Mega resort tra gli ulivi secolari, Vendola porta le carte in Procura
 











La Regione va all’attacco sulla vicenda del resort nell’uliveto secolare di Nardò e, di fronte alla minaccia degli immobiliaristi inglesi della Sarparea Srl di abbandonare l’investimento, replica: "La vicenda è opaca, consegneremo un dossier alla Procura".
Dopo giorni di polemiche scaturite dalla possibilità che imprenditori anglosassoni (Alison Deighton, moglie dell’attuale Segretario al Tesoro del governo Cameron, e il magnate del petrolio Jan Taylor) indirizzino in un’altra zona d’Italia il mega-investimento da 70 milioni, il governatore Nichi Vendola e l’assessore alla Qualità del territorio, Angela Barbanente, spiegano i motivi del no della Regione e annunciano di voler interessare del caso la magistratura. La Procura di Lecce, del resto, aveva già acceso un faro sulla vicenda, delegando agli uomini del Corpo forestale dello Stato una serie di accertamenti finalizzati a verificare la legittimità dell’iter seguito nella lottizzazione. Apartire dalla trasformazione di una parte dell’antica "foresta oritana" di Sant’Isidoro in un’area destinata ad interventi edilizi con finalità turistico-ricettiva, voluta dal Comune di Nardò nel 2009. Alla documentazione già in possesso del pm Elsa Valeria Mignone ora si aggiungerà quella che la Regione annuncia di voler depositare.
"Per scoprire la verità - ha spiegato Vendola nel corso di una conferenza stampa - su una lottizzazione di 150 metri cubi di cemento in un uliveto quattrocentesco, in un’area che è sempre stata guardata come una preda da parte dei cacciatori di territorio, dai cementificatori". Il progetto prevede, infatti, che su 13 ettari vengano innalzati 130.868,85 mc di costruzione e 41.023,15 mq di superficie coperta, per realizzare 63 villette e di 61 camere d’albergo capaci di ospitare complessivamente 500 persone, nonché piscine, ristoranti, centro benessere e congressi, campi da tennis, strade, parcheggi e impianti di ogni genere. Il tutto dentro quell’ulivetosecolare che  -  a detta dei progettisti  -  non verrebbe toccato, ma che secondo la Regione e il Comitato per l’ambiente di Nardò sarebbe irrimediabilmente deturpato.
"Presentare come ecoturismo  lo sdradicamento sicuro in un’area così di pregio, fare una campagna sulla burocrazia che blocca, non è giusto - ha continuato il governatore  -. Noi abbiamo dato oltre il 90% di pareri favorevoli a interventi sia pure dopo averli corretti e resi compatibili con i valori paesistici e ambientali. Non accettiamo una finta lezione che ha dietro di sè un presupposto non accettabile in Italia: quello che la politica possa assumere decisioni in deroga alle normative vigenti. Io penso che questo racconto non è indice di cattivo funzionamento della burocrazia, ma è indice di rispetto delle norme e delle leggi, sia che si tratti di un cittadino di Nardò sia se è la regina che viene in Puglia e propone un progetto".
L’assessore Barbanente, dal canto suo, ha spiegatocome avviene il rilascio dei pareri della Regione: "A fronte del preavviso di diniego la prassi vuole che sipresentino le controdeduzioni. Cosa che la signora non ha fatto. Anzi, ha presentato subito ricorso al Tar di Lecce". "Nel 2010 la soprintendenza ha espresso parere sfavorevole. La Regione - ha continuato - non avrebbe potuto esprimere un parere favorevole a fronte di uno sfavorevole del Mibar e anche se l’avesse fatto sarebbe stato inefficace. Mi pare che un Paese che non si indigna a una signora che afferma che aveva il diritto di avere un assenso, avendo parlato con un alto dirigente regionale, non va bene".
"Il parere del Mibar è precedente a quello della Regione. Non mi spiego - ha concluso la Barbanente - per quale ragione sia il parere regionale (che per altro non poteva discostarsi per ragione di gerarchia delle fonti rispetto a quello della soprintendenza) ad essere sotto attacco. Le carte parlano da sole. La signora continua a ripetere che si tratta di valorizzare unuliveto, ma non riesce a spiegare come si fa a valorizzare un uliveto costruendo villette a due piani. Se la Puglia si gioca il rapporto tra gli uliveti e il mare, che sono il carattere identitario, si gioca lo sviluppo. Quando parlo di sviluppo ragiono guardando oltre".Chiara Spagnolo,repubblica









   
 



 
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