La Puglia non si rassegna al sì del governo al gasdotto Tap
 











Il ministero dell’ambiente  ha detto sì: il gasdotto Tap si farà e, con tutta probabilità, approderà proprio a San Foca. Il condizionale sull’approdo per ora è ancora d’obbligo, dal momento che il parere positivo licenziato all’unanimità dai tecnici ministeriali è corredato alcune prescrizioni, il cui contenuto resta ancora top secret. Tuttavia, risulta improbabile che una di queste prescrizioni possa riguardare proprio il punto d’arrivo dell’infrastruttura, dal momento che tale eventualità invaliderebbe l’intero progetto. Invece al ministero, a quanto pare, il progetto presentato da Trans Adriatic Pipeline piace. In perfetta linea con quanto stabilito politicamente dai vari Governi che si sono succeduti in Italia negli ultimi anni e che hanno messo i diversi sigilli all’intesa con l’Azerbaijan (dove esistono i pozzi di Sah Deniz II da cui sarà estratto il gas), nonché con la Grecia e l’Albania.
E a dispetto della partecipata battaglia cheil Salento ha ingaggiato contro il gasdotto. Guerra dei comitati ambientalisti innanzitutto, ma anche dell’amministrazione comunale di Melendugno, guidata dal sindaco Marco POtì, e poi della Regione Puglia, che per ben due volte ha bocciato in Commissione Via il progetto, trasformando poi l’atto in una chiara volontà politica. Il Governo nazionale, invece, ha sempre mostrato la ferma intenzione di andare nell’opposta direzione e di tener fede a Intese e Accordi intergovernativi, sventolando la bandiera della strategicità dell’opera e della necessità di slegare l’Europa dall’attuale dipendenza dal gas russo.
L’iter autorizzativo prevede che in un paio di settimane il parere della Commissione ministeriale Via venga recepito dal ministro dell’Ambiente, il quale, dopo aver a sua volta recepito l’indirizzo del dicastero dei Beni culturali, emetterà il decreto conclusivo. La palla passerà quindi al ministero dello Sviluppo, il quale  -  al termine della conferenza dei servizi acui parteciperanno vari enti, tra cui la Regione  -  emetterà l’autorizzazione unica.
Solo quel documento consentirà l’apertura dei cantieri che, stando a un calcolo approssimativo, potrebbe avvenire tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016. In base alla tempistica pubblicizzata a suo tempo da Tap, l’infrastruttura dovrebbe essere completata entro giugno 2019 e, dopo i sei mesi di esercizio provvisorio, entrare in funzione a pieno regime a partire dal 2020 per trasportare verso l’Europa 10.000 miliardi di metri cubi di gas all’ano, così come prevedono i contratti firmati con gli azeri. Stando così le cose, l’unica possibilità di rallentare
l’iter  -  se non addirittura di bloccare la realizzazione dell’opera  -  sta ora nelle mani della Regione, che in sede di conferenza di servizi potrebbe sollevare eccezioni tali da indurre il Consiglio dei ministri ad avocare a sé l’intera procedura.
La Puglia non si rassegna al sì del governo al gasdotto Tap."Prendo atto del fatto che la diffusa contrarietà delle popolazioni del Salento non ha trovato ascolto nel Governo", accusa il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, in relazione al via libera, con prescrizioni, dato della Commissione Via del ministero dell’Ambiente.
"Alcune delle proposte di modifica costituzionale - ha spiegato - rischiano di limitare notevolmente i poteri delle Regioni e delle Autonomie locali, restituendo allo Stato centrale il ruolo di sovrano assoluto anche rispetto a scelte che impattano fortemente sui territori". "Io non contesto al Governo la titolarità nelle scelte che riguardano la politica energetica - ha concluso - Io contesto invece al Governo la poca trasparenza con cui, in generale, in Italia si discute di energia".
Rincara la dose anche il senatore Dario Stefàno.. "Il parere positivo al progetto Tap è un fatto gravissimo. Ritenere un’opera strategica è un conto, ignorare le motivazioni espresse dalla Regione, così come tutte le ipotesidi localizzazione alternative a San Foca, ventilate da Tap, è altro - afferma - Da parlamentare salentino, da ex amministratore pugliese e candidato alle Primarie per il governo della Puglia non posso che considerare ancora validissime le motivazioni con le quali s’è stabilito che San Foca non fosse la localizzazione adeguata per l’insediamento del termine di ricezione del gasdotto. Certo occorre conoscere il contenuto delle prescrizioni, per valutare il peso delle modifiche rispetto al progetto che la Regione ha bocciato con trentasette pagine di parere negativo, evidenziando omissioni e incompletezze. Parere che è stato di fatto ignorato. E questo è gravissimo".
"Si apre ora - continua Stefàno - una fase delicata nel rapporto tra la comunità salentina e pugliese,  che ha civilmente e motivatamente contestato le ragioni dell’approdo a San Foca,  e il governo che presumibilmente adotterà a breve il parere del Comitato Via nazionale. In attesa di conoscerne il contenuto,non c’è dubbio che siamo di fronte ad un conflitto di valutazioni che bisogna saper gestire".
Annunciano battaglia anche i grillini. "Il parere favorevole del comitato interministeriale sulla Tap, scontato dal momento che l’accelerazione dell’opera era già inserita nello Sblocca Italia, non rassegna il territorio a subire quest’oltraggio. Il 20 ci sarà una manifestazione tra San Foca e Melendugno alla quale invitiamo tutti i cittadini", dice la senatrice del Movimento Cinque Stelle, Barbara Lezzi. "Il governo prosegue con la sua campagna di menzogne - aggiunge - intorno al gasdotto e mira ad asservire i cittadini con promesse di sviluppo, occupazione e risparmi in bolletta. E’ chiaro che vuole spingere il territorio all’immobilismo che lo ha visto sfruttato e impoverito a scapito dei vantaggi delle solite multinazionali. Ilva e Cerano sono tra gli
esempi più pregnanti". Per la senatrice "la Tap non porterà nuova occupazione e lo sviluppo turistico, vera vocazione pugliese,sarebbe inevitabilmente affossato. E’ patetico il tentativo di farci credere che i turisti verranno a piazzare l’ombrellone su di una bomba".

 









   
 



 
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