cortile (di Palazzo Chigi). Appena tornato dalla settimana in Versilia, all’alba dei famosi “mille giorni”, che cominceranno ufficialmente venerdì 29 - o lunedì primo settembre, per amore di ordine contabile - Matteo Renzi si riaffaccia su twitter e sull’interno di Palazzo Chigi col consueto messaggio antelucano, ma una maggior aura di solitudine. Sembra tutto uguale a dove l’avevamo lasciato, e invece forse è cambiato. Accade a volte, col volgere dell’estate. Uguali, ma diversi, paiono gli assetti di quello che suole chiamarsi cerchio magico. Scheggiato, nonostante le smentite ufficiali, il rapporto prima fulgido, splendente e biblico con il sottosegretario Graziano Delrio, il “fratello maggiore”, lo “Ietro” incaricato di dire al genero “Mosé”, cioè Renzi (così le rispettive rubriche dei telefonini) che “non poteva fare tutto da solo”, sempre più teso il rapporto con Pier Carlo Padoan, fino a poco tempo fa l’unicoministro dell’Economia con il quale - almeno a memoria recente - un premier italiano non avesse avuto tensioni visibili (fase armonica senz’altro archiviata, appunto), non esente da qualche tensione persino il rapporto con Luca Lotti, che pure (avendo scalzato Delrio) resta primo nella classifica dei fedelissimi, alla cerchia governativa di Matteo Renzi pare siano in questo momento alla fine più vicine le donne. Come la solita Maria Elena Boschi ma anche Marianna Madia, che ha appena firmato la circolare che dimezza i permessi sindacali nella Pa, segnando il riavvio post-vacanze delle tensioni con i sindacati. Comunque, il cerchio magico non ha lo stesso assetto di prima, se la Stampa scrive che Enrico Morando è “uno dei pochi uomini di governo di cui Renzi si fidi davvero”. Ugualmente “decisivi”, ma assai diversi, sono i prossimi passaggi politici. Archiviata la fase tutta legge elettorale e riforma del Senato, entro venerdì ci sono da impostare dossier come il decreto SbloccaItalia, la riforma della scuola e quella della giustizia. Di più, pare che il premier abbia intenzione di indicare (omaggio alla presentabilità italiana dell’europa) una road map definita di quel “programma dei mille giorni” annunciato al Parlamento europeo nel giorno d’insediamento della presidenza italiana. Dietro l’angolo ci sono insomma pure il job act, il prosieguo della riforma del senato e novità sul fronte della spending rewiew. Fatto l’incrocio tra uomini e dossier, al rientro il premier pare insomma piuttosto incline ad accoccolarsi nell’ansa che va dal capo dello Stato Giorgio Napolitano al presidente della Bce Mario Draghi (vedasi la visita a Città della Pieve e i molteplici “ha ragione” pronunciati da premier), assorto in triangolazioni che ricordano più l’era montiana che una dirompente volontà rottamatrice. Segno dei tempi, si dirà. Dell’Italia in recessione, del pacchetto di priorità nelle riforme indicato oltralpe (lavoro, anzitutto, altro che Italicum),dell’imminente nomina della Mogherini a Mrs Pesc. E forse anche la fine dell’euforia da luna di miele, propria di qualsiasi governo. Tutte cose che pare intravedere, già in quello scatto del cortile semibuio di Palazzo Chigi, postato su Twitter all’alba dei mille giorni. Susanna Turco,l’espresso
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