Spending review: "Con nuovi tagli sanità per tutti a rischio"
 











Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nei giorni scorsi, aveva spiegato che “in tutti i settori ci sono spazi per risparmiare”, includendo quindi anche la sanità. Sull’argomento è intervenuta anche Beatrice Lorenzin che, in un’intervista a Il Messaggero, ha spiegato come ulteriori sforbiciate rischino di mettere seriamente a repentaglio la tenuta del Ssn. “Dopo 25 miliardi di tagli compiuti negli ultimi anni, senza una strategia alternativa, i cittadini, almeno quelli che se lo potranno permettere, dovranno farsi un’assicurazione sanitaria. La sanità gratuita sarebbe ridimensionata”.
Il ministro ha quindi sottolineato l’importanza del Patto della Salute, veicolo imprescindibile per garantire l’efficientamento del sistema. “So che efficientamento è una parola bruttissima, ma significa mettere in ordine il sistema sanitario per renderlo più efficiente, trasparente e funzionale. Con l’impegno di recuperare risorse e di reinvestirle insanità”. Si tratta però, ha precisato Lorenzin, di un percorso a tappe. “E’ evidente che il recupero di queste risorse avviene mano a mano che la riforma si implementa e sono le risorse necessarie per tenere in piedi la sanità italiana così come la conosciamo adesso. E cioè dare assistenza ai cittadini in modo adeguato e dignitoso, riportare un livello verso l’alto della qualità dell’assistenza nelle Regioni del Sud e affrontare nuovi problemi”.
Le sfide in campo sono numerose e complesse, ma rinunciare ad affrontarle significa mettere fine all’universalismo che da sempre caratterizza il Ssn. “Prima di tutto dovremo dare il farmaco per l’epatite C in autunno-inverno. Un impegno finanziario importante, ma che salverà la vita a un milione e 600mila persone. E realizzare un sistema di prevenzione forte che ci permetta di sostenere l’invecchiamento della popolazione. Dunque, investimenti a lungo termine su un sistema sanitario universalistico. Intervenire in modo pesante, negando gliinvestimenti sulla sanità necessari, significa cominciare a immaginare la fine del sistema universalistico”.
Lorenzin ha poi chiarito che gli sprechi esistono e “sono nelle Regioni. Lì è stata creata una duplicazione di sistema che ha provocato disservizi, costi esosi, mancanza di uniformità. Ma proprio per rispondere a questo abbiamo messo in campo i costi standard e la centrale di acquisto unico con la Consip e la centrale unica regionale. Poi abbiamo rivisto le norme di reclutamento del personale, lo sblocco del turn over. E, cosa più importante, è stata introdotta la digitalizzazione con la creazione di un open data vero”.
Altro tema spinoso è rappresentato dalla fecondazione eterologa e per uscire dall’impasse il ministro ritiene un passaggio essenziale quello in cui “le Regioni si vedranno per stabilire linee comuni da adottare in attesa della legge”. Poi è tornata sulla questione Stamina, ricordando che “non è un protocollo verificato e neppure una cura palliativa. E’stato un grande errore far entrare la sperimentazione a Brescia”. E, infine, rispetto all’allarme Ebola ha garantito che in Italia rischi “non li vediamo. Ebola si trasmette solo per contatto diretto con i fluidi corporei e i controlli nei porti e aeroporti sono capillari”.










   
 



 
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